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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A
IL BUON USO DEI TALENTI
"Bene, servo buono e fedele... prendi parte alla gioia del tuo padrone" (Mt 25,21)
Parole d'accoglienza e presentazione dei tema
Fratelli, l'anno liturgico si avvia alla sua conclusione. Siamo invitati a fare un bilancio spirituale del tempo che è passato. Abbiamo fatto fruttificare i talenti ricevuti? Al dono d'amore che il Signore ci ha così abbondantemente elargito, abbiamo dato una risposta positiva e generosa, una risposta d'amore?
Al momento della morte dovremo rendere conto dei talenti ricevuti: meriteremo di essere annoverati tra i servi buoni o tra quelli cattivi?
E al momento del giudizio finale, saremo chiamati a partecipare alla felicità di Dio o ne saremo per sempre discacciati? Questo è il problema essenziale della nostra vita. Oggi il Signore ci esorta a pensarci e a risolverlo.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Abbiamo ricevuto da Dio diversi talenti: la vita, la salute, l'educazione; tutti i doni della fede: il battesimo, la formazione cristiana, ecc. Siamo impegnati a farli fruttificare per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli?
- Le nostre pratiche religiose e il nostro nome di cristiani tranquillizzano la nostra coscienza al punto di crederci a posto con Dio, senza che sentiamo il bisogno e il dovere di un maggiore impegno?
- Se ci teniamo tanto a mantenere certe abitudini e certe tradizioni, non e' più per indolenza e pigrizia che non per fedeltà al passato?
2. Invocazioni
- Signore, da te vengono tutti i doni della vita e tutte le ricchezze della grazia: abbi pietà di noi.
- Cristo, che con il tuo esempio ci insegni a valorizzare i doni di Dio, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci infondi luce, coraggio e gioia per lavorare al servizio del Padre, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Prv 31, 10-13.19 - 20.30-31): Elogio della donna perfetta
Questo brano, che conclude il libro dei Proverbi, intesse l'elogio della donna perfetta: essa è preoccupata di piacere al marito, governa saggiamente la sua casa, tiene il focolare aperto agli sventurati, non si lascia incantare dalle seduzioni della vanità.
a. Come si vede, siamo ben lontani dagli argomenti trattati dalle riviste femminili: la moda, la sessualità, l'uguaglianza dei diritti, il sentimentalismo volgare e meschino.
b. Invece di dare alla donna la sua libertà e la sua dignità, simili atteggiamenti non fanno altro che degradarla, ridurla alla condizione di oggetto di lusso o di piacere. Che scadimento!
c. L'insegnamento della Chiesa, del quale il brano dei Proverbi è appena un saggio, afferma decisamente che la donna è una persona con tutti i diritti, con la sublime vocazione di sposa e di madre. E la sua grandezza consiste nel realizzare questa sua vocazione, nel modo migliore, sotto gli occhi di Dio.
Salmo responsoriale (Sal 127): La ricompensa del servo fedele
Il giusto, dovunque si trovi, compie il suo dovere con la più grande fedeltà. Egli è benedetto da Dio: il suo cuore è in pace e la sua famiglia gode prosperità e benessere.
Rit.: Beato chi cammina nelle vie del Signore.
Seconda lettura (1 Ts 5,1-6): Vigilanti nell'attesa del Signore
San Paolo, dopo aver ricordato la subitaneità imprevedibile del ritorno del Signore, invita i suoi fedeli alla vigilanza per essere pronti ad incontrarsi con lui: devono perciò sforzarsi di vivere da figli della luce.
a. Per i cristiani, Cristo stesso è la luce. Perciò vivere da figli della luce vuol dire ascoltare Cristo, avere i suoi pensieri e i suoi sentimenti, conformarsi a lui.
b. Essere vigilanti, significa vivere nella speranza di questo ritorno di Cristo, lavorare con lui senza stancarsi per il regno di Dio, dare ad ogni momento il valore dell'eternità.
c. Viviamo noi da figli della luce? Siamo compenetrati del Vangelo di Cristo, nell'intelligenza con la ricerca del vero, nella nostra volontà con la costanza nel bene, nel nostro cuore con il perfezionamento dei nostri desideri?
Vangelo (Mt 25,14-30): Far fruttificare i doni di Dio
Con la parabola dei talenti, Cristo ha voluto darci una grande lezione: nel servizio di Dio dobbiamo avere una fedeltà operosa, facendo fruttificare al meglio i suoi doni e le sue grazie.
a. I servi buoni della parabola, quelli che il padrone loda e ricompensa, sono coloro che, consci delle loro responsabilità, si impegnano a far fruttificare il capitale che è stato loro affidato.
b. Il servo infedele è quello che, per pigrizia e per paura del rischio, resta inoperoso: certo, non ha perduto il talento ricevuto, ma non lo ha neppure valorizzato.
c. L'importante non è produrre molto, ma impegnarsi a valorizzare i doni che Dio ci ha dato, per quanto piccoli siano. Cogliere il pretesto dal fatto che Dio è buono e paziente per non far nulla o per accontentarsi di un minimo, significa esporsi ad un giudizio molto severo.
Suggerimenti per l’omelia
La parabola dei talenti completa ciò che è stato detto sulla «vigilanza» dalle parabole precedenti. Per essere pronti quando il Signore verrà, non dobbiamo restare inoperosi, ma valorizzare i doni che abbiamo ricevuto dalla sua bontà.
- La generosità infinita di Dio. Nell'attesa del suo ritorno, il Signore affida a ciascuno di noi un tesoro da valorizzare. Dio non ha lesinato: i talenti che ci ha affidati sono oro purissimo. Doni della creazione e della grazia; ricchezze materiali, ricchezze spirituali: la fede, la Chiesa, i sacramenti e, dono supremo che riassume tutti gli altri, il figlio suo Gesù Cristo.
Va da sé che tale generosità da parte di Dio esige da parte nostra altrettanta generosità nel far fruttificare doni così preziosi.
- Come valorizzare i talenti ricevuti?
Dobbiamo scuoterci dall'indolenza e dalla pigrizia e lanciarci con entusiasmo nell'avventura di amore, alla quale Dio ci invita.
Dobbiamo lavorare con alacrità, con il dinamismo dell'amore, e impiegare tutte le nostre risorse materiali e spirituali nel servizio del Signore e dei fratelli.
Dobbiamo perseverare nello sforzo, senza temere la fatica, senza lasciarci abbattere dalle critiche o dagli insuccessi.
Così facendo, non avremo motivi per temere il ritorno del Signore. In quel giorno il Signore potrà solo dirci: Vieni, servo buono e fedele...
Preghiera universale
Fratelli, ognuno di noi è fornito, più che di tesori d'argento e d'oro, di innumerevoli doni di Dio: doni di natura e di grazia, gli uni e gli altri scaturiti dal suo cuore di Padre. Dio ci conceda di saperli valorizzare per la sua gloria e per il bene dei nostri fratelli.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La Chiesa ha ricevuto in consegna i doni che Cristo ha meritato con il suo sacrificio. Perché essa sappia usarli coraggiosamente per l'edificazione del Regno di Dio sulla terra: preghiamo.
2. «Voi siete i figli della luce», ci dice Cristo: la fede nella sua Parola è questa luce che rischiara. Perché risplenda in noi, al sicuro da dubbi e da compromessi: preghiamo.
3. Perché i cristiani, fedeli al Vangelo, s'impegnino ad utilizzare le ricchezze della terra non per rovinare e distruggere, ma per costruire un mondo di giustizia e di pace: preghiamo.
4. Per quei nostri fratelli che più per ignoranza che per ostilità trascurano di tenersi pronti al ritorno di Cristo: perché aprano gli occhi e si convertano, prima che sia troppo tardi: preghiamo.
5. Perché nella nostra famiglia parrocchiale ognuno 5 impegni a far fruttificare i talenti ricevuti: la salute, l'intelligenza, l'abilità, per il servizio dei fratelli, specialmente dei più miseri: preghiamo.
Signore, tutto viene da te. Tu hai infuso in noi, come tante pietre preziose, i doni del tuo cuore. Tu vuoi che noi li valorizziamo. Dacci la forza di metterci all'opera senza temere la fatica, per rinnovare con il tuo aiuto la faccia della terra. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Dio è un Padre con il cuore grande: ci colma dei suoi doni. Manifestiamo gli la nostra riconoscenza, adoperandoli per la diffusione del suo Regno.
Parole di congedo e di saluto
Tutti abbiamo una missione da compiere: quella che il Signore ci ha assegnato. Assolviamola con coscienza e coraggio, per amore di Dio e dei fratelli.