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COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI - A
ACCOGLIERE LA MORTE COME CRISTO QUALE OFFERTA DI AMORE
"È il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza" (Is 25,9)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, il ricordo dei morti, la preghiera che in questo giorno noi innalziamo a Dio per loro, richiamano anche a noi il pensiero della morte: è impossibile non averne una certa impressione e un certo timore.
Anzi, se meditiamo seriamente sul nostro ultimo giorno, sulla nostra ultima ora, siamo presi anche dall'angoscia. Ciononostante, a noi, discepoli di Cristo, e dato di poter attenuare la paura della morte, di rendere il suo aspetto meno tremendo: ci è concesso perfino di poterla accogliere, insieme con Cristo, come una vera offerta di amore.
Mercede e sterile compagna del nostro peccato, la morte, accetta ta in questo modo, produrrà il frutto divino della felicità eterna.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Lo vogliamo o no, il profilo della morte chiude l'orizzonte della nostra vita. Questa visione ci rende saggi e prudenti nel progettare e sognare il nostro futuro?
- Il cristiano sa che la morte, lungi dall'essere la fine di tutto, è solo il passaggio dalla vita terrena a quella dell'aldilà. Perciò essa ci chiama alla conversione.
- Ci prepariamo in tempo perché, quando verrà, sia accettata insieme a Cristo come un'offerta di amore, come il compimento del mistero pasquale, come inizio dell'eterna comunione con Dio?
2. Invocazioni
- Signore, che nel tuo amore per noi, vuoi che dopo questa vita godiamo eternamente in cielo, abbi pietà di noi.
- Cristo, il mistero della tua agonia illumina e solleva quella dei tuoi fratelli qui in terra: abbi pietà di noi.
- Signore, che rifletti la luce dell'eternità sulle tombe dei nostri cimiteri, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Is 25,6.7-9): L'ultimo saluto e la gioia eterna (dalla seconda messa)
Per ricordare la felicità che Dio riserva ai suoi eletti alla fine dei tempi, il profeta Isaia si serve dell'immagine del solenne banchetto, che sarà ripresa anche da Gesù. Dio strapperà il velo della cecità spirituale e tutti potranno vedere la verità.
a. Questo banchetto, servito sopra un'alta montagna, è figura della beatitudine eterna di cui gli amici di Dio usufruiranno nel suo regno.
b. La coltre e i veli rimossi e strappati simbolizzano la vittoria definitiva degli eletti sul dolore e sulla morte.
c. Le parole del profeta preannunciano quelle di Cristo: «La vostra tristezza si cambierà in gioia». È questa la nostra speranza, che ci aiuta ad affrontare le difficoltà della vita presente? Essa dovrebbe anche metterci sulle labbra quelle parole di conforto che i nostri fratelli, provati dal dolore e dal lutto, si attendono da noi.
Salmo responsoriale (Sal 24): Fiduciosa invocazione a Dio
Certo di essere amato da Dio, il salmista si appella alla sua bontà per non essere dimenticato, per essere liberato dalla sofferenza e sostenuto nel suo cammino verso di lui. Anche noi, oppressi dal peso delle colpe e della miseria, rinnoviamo la nostra fiducia in Dio, che ci guiderà sulla via della pace.
Rit.: Chi spera in te, Signore, non resta deluso.
Seconda lettura (Ap 211 - 5.6-7): Il trionfo finale degli eletti nella città santa (dalla terza messa)
Ricorrendo ad immagini grandiose, san Giovanni ci descrive il trionfo della Chiesa rinnovata e trasfigurata, per la gioia di tutti i suoi figli: alla presenza di Dio esulterà come la sposa adorna, che va incontro allo sposo.
a. La fine dei tempi, annunciata da Cristo, non sarà un annientamento ma una trasformazione. Per tutta l'umanità inizierà un'era nuova.
b. In quel giorno la Chiesa, immensa assemblea di tutti gli eletti, celebrerà nella gioia dello spirito le sue nozze eterne con Dio, suo creatore e suo salvatore, divenuto suo sposo.
c. È questa la fede che deve sostenerci, è questa la speranza che deve accompagnarci. La parola di Dio dev'essere la luce che rischiara il nostro cammino nelle prove e nelle difficoltà.
Vangelo (Mc 15,33-46): Uno sguardo a Cristo sulla croce (non è compresa nel lezionario)
Di fronte alla morte siamo presi dall'angoscia e sconvolti. Per vincere la paura ch'essa ci ispira, siamo invitati a volgere il nostro sguardo a Cristo crocifisso, negli ultimi istanti della sua vita.
a. Dio ci chiama alla gioia eterna. Però dobbiamo percorrere un lungo cammino, cosparso di prove e di sofferenze, che sfocia nella morte. Per questo dovremmo disperarci?
b. No, di certo! Perché la morte non è la fine di tutto. Guardiamo al crocifisso: Se, sul suo esempio, accetteremo le prove e anche la morte dalle mani del Padre, parteciperemo anche alla sua risurrezione e alla sua gloria.
c. Anche quando abbiamo la triste esperienza di vedere la bara di qualche nostro caro affondare nella terra, il nostro spirito deve essere confortato dalla certezza che ci dà la parola di Dio: il chicco di grano deve morire nella terra, per risorgere e per sbocciare nella vita eterna.
Suggerimenti per l'omelia
Il nostro mondo si sforza di scacciare persino il pensiero della morte. Questo è male, perché la morte resta una realtà innegabile: e il suo pensiero è di una grande utilità spirituale.
- Rende più saggi. Noi ci lasciamo sedurre dai beni terreni: la bellezza, la ricchezza, gli agi, i piaceri, gli onori. La morte ce ne rivela la fragilità: Ricordati ci dice - che sei polvere, e in polvere ritornerai. Accogliendo questa lezione della morte, lavoreremo molto di più per conquistare i veri beni, le opere della fede e della carità, che la tomba non può certo inghiottire.
- Rende più generosi. Sui muri dei monasteri si leggeva una volta:
Il tempo passa e l'eternità si avvicina. La morte ci dice la stessa cosa: La vita è breve e non si deve sprecarla. Per questo la chiesa ci ripete in nome di Cristo: Convertitevi! Diventate più umili, più devoti, più attenti al servizio di Dio e dei fratelli.
- Rende più caritatevoli. Il nostro eterno destino - ce l'ha detto Cristo - dipenderà soprattutto dal modo con cui ci saremo comportati con i nostri fratelli. E la morte sembra dirci: Tutti questi beni che voi conservate così gelosamente, io li strapperò ben presto dalle vostre mani. Utilizzateli invece a sollievo dei poveri e dei sofferenti, e li troverete nell'altra vita moltiplicati per l'eternità.
La morte ci fa paura, è naturale. Ma se ci prepariamo in questo modo, essa ci troverà tranquilli e sereni.
Preghiera universale
Fratelli, in questo giorno in cui la Chiesa ci invita a ricordare i nostri defunti, non distogliamo il pensiero dalla morte, anche se ci turba é ci spaventa. La sua meditazione, alla luce della fede, sia per noi sorgente di sapienza, di generosità, di forza e di fecondità spirituale.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La morte incute in tutti gli uomini un grande sgomento. Perché la Chiesa e i suoi pastori, fedeli all'insegnamento di Cristo, sappiano presentarla come il passaggio alla casa del Padre: preghiamo.
2. La nostra società secolarizzata e materialista rifugge dal pensiero della morte. Perché pensiamo ad essa per meglio comprendere la vanità e la falsità dei beni terreni: preghiamo.
3. Siamo qui riuniti nel ricordo dei nostri cari defunti. Perché la nostra preghiera ottenga dal Signore la loro liberazione dalle pene del purgatorio: preghiamo.
4. Pensiamo qualche volta anche a tanti morenti, lasciati soli nelle sofferenze dell'agonia. Perché la nostra preghiera fraterna li accompagni nel loro incontro con Dio: preghiamo.
5. Ad ogni santa messa noi proclamiamo la nostra fede nella risurrezione: Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Perché questa fede diffonda la sua luce benefica sulla nostra attività terrena e la renda feconda spiritualmente: preghiamo.
Signore, niente è sicuro nella nostra vita, se non la morte. Fa' che da questa certezza ricaviamo la sapienza che ci aiuta a cercare i beni che restano e non quelli che passano. Ci aiuti a fare delle nostre pene, del nostro lavoro e anche delle nostre angosce un'offerta d'amore insieme con Cristo, che vive e regna con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Per entrare nella casa del Padre dobbiamo, come Cristo, accettare la sua santa volontà, fino alla morte. Recitiamo il «Pater» in questo spirito di filiale abbandono.
Parole di congedo e di saluto
Le nostre occupazioni materiali non ci impediscano di vivere da figli di Dio, nel ricordo dei nostri parenti e amici defunti, che celebrano la loro «eucaristia» nella gioia eterna del cielo.