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XXV DOMENICA ORDINARIA C
IL CRISTIANO E IL DENARO
“Nessuno può servire a due padroni: non potete servire a Dio e a mammona" (Lc 16,13)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, il Signore oggi ci mette in guardia da un terribile pericolo: quello di fare del denaro e dei beni terreni lo scopo della vita, a scapito dell'unica cosa necessaria.
Qual è quest'unica cosa necessaria? Cercare i valori eterni, che ci permetteranno, dopo questa vita, di entrare in quella senza fine.
Il Signore ci insegna anche il mezzo di sfuggire a questo pericolo: è quello di fare del denaro un servo, e non il nostro padrone. Sapremo di fronte ai beni di quaggiù conservare tutta intera la nostra libertà? Si tratta di cosa della massima importanza. Accogliamo l'avvertimento del Signore.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Siamo forse troppo attaccati ai beni terreni, tanto da dimenticare quelli dell'eternità?
- L'amore del denaro inaridisce e indurisce il cuore. Ci rende invidiosi e gelosi, ingiusti e insensibili, poco scrupolosi riguardo ai mezzi per procurarlo.
- Ogni volta che ci è rivolto un appello per gli sventurati, gli handicappati, gli affamati del mondo, apriamo generosamente il nostro cuore e la nostra mano?
2. Invocazioni
- Signore, tu ci hai detto che non possiamo servire a te e insieme anche al denaro: abbi pietà di noi.
- Cristo, che hai voluto nascere in una stalla e morire povero su di una croce, abbi pietà di noi.
- Signore, che riveli ai piccoli e agli umili dove sono le vere ricchezze, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Am 8,4-7): Contro gli sfruttatori del poveri
Il profeta Amos denuncia con vigore i trafficanti voraci che approfittano delle difficoltà economiche per organizzare il mercato nero e taglieggiare i poveri e i miserabili.
a. Siamo nel IV secolo prima di Cristo. Le guerre e i rivolgimenti sociali hanno portato a una grave crisi economica. Trafficanti senza scrupoli ne approfittano per arricchirsi a danno dei poveri.
b. il profeta Amos, un semplice pastore, si erge con forza contro questi abusi e queste ingiustizie e grida che Dio non li lascerà impuniti.
c. Vediamo bene che anche la nostra società conosce gli stessi disordini, gli stessi abusi, anzi su scala molto più grande. Cerchiamo di non rendercene complici, neppure col nostro silenzio e con la nostra indifferenza.
Salmo responsoriale (Sal 112): Il Signore rialza il povero
Sia lodato il Dio della giustizia! I piccoli e i poveri sono i suoi preferiti: egli veglia su di essi e li Solleva al rango di principi. Benediciamo Dio per tutte le meraviglie del suo amore.
Rit.: Lo sguardo del Signore è sopra il povero.
Seconda lettura (1 Tm 2,1-8): La preghiera universale
Il cristiano, insegna san Paolo, non vive nell'egoismo, rinchiuso in se stesso. Egli porta davanti a Dio le gioie dei suoi fratelli, ma soprattutto le loro preoccupazioni e le loro angosce: la sua preghiera è universale.
a. Dio, lo sappiamo, vuole la salvezza di tutti gli uomini. San Paolo perciò ricorda che i cristiani, discepoli di Cristo, devono far proprio questo disegno salvifico di Dio e collaborare alla sua realizzazione secondo le loro possibilità.
b. Questo è il senso e questa è la portata della «preghiera universale», di cui è stata ripresa la tradizione durante la messa, dopo la riforma liturgica.
c. Uno dei vantaggi di questa «preghiera universale», e non è certo il più piccolo, è di abituarci a superare, nelle nostre richieste e nei nostri ringraziamenti, l'orizzonte ristretto del nostro egoismo.
Vangelo (Lc 16,1-13): Il buon uso del denaro
La parabola dell'amministratore disonesto, che Cristo oggi ci racconta, non ha certo lo scopo di lodare la truffa di cui si rende colpevole. Vuole invece invitarci ad usare e avere altrettanta abilità e altrettanto coraggio nell'affare essenziale della nostra salvezza eterna.
a. La grande lezione che si ricava dalla parabola è questa: l'affare da mettere assolutamente in primo piano è quello del nostro eterno destino. Dobbiamo concentrare su di esso tutte le energie del corpo e dello spirito.
b. E come? Tra i mezzi da usare il Signore ce ne indica uno di eccellente: dividere le nostre ricchezze con i poveri. Non c'è investimento più redditizio.
c. «La ricchezza disonesta», il denaro sporco - denunciato da Cristo - è un vero pericolo per la nostra anima. Non dobbiamo permettere che le preoccupazioni materiali si impadroniscano del nostro cuore fino al punto di distoglierci dall'attenzione dovuta a Dio. Sarebbe la peggiore delle truffe, ma a nostro danno.
Suggerimenti per l'omelia
Il pericolo denunciato da Cristo non è certo chimerico; anzi si può affermare che la maggior parte degli uomini vi soccombe. Sapremo noi fare la scelta che ci salverà?
- E’ una scelta difficile. Da una parte sta il Signore con le sue promesse, il suo regno futuro con tutte le sue esigenze. Dall'altra il piacere immediato, il benessere materiale, l'egoismo con l'ognuno per sé eretto a principio. Questa è la scelta dalla quale non si può sfuggire.
Siamo abbastanza forti, abbastanza padroni di noi stessi per resistere alla corrente, per non lasciarci prendere dall'andazzo generale? Serberemo il nostro cuore libero, capace di ascoltare e di vivere i richiami del Signore: «Beati i poveri di spirito, beati quelli che hanno fame di giustizia»?
- E’ una scelta determinante. Da essa dipende il successo o l'insuccesso della nostra vita. Moltiplicare gli sforzi per ammassare ricchezze terrene vuol dire perdere il tempo, sperperare le energie, senza contare che le magre soddisfazioni che si possono avere bisogna pagarle con ansie e affanni continui.
Il cristiano invece non dimentica mai che il fine da conseguire è la felicità eterna. Non per questo trascura le sue attività terrene, ma pur applicandovisi conserva una perfetta serenità, sia nella riuscita che nell'insuccesso; utilizza con coscienza le sue risorse per soccorrere i fratelli nel bisogno. Usato in questo modo, il denaro diventa la chiave che apre il cielo.
Preghiera universale
Fratelli, il denaro occupa un grande posto nella vita degli uomini. Cosa si farebbe senza di esso?... Il male è che si accaparra tutte le energie, ispira tutte le iniziative e diventa un tiranno al quale tutto si sacrifica. Domandiamo di saper fare di esso un mezzo da utilizzare per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La Chiesa può adempiere veramente la sua missione solo se è povera e spoglia, ad esempio di Cristo. Perché essa non ceda mai alla tentazione delle ricchezze e del potere: preghiamo.
2. Non dimentichiamo mai la cosa essenziale, cioè il nostro eterno destino, per correre dietro ai beni terreni. Perché Dio ci infonda la sapienza dello spirito, la mortificazione dei sensi e la purezza del cuore: preghiamo.
3. In una società di consumi, come la nostra, si moltiplicano le disuguaglianze e le ingiustizie. Perché i responsabili della cosa pubblica prendano le difese dei piccoli e dei deboli: preghiamo.
4. Perché sappiamo destinare una parte più grande delle nostre risorse, non al lusso o al superfluo, ma piuttosto al sollievo delle miserie del mondo e alla sua evangelizzazione: preghiamo.
5. Perché la nostra comunità parrocchiale, piccola parte del regno di Dio quaggiù, lavori alla sua estensione con un maggior impegno per la giustizia e per la pace, sulla linea del Vangelo:
preghiamo.
Signore, tu hai fatto di noi i figli del regno: a questo titolo dobbiamo esserne anche i costruttori. Perché possiamo veramente esserlo, rendici liberi, spogliandoci di ogni egoismo e di ogni attaccamento esagerato ai beni della terra, in particolare al denaro. Tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Dio vuole essere il Padre di tutti gli uomini, senza distinzione di razza o di fortuna. Procuriamo di dare al Padre nostro, che ora recitiamo uniti a Cristo, una portata veramente universale.
Parole di congedo e di saluto
Non lasciamoci sedurre dalla brama dei beni materiali. Viviamo da figli della luce e non da schiavi del denaro. Uniti come fratelli serviamo a Dio nella persona dei più bisognosi che sono tra noi.