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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A
DONARSI PER AMORE
“Nel mio cuore c'era come un fuoco ardente” (Ger 20,9)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, per essere cristiani basta forse dire come Pietro: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente»? Sarebbe un po' troppo facile se fosse sufficiente, per meritare il titolo di cristiani, sapere a memoria le definizioni del catechismo. Essere cristiani non consiste solo nell'affermare con forza che si crede in Gesù Cristo, e neppure partecipare ad un insieme di riti e di pratiche, comandate dalla religione, come ascoltare la messa e frequentare i sacramenti.
Significa soprattutto accogliere e vivere la Parola di Dio: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Essere cristiani vuol dire essere discepoli di un Dio crocifisso, accettare di passare attraverso la morte, con lui, per arrivare alla risurrezione.
Accettiamo che la croce di Cristo sia parte essenziale della nostra vita?
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- La nostra vita cristiana e' qualcosa di più e di diverso da una semplice pratica di culto? E ricerca appassionata e accettazione amorosa della volontà di Dio, per quanto difficile?
- Quando nella nostra vita si presentano la sofferenza e la prova, il nostro atteggiamento è di sottomissione e di fiducia, oppure di mormorazione e di rifiuto?
- In quanto cristiani abbiamo il dovere di annunciare la Parola di Dio, senza attenuarne le esigenze. Ma noi l'accettiamo per primi, con coraggio, e cerchiamo di viverla?
2. Invocazioni
- Signore, i tuoi misteriosi disegni sfuggono alla nostra intelligenza limitata: abbi pietà di noi.
- Cristo, che ci inviti a prendere e portare la nostra croce dietro a te, abbi pietà di noi.
- Signore, fuoco ardente, che fai di noi un'offerta d'amore per la gloria del Padre, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Ger 20,7-9): Il profeta divorato da un fuoco ardente
Oggetto di persecuzione, il profeta Geremia si domanda dove ha trovato il coraggio per continuare la sua missione. È Dio che lo ha sedotto, al punto che la sua Parola era in lui come un fuoco divorante: non poteva non proclamarla.
a. Lui, così timido e pusillanime, come ha osato proclamare quei terribili oracoli? Essere profeta di sventura, e attirarsi così schemi e persecuzioni? Come ha potuto resistere?
b. È stato Dio che l'ha preso e sedotto, ha fatto irruzione nel più profondo del suo essere, l'ha reso capace di adempiere la sua missione fino in fondo, fino al martirio.
c. Questo è il comportamento di Dio con le anime predestinate:
le prende e le seduce. Da quel momento, superando la propria timidezza, esse sono come travolte nell'avventura di una vita di completa donazione.
Salmo responsoriale (Sal 62): Canto di amore
È il canto di amore di un'anima innamorata di Dio, desiderosa d'incontrarlo, di vederlo, di unirsi a lui, di bere alla sorgente della sua tenerezza. Per quanto grandi siano le prove che incontra, essa è certa di trovare in lui il suo riposo.
Rit.: Ha sete dite, Signore, l'anima mia.
Seconda lettura (Rm 12,1-2): Totale consacrazione a Dio
Il credente - scrive san Paolo - è colui che, rinunciando alla mentalità corrente e più ancora a se stesso, si offre interamente a Dio, come un sacrificio vivente.
a. Paolo è arrivato alle applicazioni pratiche del suo insegnamento: vivere da cristiani significa offrirsi a Dio, corpo e anima, e in tutte le proprie attività.
b. Vivere da cristiani vuoi dire, in definitiva, sforzarsi di conoscere la volontà di Dio, per metterla in pratica anche nei minimi particolari della propria vita; fare solo ciò che a lui piace.
c. Il vero cristiano non può ammettere discordanza tra la pratica del culto e la realtà della vita. Il sacrificio eucaristico che non comprendesse anche il sacrificio della nostra persona, sarebbe senza valore agli occhi di Dio.
Vangelo (Mt 16,21-27): Il discepolo di Cristo deve seguire il Maestro fino al Calvario
Dopo aver annunziato ai discepoli la sua passione e la sua morte, Cristo li avvisa che anch'essi dovranno seguirlo sul cammino della croce.
a. È la prima volta che il Signore annuncia agli apostoli che la sua missione esige ch'egli affronti l'umiliazione e i tormenti della crocifissione, per arrivare alla gloria della risurrezione.
b. Gli apostoli, le cui vedute sono ancora troppo umane, non comprendono. Pietro stesso si ribella. Ma il Signore lo rimprovera severamente, e fa sapere a tutti che anch'essi dovranno seguirlo, portando la croce.
c. Riesce molto difficile per l'uomo elevarsi all'altezza dei disegni divini. La croce resta una «sublime follia». Per intravederne il mistero e inserirlo nella propria vita, bisogna aver nel cuore la forza e la grazia di Cristo, attinte nella perfetta comunione con lui, col suo pensiero, con il suo amore.
Suggerimenti per l'omelia
Cosa significa vivere da cristiani? Le letture di questa domenica danno una risposta chiara a questa domanda: Se qualcuno vuole essere mio discepolo - dice Cristo -, mi segua. Quindi essere cristiano vuol dire:
- Rispondere senza esitazioni alla chiamata di Cristo. Chi dice «cristiano» dice «discepolo di Cristo». Discepolo è colui che segue le orme del maestro, conquistato dal suo sapere e dalla sua saggezza. Il cristiano segue le orme di Cristo, il cui invito non riguarda solo alcune anime privilegiate, ma tutti i battezzati, senza eccezione.
- Accettare le esigenze di questa chiamata. «Rinneghi se stesso». Rinnegare se stesso, vuoi dire abbandonare tutto e mettersi, come Abramo, su di una strada, senza sapere dove conduce; vuoi dire mettere a tacere le preferenze personali per conformarsi, nel modo di pensare e di vivere, alla volontà di Dio. Per il cristiano significa prendere come regola di vita il vangelo delle Beatitudini.
- Giungere, se è necessario, fino al dono totale di sé. Questa è l'esigenza dell'amore. Consacrare al Signore tutte le risorse dell'intelligenza, della volontà, del cuore, dei beni spirituali e materiali, la libertà, per fare solo ciò che lui vuole. Essere i testimoni della fede, i messaggeri della sua Parola, portatori del suo amore e, se lo vuole, vittime come lui sulla croce per la salvezza del mondo: «Se qualcuno vuole essere mio discepolo, prenda la sua croce».
Preghiera universale
Fratelli, la croce è uno scandalo, e spesso provoca lamenti, ribellioni, bestemmie. Eppure Cristo afferma: «Se qualcuno vuole essere mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua». Accogliamo con vero spirito di fede questa parola di Gesù, e andiamo con lui al Calvario portando ognuno la nostra croce.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La Chiesa continua l'opera di Cristo. Perché sia pronta ad affrontare la prova per adempiere la sua missione, persuasa che per essa, come per Cristo, l'unica via della salvezza è quella della croce:
preghiamo.
2. Per i pastori che sarebbero tentati ad abbandonare il loro servizio a motivo delle difficoltà che incontrano. Perché non si scoraggino ma, sedotti da Cristo come il profeta Geremia, perseverino valorosamente nella loro vocazione: preghiamo.
3. Per quelli che soffrono. Perché nelle loro prove si associno a Cristo crocifisso, trasformandole così in fonte di purificazione, prove d'amore nel cammino verso Dio: preghiamo.
4. Per coloro che lottano per la rivendicazione dei diritti dei poveri e dei deboli. Perché continuino instancabilmente nei loro sforzi per instaurare una società più umana e più fraterna: preghiamo.
5. Per tutti noi qui riuniti, come ogni domenica, attorno alla mensa eucaristica. Perché si realizzi in noi un perfetto accordo tra culto e vita, tra pratica religiosa e spirito di fede nel nostro modo di vivere e di operare: preghiamo.
Signore, Dio nostro, il Figlio tuo ci ha avvisati che, per essere suoi discepoli, dobbiamo percorrere una via disseminata di difficoltà. Aiutaci ad avanzare risolutamente, nella certezza che dopo le sofferenze della croce, arriveremo alla gioia che tu riservi agli eletti del tuo cuore. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Amare Dio, il Padre dei cieli, vuol dire fare la sua volontà: sia essa la nostra regola di vita.
Parole di congedo e di saluto
Abbiamo celebrato il mistero eucaristico: ora dobbiamo viverlo giorno per giorno, nell'accettazione gioiosa delle prove della vita, e nel dono di noi stessi ai fratelli.