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Testi dell'editrice Elledici
Il messaggio della liturgia di questa domenica è tanto netto quanto essenziale per la nostra fede. I nostri mezzi terreni, la nostra esperienza, le nostre forze, la nostra immaginazione, non bastano per essere veri Cristiani. Questa consapevolezza nasce dallo sguardo più realista di tutti sulla nostra vita: siamo imperfetti, non solo di fronte a Dio ma anche rispetto a ciò che vorremmo essere. Solo Dio, solo Gesù Cristo ci possono indicare una nuova via: essere autenticamente noi stessi, e quindi arrivare a Lui.
Signore, non riusciamo a superare il nostro "io" e mettere Te al centro del nostro cuore. Abbi pietà di noi.
Cristo, la nostra imperfezione rimane per noi una vergogna e non capiamo che proprio essa è stata da Te redenta. Abbi pietà di noi.
Signore, troppe volte crediamo di agire per Te e invece agiamo solo per noi. Abbi pietà di noi.fallimenti ci fanno perdere di vista il fatto che tu rinnovi sempre il tuo amore. Signore pietà.
Prima lettura - Ger 17, 5 - 8: Maledetto chi confida nell'uomo; benedetto chi confida nel Signore.
L'uomo che confida nell'uomo non è maledetto da Dio bensì da se stesso. Non accettando nessuna realtà a parte la sua, Egli si condanna a sopportare il peso dei propri limiti, delle proprie imperfezioni e dei propri tradimenti. Solo Dio, cooperando con l'uomo, può far giungere ad una vita benedetta dalla Gioia.
Dal Salmo 1: Beato l'uomo che confida nel Signore.
Ciò che ci è proprio è la capacità di saper sempre rinvenire nella nostra esistenza la fonte della vita: il Signore nostro Dio (nella sezione Canti a Messa, il canto di un ritornello responsoriale al Salmo).
Seconda lettura - 1 Cor 15, 12. 16-20: Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede.
Paolo giunge al centro del suo discorso e del cristianesimo e afferma la risurrezione di Cristo. La nostra speranza non è una speranza tra le tante: si fonda sulla risurrezione di Cristo, come anche la nostra fede si fonda sulla risurrezione di Cristo. Se rimaniamo nel nostro orizzonte la risurrezione è un assurdo. Ma l'amore di Dio per l'uomo non può essere impedito neppure dalla morte.
Canto al Vangelo: Alleluia, Alleluia. Rallegratevi ed esultate, dice il Signore, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Alleluia.
Vangelo - Lc 6, 17. 20-26: Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
La beatitudine che Gesù annuncia trasforma e rinnova il modo di pensare del mondo. Non si tratta tuttavia di una vaga promessa futura di fronte ad un presente doloroso e inaccettabile. Significa rendersi conto della realtà e viverla autenticamente. Significa sentire la presenza di Dio.
Gesù non ci propone un pensiero consolatorio o una buona filosofia di vita. Egli parla di ciò che il nostro cuore ha sempre cercato: una speranza autentica che non muore. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici beati in te.
1. Perché, consci di non essere salvi grazie a noi stessi bensì per dono di Dio, non condanniamo mai gli altri col nostro giudizio. Preghiamo.
2. Perché la nostra ricchezza sia sempre al servizio della povertà. Preghiamo.
3. Perché capiamo che il significato più autentico dell'essere uomini e l'orizzonte più ampio cui possiamo aspirare consistono nel ricercare te. Preghiamo.
4. Perché sappiamo accogliere pienamente la realtà della morte, senza ricercare la fuga della disperazione. Preghiamo.
O Padre, tu sei la luce che illumina ogni momento della nostra vita: aiutaci a non avanzare in essa come dei ciechi che non sanno andare al di là della loro oscurità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Cristo ci ha testimoniato che nessuna speranza è mai vana e nessuna gioia è mai perduta se ci affidiamo al Dio, rivolgiamoci al Padre con le parole ch'Egli stesso ci ha insegnato, diciamo insieme...