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Testi dell'editrice Elledici
Le parole di Dio al profeta Geremia: "Non spaventarti davanti a loro, altrimenti sarò io a farti paura di fronte a loro", sembrano risuonare nel Vangelo di Luca. Dobbiamo essere capaci di non accontentarci, di non ricercare solo le cose facili, di non fare solo ciò che possiamo fare mettendoci poco in gioco. Dio ci chiede una scelta radicale: dobbiamo riconoscerlo e riconoscerlo in Gesù, vero Dio e vero uomo. Se non siamo capaci di farlo non possiamo accampare scuse di alcun genere.
Signore Gesù, siamo chiamati a essere tuoi testimoni eppure spesso siamo occasione di scandalo. Signore pietà.
Cristo Gesù, da te abbiamo ricevuto tutto, troppe volte cerchiamo di escluderti per possedere qualcosa. Cristo pietà.
Signore Gesù, il nostro discernimento è debole perché la nostra fedeltà è fragile. Signore, pietà.
Prima lettura - Ger 1, 4 - 5. 17 - 19: Ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Dio ci ama da sempre, la nostra vita non nasce e non si svolge per caso; quello che ci viene richiesto con forza è di accettare questa verità. Se siamo capaci di farlo allora l'unione tra noi e il Padre è davvero invincibile.
Dal Salmo 70: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
Ciò che Dio ci ha dato non è nulla in confronto a ciò che ci attende. Col salmista siamo sicuri che, pur se istruiti fin dalla giovinezza, ancora oggi possiamo proclamare le sue meraviglie (nella sezione Canti a Messa, il canto di un ritornello responsoriale al Salmo).
Seconda lettura - 1 Cor 12, 31 - 13, 13: Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la carità.
La riflessione di Paolo ci introduce immediatamente al vangelo di oggi: dobbiamo essere capaci di eliminare ciò che è da bambini, questo è essenziale per riuscire a trovare Dio in Cristo. La carità non può arrestarsi o incancrenirsi nel passato, essa deve conquistare e conquistarci, o la verità del Vangelo ci sarà sempre sconosciuta.
Canto al Vangelo: Alleluia, Alleluia. Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione. Alleluia.
Vangelo - Lc 4, 21 - 30: Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.
L'incredulità dei concittadini di Gesù è molto vicina a quella di molti di noi oggi. Proprio chi ha ricevuto il dono di una vita ricca della presenza di Dio, illuminata dalla sua parola, corre il rischio di perdere fiducia, di voler richiedere qualcosa di straordinario per credere. Gesù è molto chiaro su questo punto: la salvezza di Dio non è limitata né scontata. È inesauribile e difficilmente riconoscibile, specialmente da coloro che gli sono più vicini.
Gesù è nato e cresciuto in mezzo a noi. La nostra assemblea ci testimonia ancora oggi questa sua vicinanza. Siamo chiamati a riconoscere sempre tutto ciò come un dono. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fa' che accogliamo la tua parola.
1. Perché l'esperienza liturgica sia sempre consuetudine serena e mai logora abitudine. Preghiamo.
2. Perché, impegnati a ricercare la verità, non trascuriamo i piccoli segni d'amore che abbiamo intorno. Preghiamo.
3. Perché sappiamo essere coraggiosi nell'addentrarci nella conoscenza di te. Preghiamo.
4. Perché sappiamo aprirci sempre al dialogo con i non cristiani, coscienti che la voce del Padre risuona anche in loro e attraverso di loro. Preghiamo.
O Padre, fa' che, anche in una società intrisa dei segni della sua presenza nella Storia, sappiamo riconoscere la meraviglia e la novità che Gesù Cristo è tuo Figlio e nostro fratello. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Il Padre ci segue e ci accoglie da sempre, esprimiamo questa sicurezza con le parole che Gesù ci ha insegnato...