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III DOMENICA DI PASQUA C
TESTIMONI DELLA FEDE IN CRISTO RISORTO
“Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo” (At 5,32)
Parole di accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, noi professiamo di credere in Cristo risorto. Ma la nostra fede è autentica? Per darne un giudizio, basta vedere se essa fa di noi dei testimoni ardenti, generosi, veritieri. Dopo la risurrezione, vediamo gli apostoli, riuniti intorno a Pietro, preoccupati di dare testimonianza della loro fede in Cristo risorto. Nulla ferma il loro slancio e il loro entusiasmo, né le incomprensioni né le persecuzioni.
Senza mai cedere, andranno fino al martirio.
Se la stessa fede è in noi, essa farà anche di noi dei veri testimoni di Cristo, che mostrano al mondo la sua bontà, la sua verità, il suo amore. In questo modo renderanno evidente agli occhi di tutti la vittoria del Risorto.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Cristiani, discepoli di Cristo, dobbiamo portare la testimonianza della nostra fede davanti al mondo. Ne siamo veramente convinti? Ne abbiamo il desiderio e la voglia?
- Ci sentiamo solidali con le iniziative prese dalla Chiesa per estendere il regno di Dio? Diamo anche il nostro contributo?
- Siamo talvolta frenati nelle nostre iniziative dalla paura di attirarci delle noie, di suscitare critiche e urtare gli oppositori?
2. Invocazioni
- Signore, che, come tuoi figli, ci esorti a lavorare alla diffusione del tuo regno, abbi pietà di noi.
- Cristo, umiliato fino alla croce, prima di essere coronato di gloria, abbi pietà di noi.
- Signore, nostra luce nella notte, nostra forza nelle prove, abbi pietà di noi.
Prima lettura (At 5,27-41): L'eroica testimonianza degli apostoli
Costretti a comparire davanti al gran consiglio di Gerusalemme, il Sinedrio, gli apostoli proclamano la loro fede in Gesù risorto e, nonostante tutte le minacce, rifiutano di sospendere la predicazione.
a. Arrestati e gettati in prigione per la seconda volta dai capi religiosi ebrei e liberati miracolosamente, sono trascinati di nuovo davanti al Sinedrio.
b. Essi spiegano per quale ragione non hanno tenuto conto della proibizione ricevuta, di non parlare più del Cristo risorto. «E meglio obbedire a Dio che agli uomini», dichiara coraggiosamente san Pietro.
c. Come cristiani dobbiamo anche portare la testimonianza della nostra fede ovunque noi siamo, qualunque sia la nostra posizione sociale e la nostra cultura. Ne abbiamo sempre il coraggio?
Salmo penitenziale (Sal. 29): Canto di riconoscenza
Umiliato, annientato fino all'ignominia della croce, Cristo ha levato il suo grido al Padre. Il Padre l'ha ascoltato, lo ha risollevato, lo ha risuscitato, l'ha glorificato. Rallegriamoci con lui e con tutta la Chiesa.
Rit.: Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
Seconda lettura (Ap 5,11-14): Gloria all'agnello immolato
San Giovanni, introdotto durante la sua estasi nel santuario celeste, ci fa assistere ad una grandiosa liturgia: unito agli spiriti beati, l'universo intero esalta l'agnello immolato,
a. Sappiamo già che san Giovanni, esiliato nell'isola di Patmos, ha scritto il libro dell'Apocalisse per rafforzare la fede dei primi cristiani, esposti a terribili persecuzioni.
b. La visione di Cristo, risuscitato nella gloria e che riceve in cielo l'onore del trionfo, deve dar loro il coraggio di sopportare valorosamente le prove.
c. Se la nostra fedeltà a Cristo ci procura talvolta delle critiche e anche delle noie più gravi, sappiamo ricordarci che solo per mezzo della croce Gesù ha meritato l'onore, la lode e la gloria. Per dove è passato il Maestro è necessario che passino anche i suoi discepoli.
Vangelo (Gv 21,1-19): La pesca miracolosa e il primato di Pietro
Nel corso delle sue apparizioni sulle rive del lago di Tiberiade, il signore affida a Pietro la missione di guidare la sua Chiesa, e gli predice anche il martirio.
a. Questo capitolo, scritto dopo la morte di Pietro e aggiunto al vangelo di san Giovanni, ha lo scopo di mettere in evidenza il primato di Pietro.
b. Nonostante la sua triplice negazione, il Signore affida ugualmente a Pietro le redini del comando. È una missione che esigerà da lui molto amore. Per tre volte infatti Gesù gli rivolge la domanda: «Pietro, mi ami tu?»
c. Il papa è il successore diretto di san Pietro. Accettiamo sempre le sue direttive con fede e umiltà, con riconoscenza e gioia? Ascoltare il papa vuol dire ascoltare Cristo stesso.
Suggerimenti per l'omelia
Noi professiamo di credere in Cristo. Alla domanda che qualche volta ci viene rivolta: «Siete cristiani?», rispondiamo senza esitare: «Ma certo! Siamo battezzati!»
Questo va bene! Ma la nostra fede in Cristo è reale? Per esserne certi, dobbiamo verificare se essa fa di noi dei testimoni di Cristo.
- E’ una testimonianza difficile. Vivere la propria fede non è mai stato facile, e oggi lo è ancor meno. Perché significa andare contro corrente, rifiutare certe idee quasi connaturate; vuol dire esporsi a serie difficoltà, correre il rischio di essere incompresi e rifiutati. Ma, qualunque cosa succeda, il cristiano deve ricordarsi che Cristo è sempre al suo fianco, e da questa certezza deve attingere la forza di vivere la sua fede, malgrado tutto.
- Dev'essere una testimonianza vera. Non atteggiamenti fittizi, non discorsi moraleggianti, non apologetica saccente. Ci vuole solo la vita conforme al Vangelo, nelle attività di ogni giorno, nelle relazioni con la famiglia e con i vicini, nell'impegno professionale, sociale o anche politico. Una testimonianza vera, che sarà tanto più efficace quanto più si libererà da ogni falsità e da ogni ipocrisia.
- Dev'essere una testimonianza umile: non altera, non autoritaria né paternalistica. Deve presupporre il rispetto più assoluto degli altri, della loro individualità, del loro modo di pensare. Bisogna saper ascoltare, sforzarsi di comprendere; parlare agli altri cuore a cuore, da uomo a uomo; questo è il modo migliore per far sì che la loro porta si apra a Cristo: l'apriranno essi stessi.
Preghiera universale
Fratelli, mentre festeggiamo il Cristo risorto, non ci nascondiamo le difficoltà che ostacolano il cammino di chi vuol essere suo discepolo. Domandiamo di saper attingere dalla fede nella presenza di Cristo nel cuore della Chiesa, il coraggio d'affrontare le lotte che sono inerenti alla vita cristiana.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Il Cristo è vivo e operante nella sua Chiesa, specialmente nella persona del papa, diretto successore di san Pietro. Perché i cristiani sappiano scoprire e siano convinti di questa presenza:
preghiamo.
2. Il tempo delle persecuzioni non è mai finito: e quanti fratelli soffrono anche oggi per la loro fede! Perché Cristo sia la loro forza e il loro sostegno nella prova: preghiamo.
3. Ovunque noi siamo, dobbiamo offrire al mondo la testimonianza della nostra fede in Cristo. Perché sappiamo darla con una vita tutta dedizione e servizio: preghiamo.
4. In queste settimane, nelle parrocchie i bambini si preparano a fare la loro professione di fede. Perché essi e anche i loro genitori comprendano l'importanza di questo passo: preghiamo.
5. Perché le nostre assemblee domenicali siano delle vere comunità di credenti, in cui ciascuno si sente sostenuto e stimolato dalla fede e dalla carità di tutti: preghiamo.
Signore, tu hai incaricato la Chiesa di continuare la tua opera di salvezza. Insegnaci a comprendere la sua missione, a condividere la sua fatica, a sostenerla nei suoi sforzi e nelle sue lotte, affinché per mezzo di essa sia assicurato il trionfo del tuo Figlio, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Da vero figlio di Dio, il cristiano deve conformarsi alla volontà del Padre che è nei cieli, sull'esempio di Cristo. Tutti insieme esprimiamo di cuore il nostro desiderio che sia veramente cosi.
Parole di congedo e di saluto
Forti della presenza di Cristo che vive in noi e per mezzo della fede e dell'amore, impegniamoci ad essere i testimoni del suo Vangelo, anche se ci costerà delle noie.