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V DOMENICA DI QUARESIMA A
LA PROSPETTIVA DELLA RISURREZIONE
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà…” (Gv 11,25)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la quinta domenica di quaresima può essere chiamata «la domenica della speranza cristiana».
La speranza cristiana è la «certezza assoluta», ancorata nel profondo del cuore, che Dio ci ama e nulla permette che non sia a nostra utilità. Questa virtù ci aiuta ad affrontare le difficoltà della vita, ad accettare le prove, ad essere forti nella sofferenza, sereni e tranquilli anche nella prospettiva della morte.
Cristo stesso ci ha stabiliti in questa speranza, quando ha detto, rivolto a Marta davanti al sepolcro del fratello Lazzaro: «Chi crede in me, anche se muore, vivrà». La nostra risposta dev'essere la stessa di Marta: «Io credo, Signore, che tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente».
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Quando Cristo ci dice: Io sono la risurrezione e la vita!, abbiamo anche noi tanta fede, da poter rispondere come Marta: «Sì, Signore, io credo»?
- Questa fede in Cristo è la luce che illumina la nostra vita, che ispira le nostre decisioni, che motiva le nostre iniziative, che ci conforta nelle pene, nei dolori, negli insuccessi?
- Nelle nostre preghiere domandiamo - per noi e per i nostri fratelli - lo spirito di fortezza che ci sostenga nella prova e ci dia fiducia nell'avvenire?
2. Invocazioni
- Signore, che nel tuo amore infinito comunichi agli uomini la tua vita divina, abbi pietà di noi.
- Cristo, che sei la risurrezione e la vita, abbi pietà di noi.
- Signore, principio di vita, sostegno della nostra fede, fortezza degli oppressi, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Ez 37,12-14): La risurrezione del popolo di Dio
Al popolo d'Israele oppresso e quasi annientato dalla prova dell'esilio, il profeta Ezechiele annuncia che il Signore lo strapperà, per così dire, dalla tomba e lo ricondurrà alla sua patria.
a. Questo «oracolo del Signore» fa séguito alla famosa visione delle «ossa aride», che simboleggiano la rovina d'Israele. Ecco che queste ossa si coprono di muscoli e di carne, e che un soffio di vita le rianima.
b. Possiamo considerare questa visione come l'annuncio della risurrezione dei morti? Di fatto la Bibbia e la liturgia la interpretano in questo senso.
c. Le prove e i dolori della vita possono darci l'impressione di essere come chiusi in una tomba. Non dobbiamo mai disperare: l'amore di Dio apre le tombe. Apre la tomba del peccato per risuscitare le anime, aprirà le tombe del cimitero per risuscitare i corpi.
Salmo responsoriale (Sal 129): Sperare contro ogni speranza
Per quanto grande sia la nostra miseria, e profondo l'abisso in cui siamo precipitati, il Signore ci darà sempre conforto, salvezza, liberazione e vita.
Rit.: Il Signore è bontà e misericordia.
Seconda lettura (Rm 8,8-11): Lo Spirito che ha risuscitato Cristo abita In noi per darci la vita
Grazie a Cristo, morto e risuscitato per noi - scrive san Paolo -' lo Spirito Santo vive in noi, ci libera dalla schiavitù del peccato e ci comunica la nuova vita: la vita dei figli di Dio.
a. Un testo meraviglioso: per san Paolo il cristiano, essere di carne, destinato alla morte e segnato dal peccato, riceve col battesimo lo Spirito di Cristo, principio di vita e di risurrezione.
b. Da questo comprendiamo che non c'è mai da disperare: le tendenze della carne che portano al peccato e alla morte sono vinte dalla forza dello Spirito, che porta alla vita.
c. E necessario quindi che noi ci mostriamo docili alle ispirazioni dello Spirito Santo che abita in noi. La sua azione tende solo a sostenerci e ad aprirci la via alla vita eterna.
Vangelo (Gv 11,1-45): La risurrezione di Lazzaro
La risurrezione di Lazzaro ci offre un profondo insegnamento teologico, di grande valore: deve suscitare in noi una fede assoluta nella persona di Cristo, padrone della vita e della morte.
a. La scena si svolge a Betania - villaggio vicino a Gerusalemme - durante l'ultimo viaggio di Gesù, che s'incammina sereno verso il suo sacrificio. Gesù l'ha già annunciato anche agli apostoli.
b. Egli compie questo miracolo come un segno: prima perché il Padre sia glorificato nella sua persona, poi perché i suoi discepoli credano che egli è l'inviato del Padre.
c. Il grido di Marta: «Io credo che tu sei il Cristo, il figlio di Dio», definisce perfettamente quello che è la fede cristiana: non la semplice adesione ad un insegnamento, ma l'attaccamento di tutto l'essere alla persona vivente di Gesù Cristo.
Suggerimenti per l'omelia
Oggi il mondo ha bisogno soprattutto di speranza, e specialmente della speranza cristiana, che è presenza d'amore. E questa la speranza che riempie il nostro cuore? E quale forza ci procura nelle difficoltà?
- Il nostro è un mondo disperato e deprimente. Mondo di tenebre:
nessuna luce per rischiarare e dare all'uomo il senso della vita; prosperano le teorie filosofiche più contraddittorie, pullulano le sette religiose, e ognuna pubblicizza la sua ricetta di vita. Mondo di odio:
i violenti trionfano, i deboli sono oppressi, le classi sociali si combattono, i popoli tremano di fronte alla minaccia di uno scontro generale. Mondo di corruzione: l'inquinamento materiale non è che un riflesso dell'inquinamento e della corruzione spirituale e morale, che sono da temere molto di più.
- Ma noi cristiani possediamo una speranza incrollabile. Speranza che non è illusione, oppio dei popoli - come disse qualcuno -; ma che è «certezza assoluta»: «Non temere, piccolo gregge: io sono con voi». Speranza che è vittoria della fede: Cristo ha vinto le potenze del male con il suo trionfo sulla morte. Speranza che è soprattutto vittoria dell'amore: nessuno ha mai amato come lui ha amato, e il suo amore divampa oggi come ieri, divamperà domani e sempre. Cristo è sempre al centro della nostra vita: non per eliminare la prova, ma per farcela accettare in una nuova prospettiva e per aiutarci a superare insieme con lui, per mezzo dell'amore.
Sostenuti da questa speranza, noi cammineremo sempre con coraggio, serenità e gioia sulla via della vita, nella certezza che essa ci conduce alla casa del Padre.
Preghiera universale
Fratelli, ci sentiamo chiamati in causa quando Gesù chiede a Marta: «Credi tu in me?». Senza questa fede in lui non possiamo certo dirci cristiani. Preghiamo per ottenere da Dio una fede solida, che ci renda incrollabili di fronte a tutte le difficoltà della vita.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la Chiesa. Perché nel nostro mondo sconvolto proclami il messaggio di Cristo e faccia splendere la luce del vangelo, sorgente di speranza e di gioia: preghiamo.
2. Per tutti gli uomini. Perché alla luce di Cristo scoprano il vero senso della vita e invece di pensare alla fatalità, si abbandonino fiduciosi nelle mani di Dio: preghiamo.
3. Per i cristiani. Perché in questo tempo si uniscano strettamente a Cristo nel mistero della sua morte e della sua risurrezione: preghiamo.
4. Per i malati, gli afflitti e i perseguitati. Perché vivano con fede e coraggio il mistero della croce di Cristo, e si preparino a gustare con lui la gioia del trionfo pasquale: preghiamo.
5. Per noi stessi. Perché uniti nella preghiera viviamo intensamente il dramma della passione del Signore, per ricavarne un aumento di fede, di speranza e di carità: preghiamo.
Signore Gesù, che hai vinto la morte risuscitando il tuo amico Lazzaro, sciogli anche noi dai legami del dubbio, dell'indifferenza, dell'egoismo e dello scoraggiamento. Fa' che ritorniamo alla vera vita della fede, della generosità, dell'entusiasmo e della gioia, e siamo in grado di aprire anche ai fratelli le porte della libertà e della pace. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Rafforzati nella nostra fede nella paterna bontà di Dio, recitiamo in unione con Cristo la preghiera che abbiamo imparato fin dalla più tenera infanzia.
Parole dl congedo e dl saluto
Cristo è la risurrezione e la vita. Per quante siano le difficoltà e le prove manteniamo nel cuore la speranza e cerchiamo di comunicare anche ai fratelli la nostra fede e la nostra serenità.