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XXXIV DOMENICA ORDINARIA C
IL REGNO DI CRISTO
“Ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto” (Col 1,13)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la vita di Cristo è finita sul calvario. Si è conclusa con una sconfitta? Agli occhi dei suoi nemici non c'è dubbio. Essi trionfano rumorosa mente guardando il suo corpo coperto di piaghe, scosso dagli spasimi dell'agonia. E anche agli occhi dei suoi discepoli: a parte un piccolo gruppo, se ne sono fuggiti e se ne stanno nascosti.
Quale mistero! E solo a uno dei due ladroni crocifissi con Cristo, che tocca l'onore di riconoscere e proclamare per primo la sua regalità: «Signore, ricordati di me, quando sarai nel tuo regno». Ed è a quell'uomo che Gesù morente fa la promessa:«Oggi sarai con me in paradiso».
È in mezzo alla sofferenza che rifiorisce la giustizia, che nascono la speranza e la pace. La sofferenza assicura la vittoria dell'amore. Ora ricordiamoci che la regalità di Cristo non è altro che regalità dell'amore.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Abbiamo mai cercato di capire il vero senso della regalità di Cristo? Abbiamo pensato anche noi, come i giudei, che si trattasse, sia per lui che per la Chiesa, di un regno e di un potere di questo mondo?
- Soffriamo veramente nel constatare che il regno di Cristo - regno di pace, di giustizia e di amore - è ben lontano dall'essere instaurato?
- Siamo pronti a collaborare con lui per strappare gli uomini dal peccato ed aiutarli ad entrare nel suo regno?
2. Invocazioni
- Signore, che nella tua misericordia ci apri il regno del tuo Figlio diletto, abbi pietà di noi.
- Cristo, re di misericordia e di amore, crocifisso per noi sul calvario, abbi pietà di noi.
- Signore, che apri i nostri occhi e il nostro cuore al mistero della regalità di Cristo, abbi pietà di noi.
Prima lettura (2 Sam 5,1-3): David consacrato re d'Israele
La prima lettura ci fa assistere alla consacrazione del re David:
attorno alla sua persona si realizza l'unificazione di tutte le tribù d’Israele, iniziando così il periodo più glorioso della storia del popolo di Dio.
a. Il destino regale di David riveste una particolare importanza, in quanto egli è l'antenato e l'immagine di Cristo.
b. Come David ha realizzato l'unificazione del popolo d'Israele, così Cristo ha riunito tutti gli uomini in un solò popolo, il popolo di Dio, col sangue versato sulla croce.
c. Questo testo ci permette anche di comprendere il ruolo della Chiesa. Essa è il vero popolo di Dio: per essa e in essa dovrà realizzarsi nel corso del tempo l'unità degli uomini, per costituire il regno di Dio.
Salmo responsoriale (Sai 121): Gerusalemme, città regale
I pellegrini d'Israele, in cammino verso Gerusalemme, la città santa, lasciano traboccare la loro gioia in canti, chiamati «canti della salita». Ne riprendiamo uno per esprimere la nostra felicità di far parte della Chiesa regno di Dio fondata da Cristo, re dell'universo.
Rit.: Regna la pace dove regna il Signore.
Seconda lettura (Col 1,12-20): Il primato di Cristo
San Paolo enumera i titoli che fanno di Cristo il re dell'universo:
egli è il collaboratore del Padre nell'opera della creazione, è il redentore dell'umanità col sacrificio della croce.
a. Dopo aver invitato i Colossesi a ringraziare Dio che li ha associati al regno del suo Figlio, Paolo usa i versetti di un inno liturgico per esaltare la regalità di Cristo.
b. Afferma la sua supremazia, prima nell'ordine della creazione:
tutto è stato creato per mezzo di lui e per lui; poi nell'ordine della riconciliazione, che è stata fatta col suo sangue, versato sulla croce.
c. Col battesimo siamo stati introdotti nel regno di Cristo. Cerchiamo di essere degni di tanto privilegio, vivendo tutta la nostra vita, nelle sue molteplici realtà, per Cristo, con Cristo e in Cristo, perché sia tutta un inno di amore a Dio Padre.
Vangelo (Lc 23,35-43): Il re crocifisso
Cristo è re. Ma in che consiste esattamente la sua regalità? Il brano del Vangelo, preso dal racconto della passione secondo san Luca, che oggi si legge, ci dà la possibilità di definirla: la regalità di Cristo è una regalità di amore; la croce ne è il simbolo vivente.
a. Il racconto di Luca contrappone i diversi atteggiamenti di coloro che sono presenti alla crocifissione: pietà in alcuni, indifferenza in altri, odio nei suoi nemici.
b. Fuori del piccolo gruppo di amici fedeli, uno solo improvvisamente illuminato comprende: il buon ladrone. Egli capisce che il regno per il quale Cristo muore è un regno di amore: la sua preghiera umile e fiduciosa gliene apre le porte.
c. Piaccia al cielo che il nostro atteggiamento e la nostra preghiera davanti al crocifisso siano quelli del buon ladrone. Saremo come lui esauditi se, iniziando da oggi stesso, ci sforzeremo di essere per i nostri fratelli segno di perdono e di amore, queste due realtà fondamentali del regno.
Suggerimenti per l'omelia
In che senso si devono intendere le espressioni: Cristo re, regalità di Cristo? Cerchiamo di afferrare il loro vero significato, e vediamo anche a quali condizioni possiamo far parte di questo regno e lavorare alla sua estensione.
- Che cos 'è il regno di Cristo? Un regno che non assomiglia per nulla ai regni della terra: non è fatto né di territori né di servi. Non si appoggia né alla forza delle armi, né alla violenza del potere, né sul denaro o sulla corruzione. Cristo proclama la sua regalità quando è consegnato a Pilato e incatenato come un criminale. È re quest'uomo deriso, abbandonato dai suoi e coronato di spine? Sì, un re vero, ma di un regno di verità, di pace e di giustizia, di un regno d'amore. Ed è stato mandato dal Padre per instaurare questo regno in mezzo agli uomini.
- Come entrare in questo regno e operare per la sua estensione? E anzitutto un regno di libertà: nessuno è obbligato ad entrarvi e nessuno è costretto a rimanervi. I suoi fondamenti sono la Cede e l'amore: non c'è altra via che vi conduca all'infuori dell'umiltà, della fiducia e dell'amore: amore generoso, disinteressato, ardente, disposto a giungere fino al dono di sé, fino alla croce. «Se qualcuno vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua». La croce è perciò il simbolo più eloquente di questo regno.
Ecco come si costituisce il regno di Cristo re. Esso è il solo che ci porta alla gioia perfetta, il solo che possa dare agli uomini, insieme con la verità, la giustizia e la pace, la pienezza della felicità.
Preghiera universale
Fratelli, Cristo è venuto ad instaurare sulla terra il regno di Dio, Padre suo: un regno di pace, di giustizia, di verità e di amore, nel quale tutti gli uomini sono chiamati ad entrare. Questo regno è ancora lontano dalla sua completezza... Preghiamo perché i cristiani, cittadini di questo regno, sentano nell'intimo del cuore il dovere di lavorare alla sua costruzione e alla sua estensione.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Perché la Chiesa, nonostante tutti gli ostacoli, continui la sua missione di estendere sulla terra il regno di Dio, instaurato da Cristo, suo divino fondatore: preghiamo.
2. Per tutta l'umanità, sempre alle prese con le più gravi difficoltà: perché comprenda che esse non possono essere superate se non con un sincero ritorno al Vangelo: preghiamo.
3. Quanti cristiani vivono nella spensieratezza, unicamente preoccupati del loro benessere temporale. Perché l'appello di Cristo li scuota nel profondo del cuore e risvegli le loro energie:
preghiamo.
4. Ovunque regna il disaccordo: tra i popoli, tra le classi sociali e perfino in seno alle famiglie. Perché i cristiani non dimentichino mai che proprio essi devono essere gli artefici della pace: preghiamo.
5. Il regno di Cristo è un regno di amore: perché tutti nella parrocchia ce ne ricordiamo e si possa dire di noi come dei primi cristiani: Vedi come si amano: preghiamo.
Signore Gesù, Tu vuoi regnare sul mondo con la sola forza dell'amore e nella piena libertà dei cuori. Fa' di tutti noi dei coraggiosi lavoratori del regno, aiutandoci a vivere secondo le esigenze del Vangelo. Tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Recitando la preghiera del Pater, cerchiamo di avere, come Cristo, l'ardente desiderio di lavorare attivamente all'instaurazione del regno di Dio, con lo slancio della nostra fede e l'ardore della nostra carità.
Parole di congedo e di saluto
Segnati col sigillo di Cristo, noi dobbiamo essere gli artefici del suo regno. La nostra carità discreta ma effettiva, sia per i nostri fratelli un invito a camminare sulle orme di Cristo e a diventare suoi discepoli.