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XXXII DOMENICA ORDINARIA C
LA RISURREZIONE DEI MORTI E LA VITA ETERNA
“Dio non è Dio dei morti ma dei vivi, perché tutti vivono per lui” (Lc 20,38)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la Chiesa ci invita oggi a meditare su di una verità fondamentale della fede: quella della risurrezione dei morti. Verità contenuta nel Simbolo: «Credo la risurrezione della carne». I sadducei del Vangelo che la negavano, sembrano diventati legione ai giorni nostri, come è provato dai sondaggi di opinione. Non è raro trovare anche dei cristiani praticanti che vedono nella morte la conclusione di ogni destino umano.
Anche se noi non siamo a questo punto - ciò che Dio non voglia -, la fede nella risurrezione è veramente radicata nel nostro cuore? La sua luce si riflette in tutta la nostra vita? È così forte da farci guardare alla nostra fine con tutta serenità? E nelle nostre sofferenze è fonte di speranza e di conforto?
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- La nostra fede nella risurrezione e nella vita dell'aldilà è così forte da farci vivere quaggiù nella speranza delle realtà eterne?
- Attingiamo da questa fede il coraggio di portare il peso della vita presente, con le sue difficoltà, le sue prove e i suoi dolori?
- La fede nella risurrezione e nella vita futura non deve certo distoglierci dagli impegni della presente; al contrario deve stimolarci a lavorare per rendere questo mondo più giusto, più umano e più fraterno.
2. Invocazioni
- Signore, tu che sei il Dio dei viventi e non dei morti, abbi pietà di noi.
- Cristo, la tua risurrezione è pegno e garanzia della nostra: abbi pietà di noi.
- Signore, che ci aiuti a preparare i cieli nuovi e una terra nuova, abbi pietà di noi.
Prima lettura (2 Mac 7,1-2.9-14) Il martirio dei sette fratelli
La prima lettura ci fa assistere al martirio dei sette fratelli Maccabei che, piuttosto di rinnegare la loro fede, preferiscono rinunciare alla vita presente, nella speranza che Dio li avrebbe risuscitati un giorno per la vita eterna.
a. Verso l'anno 169 prima di Cristo, Antioco Epifane occupa la Palestina e pretende di imporre ai Giudei gli usi della vita pagana, contrari alla legge di Mosè.
b. Ma si scontra con una resistenza eroica. Così, tra gli altri, i sette fratelli Maccabei muoiono tra atroci tormenti, sotto gli occhi della madre che non cessa di incoraggiarli.
c. Lungo i secoli il coraggio dei martiri si è sempre alimentato alla speranza della risurrezione. È la stessa speranza che ispira e sostiene, nelle anime di fede, la vita di tutti i giorni, che non raramente è proprio un martirio «a fuoco lento».
Salmo responsoriale (Sal 16): Nell'attesa della risurrezione
Discepoli di Cristo, noi sappiamo che Dio, nostro celeste Padre, veglia su di noi, in attesa di prenderci con sé, perché possiamo stare di fronte a lui faccia a faccia. Cantiamo questa Jède ed esultiamo con questa speranza.
Rit.: Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
Seconda lettura (2 Ts 2,16-3,5): Esortazione alla perseveranza
San Paolo esorta i Tessalonicesi a mantenersi fedeli agli insegnamenti ricevuti, a perseverare e a crescere nella fede, sicuri del sostegno di Dio e del Signore Gesù Cristo.
a. La domenica scorsa abbiamo sentito san Paolo escludere categoricamente l'eventualità di un imminente ritorno del Signore, e condannare quelli che ne traevano pretesto per starsene senza far nulla.
b. Invece durante la vita, la certezza della venuta di Cristo deve essere per il cristiano un fermento di vita spirituale, sostenendo la sua speranza e ravvivando la sua preghiera.
c. Esortazione altrettanto necessaria anche oggi. La fede non è mai stata così subdolamente attaccata come nello scorcio di questo secolo. Per conservarla integra e per fortificarla, ascoltiamo e mettiamo in pratica le raccomandazioni dell'apostolo.
Vangelo (Lc 20,27-38) Il Dio dei vivi
In risposta ad un'obiezione fatta dai sadducei, una delle principali sette giudaiche dell'epoca, il Signore afferma categoricamente la risurrezione dei morti, che essi mettevano in dubbio e arrivavano anche a negare.
a. Per sostenere la loro tesi e mettere in ridicolo Cristo, presentano il caso inverosimile di una donna che avrebbe avuto successivamente sette mariti: nell'aldilà di chi sarà sposa?
b. E’ una questione mal posta e assolutamente oziosa, ritorce loro il divino maestro. Il mondo della risurrezione non obbedisce alle leggi del mondo presente: tra i due non c'è una analogia.
c. Neppure noi dobbiamo perderci in questioni e in discussioni inutili. Cerchiamo semplicemente di vivere nella grazia di Dio, pronti a rispondere alla sua chiamata per essere introdotti, glorificati, nello splendore della vita eterna.
Suggerimenti per l'omelia
Noi aspiriamo alla «pienezza della vita». Ma questa aspirazione, che proviene dal profondo del nostro essere, può avere un senso soltanto se crediamo che dopo la vita presente, effimera e precaria, c'è l'eterna vita, nella quale l'uomo entra trionfando sulla morte con la risurrezione. Di qui l'importanza fondamentale di questa verità di fede.
- Questa verità è solo ipotesi o certezza assoluta? Quando noi la sentiamo annunciare nelle letture bibliche o nelle prediche, la colleghiamo sempre ad una certa reticenza, ad un certo dubbio più o meno chiaramente formulato: E chi lo sa? La mentalità del nostro tempo ci porterebbe a rifiutarla. Perciò è indispensabile, se vogliamo che essa conservi tutta la sua vitalità, che noi accettiamo senza riserve l'affermazione di Cristo: «Io sono la risurrezione e la vita:
chi crede in me, anche se muore vivrà!»
- Questa certezza di fede in che modo ci fa considerare la morte? Certamente la morte è uno strappo fatale e una distruzione: ci toglie beni e ricchezze, spezza tutti i legami anche degli affetti più cari. Ma se la consideriamo alla luce della fede prende un altro aspetto, perché noi sappiamo ch'essa distrugge solo l'avere e il sembrare, mentre lascia intatto l'essere.
Quindi, invece di un annientamento, essa è uno sfociare e un rifiorire nella pienezza: passaggio da una vita che finisce ad un'altra che non finirà mai più; da una dimora terrena, mai priva di dolori e di lacrime, alla dimora eterna, dove riceveremo dalle mani del Padre la pienezza della vita e della gloria, con Cristo e in Cristo.
Preghiera universale
Fratelli, la risurrezione del corpo è una delle verità fondamentali rivelate da Cristo, che la Chiesa è incaricata di ricordare instancabilmente agli uomini. Preghiamo perché la fede in questo mistero si rafforzi in noi e dia un vero senso alla nostra attività di quaggiù.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Perché i responsabili della Chiesa non dimentichino mai che la loro principale missione è quella di incamminare gli uomini verso il regno eterno di Dio: preghiamo.
2. Per tutta l'umanità: perché la cura di provvedere alle necessità temporali non faccia mai perdere di vista la vita futura e il dovere di prepararvisi: preghiamo.
3. La tomba non è la fine di tutto... Perché questa certezza di fede rianimi la speranza di quelli che soffrono e li sostenga nella loro ardua salita verso il cielo: preghiamo.
4. Quanti cercano la verità nell'angoscia del dubbio! Perché la grazia di Dio trasformi le loro tenebre in luce e li guidi a credere fermamente nella vita dell'aldilà: preghiamo.
5. Per la nostra comunità: perché la fede nella risurrezione susciti in noi il desiderio di aiutarci come fratelli nel cammino gioioso e anche duro verso il regno: preghiamo.
Signore Gesù, tu vuoi che avanziamo nella scia luminosa della risurrezione. No, per noi la morte non è la caduta nel nulla, ma l'ingresso nella vita di Dio, Padre tuo. Conserva salda nel nostro cuore questa fede, perché sia luce che rischiara, coraggio che fortifica, conforto e gioiosa speranza. Tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Noi viviamo nell'attesa del regno di Dio, il regno di amore dove Cristo ci ha preparato un posto: per avere il diritto di entrarvi, recitiamo uniti a Cristo, la preghiera dei figli di Dio.
Parole dl congedo e di saluto
La vita di quaggiù è breve, precaria ed effimera. Viviamola in un grande spirito di fede, perché essa sbocchi nel regno di Dio.