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X DOMENICA ORDINARIA C
LA VERA VITA NELLA LUCE DELLA RISURREZIONE
“Giovinetto, dico a te: Alzati!” (Lc 7,14)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, chi ci darà la pienezza della vita? Chi ci farà raggiungere la completezza di tutto il nostro essere, della quale portiamo nell'intimo l'aspirazione più ardente?
La vita di quaggiù? Siamo illusi se contiamo su di essa. Si possono chiamare vita questi anni segnati dalla sofferenza, dalla malattia, dalla prova? E vita conseguire a gran fatica dei successi per poi vederli finire nel buio di una tomba? È vita quella dei genitori che hanno bambini handicappati o anormali? Si può chiamare vita quella di tanti abbandonati, isolati, prigionieri? Ebbene, si'. Ma ad una condizione: credere in Cristo e porre ogni fondamento su di lui. Egli ci insegna che al di là di questo mondo che passa, ce n'è uno che non passa; che dopo questa vita mortale c'è la vita immortale.
Ecco ciò che dà un senso alla vita presente. Le croci che si incontrano ad ogni passo, brilleranno come quella del calvario di tutta la luce della risurrezione, e per sempre.
Preparazione penitenziale
I. Riflessione
- Quale senso diamo alla vita presente? La riempiamo di idoli:
denaro, piaceri, divertimenti, comodità, riuscita sociale, amor proprio, ai quali poi tutto viene sacrificato?
- Sappiamo invece guardarla alla luce della fede, convinti che essa non sbocca nel nulla ma che si apre alla vita eterna?
- In questa prospettiva, la sola vera e realistica, dobbiamo accettare e vivere la vita di quaggiù, sforzandoci di darle un valore di eternità. Solo in questa prospettiva tutto è grazia.
2. Invocazioni
- Signore, che hai creato l'uomo a tua immagine perché partecipi
della tua immortalità, abbi pietà di noi.
- Cristo, mandato dal Padre per insegnare all'uomo a preparare il suo eterno destino, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci aiuti a fare della nostra vita, mistero di croce, un mistero di amore in Cristo, abbi pietà di noi.
Prima lettura (1 Re 17,17-24): Ella risuscita il figlio della vedova
In pieno territorio pagano dove è stato costretto a rifugiarsi, Elia ridona la vita al figlio di una povera vedova, presso la quale ha trovato ospitalità. Il profeta dimostra così che il Signore è il Dio dei viventi e che la sua potenza non ha limiti.
a. Per essersi eretto a difensore del Dio vero contro le divinità pagane, introdotte in Israele dall'empia regina Jezabel, Elia, minacciato di morte, è costretto a fuggire.
b. Si è rifugiato a Sarepta, dove una povera vedova gli dà ospitalità, nonostante la sua assoluta miseria. Ma ne sarà ricompensata: Elia le riporta in vita il figlio che è morto.
c. Trascinato da una regina idolatra, il popolo eletto si è staccato da Jahwè, suo Dio. E cosa si può dire della nostra nazione? della sua religiosità? Varie volte il papa l'ha esortata a non dimenticare, a non tradire le sue antiche e profonde tradizioni cristiane. Il Signore abbia pietà di tutti noi e ci faccia ritornare alla luce della fede.
Salmo responsoriale (Sai 29): Canto dl riconoscenza
Un malato guarito canta la sua riconoscenza a Dio che gli ha restituito la salute. Cantiamo ed esaltiamo anche noi colui che ha cambiato il nostro lamento in danza, le nostre lacrime in canti di gioia, la nostra morte nella vita eterna.
Rit.: Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
Seconda lettura (Gal 1,11-19): Autenticità della missione di Paolo
Per giustificare il ministero che esercita presso i Galati e che alcuni contestano, san Paolo racconta come sia stato chiamato da Dio stesso: la sua vocazione viene da Dio e da nessun altro.
a. Rispondendo alle calunnie di cui è fatto oggetto da parte dei suoi oppositori, Paolo ribadisce che il suo Vangelo e la sua missione vengono da Cristo stesso. Dio l'aveva predestinato a questo ministero ancor prima della sua nascita.
b. Del resto va anche a renderne conto a Pietro, e Pietro, responsabile della Chiesa, gli dà la sua approvazione: nessuno quindi ha più il diritto di contestare la sua opera.
c. Non pochi cristiani, soprattutto dopo il Concilio, si sono lasciati incantare da pretesi teologi che, senza mandato, dicevano di interpretarlo, mentre lo tradivano (P. de Lubac). Non cediamo alla voglia di un nuovo vangelo, secondo i gusti e le mode del giorno.
Vangelo (Lc 7,11-17): Risurrezione del figlio della vedova dl Nalm
Alle porte di un villaggio della Galilea Gesù incrocia un corteo funebre: portano alla sepoltura il figlio di una povera vedova. Preso dalla pietà, Gesù risuscita il ragazzo e lo restituisce alla madre.
a. Con quale sovrana semplicità Cristo, mosso a compassione davanti al dolore di quella madre, richiama in vita il defunto e lo rimette tra le braccia della donna!
b. Questo racconto prepara la dichiarazione che Gesù farà qualche giorno più tardi' agli inviati di Giovanni, venuti a domandargli se è veramente lui il messia atteso: «I ciechi vedono, i sordi odono, i morti risorgono».
c. Questa risurrezione ce ne ricorda molte altre che, anche se non così spettacolari, non sono però meno reali e preziose: la risurrezione di tanti e tanti peccatori, ai quali la misericordia di Dio restituisce la vita della grazia.
Suggerimenti per l'omelia
La vita ha un senso? Portiamo in noi stessi un desiderio inappagabile di felicità.
Essere felice! Non c'è fibra del nostro essere che non gridi alto questo desiderio.
- La vita di quaggiù può darci la completezza del nostro essere? No, essa è limitata, effimera: dura appena qualche anno. In più è feconda di prove di ogni sorta. Ci dà anche delle gioie, ma passeggere e che spesso costano sudori, fatiche e lacrime. E i risultati? «L'uomo - dice un poeta - è un angelo caduto, che si ricorda del cielo». La terra non gli basterà mai!
- Solo la vita immortale è in grado di saziare il nostro smisurato desiderio di felicità. Del resto, questo è stato all'origine il piano di Dio: ha creato l'uomo immortale per farlo partecipe della sua felicità. Ingannato dal demonio, sviato dall'orgoglio, l'uomo ha abbandonato la sola via che conduce al Padre: quella dell'obbedienza e dell'amore. Poi la terra ha prodotto solo triboli e spine.
- Cristo - mistero d'amore - è stato mandato a riaprire la via del cielo. Chi ascolta Cristo e lo segue, non può perdersi. In lui e per lui tutto è grazia, anche le pene e le miserie della vita presente:
tutto serve per elevarsi fino al Padre. È la croce di Cristo che ha reso possibile la sua risurrezione il mattino di pasqua: in questa luce le croci della terra, le preoccupazioni, le sofferenze, le lacrime si trasfigurano, si trasformano in gioia eterna. Ricordiamoci della via delle beatitudini: essa conduce alla felicità perché conduce a Dio.
Preghiera universale
Fratelli, chi di noi non ha sentito il vuoto di quelle parole di conforto che si rivolgono a chi è duramente provato da una disgrazia, da una malattia, dalla morte di una persona cara? Ricordiamoci però che per un cristiano che soffre nel dolore c'è un qualcuno che può alleviare la sua angoscia e con fortarlo veramente: è Cristo. Preghiamo che ci sia data una fede abbastanza viva da poter sentire la sua voce.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. «Credo nella risurrezione della carne e nella vita eterna»: verità fondamentali della nostra fede. Perché la Chiesa le proclami altamente in un mondo sconvolto come il nostro: preghiamo.
2. Come al tempo di san Paolo, anche oggi pullulano i falsi profeti che osano, senza mandato, predicare un vangelo di falsità. Perché i cristiani accettino solo quello che viene dai pastori autentici, dal papa e dai vescovi a lui uniti: preghiamo.
3. Davanti allo scandalo della morte, sono molti che si ribellano. Perché cerchino spiegazione e consolazione da Cristo che dice:
«Io sono la risurrezione e la vita»: preghiamo.
4. Per tutti quelli che soffrono: genitori che piangono un figlio perduto, sposi traditi, bambini di famiglie divise. Perché ritrovino vicino al Signore speranza e conforto: preghiamo.
5. Per tutti quelli, nella nostra comunità, che hanno perduto la fede della loro fanciullezza. Perché ritrovino Dio e il suo Cristo per rinascere alla vera vita, garanzia della vita eterna: preghiamo.
Signore Gesù, nel tuo amore per noi sei voluto passare per la sofferenza e per la morte per trionfare e unire anche noi alla tua vittoria. La tua pietà è la sola efficace: quando soffriamo tu ci insegni che il nostro dolore vale se è offerto insieme con il tuo, se le nostre croci diventano la tua. Di fronte alla morte, apri i nostri occhi alla prospettiva della vita eterna, nella quale parteciperemo alla tua gloria, insieme col Padre e con lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Ogni giorno ci imbattiamo nella sofferenza, vero pane di lacrime. Ricordiamoci che Dio è Padre e innalziamo a lui la nostra preghiera con piena fiducia.
Parole dl congedo e di saluto
«Sicuri dell'amore di Dio e forti della nostra fede» sappiamo dar prova di coraggio, di serenità nel dolore, e presentare ai nostri fratelli un volto che rifletta la nostra gioia interiore.