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IV Domenica del Tempo Ordinario - Anno C
Prima Lettura - Ger 1,4-5.17-19
Salmo Responsoriale – Sal 70
Seconda Lettura - 1Cor 12,31-13,13 (forma breve 1Cor 13,4-13)
Vangelo – Lc 4,21-30
Contesto
Col Vangelo di questa IV domenica del tempo ordinario (Lc. 4,21-30) continua la narrazione iniziata col Vangelo di domenica scorsa della prima predica di Gesù nella sinagoga di Nazaret .
Subito dopo aver superato le tentazioni nel deserto, Gesù , spinto dallo Spirito Santo ritorna in Galilea per iniziare la sua predicazione e comincia la sua missione insegnando nelle sinagoghe.
E’ proprio nella sinagoga della sua città che Gesù, dopo aver letto il rotolo di Isaia, si presenta ufficialmente ai suoi compaesani come il Salvatore, applicando a sé le parole del Profeta (Is.61,1-2).
I temi del Vangelo proposto oggi
1) Compimento del disegno di Dio nella persona di Gesù.
“Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”, con questa frase Gesù proclama di essere il Messia, il liberatore del popolo di Israele.
Egli non commenta la profezia di Isaia che ha appena letto, semplicemente la attualizza, afferma che le promesse di un anno di grazia si sono realizzate: l’annuncio del profeta è finalmente diventato realtà, il disegno di salvezza di Dio si realizza nella Sua Persona.
2) La salvezza è per tutti
Richiamandosi alla storia di Israele col doppio esempio di Elia ed Eliseo mandati a portare i segni di Dio ai pagani, Gesù annuncia che la salvezza non è destinata solo agli ebrei:
l’amore di Dio e la Sua grazia sono per tutti gli uomini a prescindere dalla terra di origine, dalle condizioni sociali, dalla stessa religione.
3) Il rifiuto di Gesù da parte dei nazareni
Nel Vangelo di oggi è evidente un brusco cambiamento di atteggiamento nei riguardi di Gesù da parte dei suoi concittadini. Se all’inizio, infatti, essi sono piacevolmente stupiti, entusiasti delle parole di Gesù tanto da rendergli testimonianza, nella seconda parte del brano la loro reazione alle sue affermazioni è durissima: “pieni di sdegno” gli si scagliano contro, lo cacciano dalla città e tentano pure di ucciderlo.
Alla base di questo rifiuto del Signore possiamo individuare due ragioni diverse. Prima di tutto il Messia che presenta Gesù nella sua persona non corrisponde alla loro idea di Messia: essi che aspettavano un Salvatore spettacolare, un uomo straordinario, dotato di carismi eccezionali, capace di compiere azioni magiche e miracolose, non riescono a concepire che Dio agisca attraverso un uomo comune, un compaesano conosciuto da tutti, figlio di un semplice carpentiere.
I nazareni vogliono miracoli e non solo, vogliono anche un Messia a loro completa disposizione. Di qui la loro rabbia di fronte ad un Salvatore il quale si rifiuta di compiere prodigi nella sua città come invece ha fatto a Cafarnao ed afferma chiaramente che la salvezza non è riservata solo a pochi eletti.
Spunti di lavoro con i bambini
Lavoriamo sul rifiuto di Gesù da parte dei suoi compaesani.
L’intento è quello di far comprendere ai ragazzi che anche ad ognuno di noi, così come è accaduto agli abitanti di Nazareth all’epoca di Gesù, può accadere di cercare un Dio a nostro immediato comodo, ognuno di noi può cercare di strumentalizzare Gesù, di accaparrarsi il suo potere per i propri interessi. La tentazione di addomesticare Cristo è di tutti e di sempre: non l’uomo che segue il disegno di Dio, ma Dio che si deve adeguare ai disegni dell’uomo.
Possiamo distribuire ai ragazzi un foglio sul quale siano riportate alcune considerazioni di don Tonino Lasconi e, a seguire alcune domande alle quali dovranno rispondere.
Lavoreranno all’inizio ciascuno per conto proprio, successivamente rifletteranno tutti in gruppo insieme al catechista a partire dalle loro risposte.
-Si dice: “Prego, prego ma non ottengo mai niente”. Vuol dire che non si prega bene, che si fa come il bambino che chiede al padre di toccare la caffettiera bollente, che si chiede a Dio di fare quello che volgiamo noi. Per essere sicuri di pregare bene bisogna pregare insieme alla Chiesa e, anche quando si prega da soli, non bisogna mai dimenticare che Dio non sta a nostra disposizione perché ha da pensare a tutti i suoi figli. Quando noi ci lamentiamo: “Prego tanto ma Dio non mi ascolta”, vuol dire che dio non può sentirci perché, mentre noi lo vorremmo tutto per noi, Egli è andato a cercare la pecorella smarrita. Se lo vogliamo raggiungere e farci ascoltare dobbiamo anche noi “uscire” e preoccuparci degli altri.- (da: Lasconi,“Fortissimo Gesù” Ed. AVE).
Secondo te, cosa significa strumentalizzare Gesù?
Ti è mai capitato di strumentalizzare Gesù? In che modo?
“Signore fammi prendere la sufficienza al compito di matematica”, “Signore fammi vincere al superenalotto” .
Secondo te c’è qualcosa che non va in questo modo di pregare? Perché?
Preghiera
Signore Gesù,
tu ci hai detto di pregare sempre
certi di essere ascoltati.
Noi ci lamentiamo
perché ci pare che le nostre preghiere
vadano quasi sempre a vuoto.
Noi vorremmo che il Padre
fosse come un distributore automatico
di bibite o di caffè:
butti giù la moneta ed esce il prodotto.
Noi vorremmo che il Padre ci ascoltasse
secondo i nostri ritmi, calendario e orologio.
Sbagliamo, Signore Gesù.
Non è Dio che può diventare come noi,
siamo noi che dobbiamo diventare come Lui. […]
(Tonino Lasconi)