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Gesù, trasfigurato sul monte
A cura di Vienna International Religious Centre
La seconda tappa del cammino quaresimale ci presenta Gesù trasfigurato sul monte. Più che un racconto da ascoltare, è un'icona da contemplare, come uno spiraglio aperto su un mondo divino e misterioso, vicino e nello stesso tempo molto lontano.
È passata soltanto una settimana da quando Gesù ha predetto ai discepoli la sua passione, e la parte che anch'essi dovranno assumere. Dopo questi discorsi, la trasfigurazione ha lo scopo di rafforzare la fede dei tre apostoli che saranno testimoni del sudore di sangue.
All'improvviso, essi vedono ciò che Gesù sta per diventare. Sul suo volto umano minacciato dall'ombra della morte, per brevi istanti risplende la luce abbagliante della pasqua, troppo bella per non scomparire, e quindi ancora oggetto di speranza. Mosè ed Elia stanno accanto a Gesù: con la loro presenza, i due grandi testimoni dell'alleanza antica dicono che gli ultimi tempi sono vicini e che è apparso il grande profeta atteso. Anche il Padre è presente nella nube, e la sua voce, come al momento del battesimo, svela per un attimo il segreto di Gesù di Nazaret: "È il mio figlio che amo! Ascoltate il suo insegnamento sconcertante! Accettate, in lui e in voi stessi, lo stretto intrecciarsi della gloria e della sofferenza, della forza e della debolezza, della morte e della risurrezione!".
Ma ora è tempo di ridiscendere nella pianura per riprendere il cammino sulle orme del servo. Presto le tenebre del Golgota inghiottiranno lo splendore di quel volto trasfigurato: non ci sarà più nulla da vedere, e apparentemente più nulla da sperare. Ma la luce di quel giorno non era un inganno, la visione non aveva nulla del sogno. L'alba della pasqua mostrerà che la vita può sorgere dalla morte.
Esodo di Gesù, esodo dei discepoli. È ancora il nostro esodo?