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XXX DOMENICA ORDINARIA C
DIO ASCOLTA LA PREGHIERA DEL POVERO
“Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,14)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, l'umiltà del cuore è il fondamento stesso della vita cristiana e ne costituisce la prova di autenticità. L'uomo veramente religioso è colui che ha fatto l'esperienza della propria nullità e, nello stesso tempo, ha scoperto la gratuità dell'amore divino. È il solo che possa essere accolto da Dio. In fatti, solo colui che si riconosce povero ai propri occhi può essere ascoltato ed esaudito dal Signore. «Dio innalza gli umili e abbassa i superbi». Questo è l'insegnamento della liturgia di oggi e ci viene presentato con la notissima parabola del fariseo e del pubblicano. Insegnamento sempre attuale e valido, tanto più necessario se pensiamo di non averne bisogno.
Accettiamolo e facciamolo oggetto della nostra riflessione.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Tutti siamo portati a compiacerci nella soddisfazione del dovere compiuto, dei successi ottenuti, delle opere realizzate e anche della nostra osservanza religiosa, invece di darne gloria a Dio.
- Teniamo gli occhi puntati più sulle debolezze del prossimo che non sulle nostre. Ogni elogio è per noi, ogni biasimo per gli altri...
- E invece dobbiamo condividere la tenerezza di Dio per i piccoli e per i poveri, per tutti quelli che la società rifiuta. Siamo attenti ai loro lamenti, alle loro grida di aiuto?...
2. Invocazioni
- Signore, che accogli gli umili e rifiuti i superbi, abbi pietà di noi.
- Cristo, che ci esorti, a tuo esempio, ad essere miti e umili di cuore, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci rendi coscienti della nostra miseria e fiduciosi nella bontà del Padre, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Sir 35,12-14.16-18):
Dio ascolta la preghiera del povero
Il giudizio di Dio non è quello dell'uomo: egli vede ciò che è, e non ciò che sembra. Non dà il primo posto a gente soddisfatta e piena di sé, ma a coloro che lo servono nell'umiltà e nella purezza di cuore.
a. Troppo spesso, nelle relazioni sociali, le considerazioni e gli onori sono in funzione della ricchezza, della posizione, della cultura e del prestigio.
b. Ma agli occhi di Dio non è così: ciò che per lui conta è la sincerità del cuore. Non sa che farsene di una religione tutta esteriore, fatta di riti o di cerimonie.
c. Questo testo del Siracide deve aiutarci a modificare il nostro giudizio. Come sono le nostre preferenze? Sono per i ricchi e per la gente di rango oppure per i poveri e per i piccoli?
Salmo responsoriale (Sai 33): Dio accoglie la supplica del povero
Dio dà la precedenza alla preghiera del povero. Guarda con benevolenza chi è colpito dalla sventura e lo sostiene e lo conforta. Poniamo in lui ogni fiducia e benediciamolo per la sua in/in ita bontà.
Rit.: Giunge al tuo volto, Signore, il grido del povero.
Seconda lettura (2 Tm 4,6-8.16-18):
Paolo alla sera della vita
Nella parte conclusiva della seconda Lettera a Timoteo, Paolo fa un piccolo bilancio della sua vita. Da buon atleta di Cristo ha combattuto la sua battaglia: non gli resta che attendere la ricompensa promessa al servo fedele.
a. Leggendo questa lettera si è presi da una profonda emozione:
Paolo è carico di catene e sente che l'ora del suo martirio è vicina. Può francamente testimoniare che la sua fedeltà a Cristo non è mai venuta meno.
b. Non potrà mai credere all'insuccesso della sua missione, anche se tutti sembrano averlo abbandonato. Egli attende tranquillo e sereno il momento di entrare nel regno del Signore.
c. Tutto ciò è un pressante invito per tutti noi, di seguire lo stesso cammino dell'apostolo, di impegnarci come lui nel servizio di Cristo, nonostante le difficoltà e i pericoli ai quali potremo essere esposti.
Vangelo (Lc 18,9-14): Il fariseo e il pubblicano
La notissima parabola del fariseo e del pubblicano ci insegna che l'alterigia e l'ammirazione di se stessi dispiacciono sommamente a Dio, mentre apprezza e benedice l'umiltà fiduciosa.
a. Gesù mette a confronto due tipi di uomini. Il primo, rappresentato dal fariseo, si vanta dei suoi meriti; il secondo, raffigurato nei tratti del pubblicano, si riconosce peccatore e fa conto solo della misericordia di Dio.
b. La boria del fariseo gli impedisce di essere giustificato, mentre l'umiltà ottiene al pubblicano il perdono di Dio: legge di vita dalla quale Dio non si discosta mai.
c. Ricordiamoci bene che la vita cristiana non consiste principalmente nella fedeltà alle pratiche religiose, ma nella coscienza della nostra miseria e nell'abbandono fiducioso alla misericordia di Dio.
Suggerimenti per l'omelia
È un insegnamento della massima importanza ed è nostro interesse ricordarlo e praticarlo. Noi per il fatto di aver adottato un sistema di pratiche e di cerimonie, e specialmente perché assistiamo regolarmente alla messa, ci sentiamo autorizzati ad aver la coscienza tranquilla e a considerarci giusti, ossia dei buoni cristiani. Sarebbe un errore...
- Dio umilia i superbi. Dio non condanna certamente le buone opere che anch'essi possono compiere: le loro elemosine, la loro generosità, le loro pratiche religiose. Condanna la vanità interiore che nutrono nel compiacersi e nel vantarsi del bene realizzato: il superbo guarda se stesso, si ammira e si compiace di sé... Ne vengono due effetti dannosi: crede di non aver più bisogno di niente perché è giusto; è portato a disprezzare gli altri, stimandosi superiore a tutti. Ahimè, anche tra noi ci possono essere dei farisei...
- Dio esalta gli umili. Dio non giudica come noi e soprattutto non si lascia ingannare dalle apparenze. Egli vede le immense risorse del «povero di cuore» che, distaccato da tutto e da se stesso, riconosce con semplicità e verità ciò che è: un peccatore. La sua preghiera è vera, e quindi è gradita a Dio. Non sa assolutamente disprezzare gli altri, in quanto si crede sempre il più miserabile di tutti. Questa umiltà di cuore scava dentro in lui come un abisso che Dio si compiace di riempire della sua grazia.
Vogliamo essere ricchi delle ricchezze di Cristo, del suo amore, della sua misericordia? Eliminiamo dalla nostra vita ogni falso orgoglio, facciamoci piccoli davanti ai nostri fratelli.
Preghiera universale
Fratelli, Cristo ci ha ammoniti che solo la preghiera di un'anima cosciente della sua miseria è accolta da Dio: perché egli esalta gli umili ma confonde i superbi. Promettiamo di vedere noi stessi nella verità e di presentarci davanti a Dio come realmente siamo, peccatori e miserabili: allora le nostre preghiere saranno ascoltate.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la Chiesa e i suoi pastori: perché sia bandito ogni desiderio di potenza o di fasto offensivo, per essere, ad esempio di Cristo, i servi dei loro fratelli: preghiamo.
2. Per quelli che detengono il potere: perché lo esercitino senza cercare il loro vantaggio personale, ma unicamente nell'interesse dei loro sottoposti: preghiamo.
3. Tutti noi siamo facilmente portati a crederci superiori agli altri e a vantarci dei nostri successi. Per essere liberati da questo orgoglio dannoso che ci acceca e ci indurisce il cuore: preghiamo.
4. Per tutti coloro che sono umiliati, derisi, rifiutati: perché pensando che Cristo posa su di loro il suo sguardo benevolo, sentano rinascere nel cuore il coraggio e la fiducia: preghiamo.
5. Perché nella nostra comunità parrocchiale ci guardiamo bene dal giudicare gli altri con alterigia, ma cerchiamo di amarci e aiutarci a vicenda come fratelli: preghiamo.
Signore, tu esalti gli umili e confondi i superbi. Aiutaci a eliminare dal nostro cuore ogni sentimento di orgoglio; insegnaci a farci piccoli davanti a te e davanti ai nostri fratelli. Diventando così servi di tutti, potremo un giorno essere accolti nella tua gloria. Tu che vivi e regni col Figlio e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Vogliamo che Dio ascolti la nostra preghiera? Diciamola in unione col suo figlio Gesù, liberi da ogni sentimento di orgoglio o di vanagloria.
Parole di congedo e di saluto
Alla conclusione di questa messa, una grande serenità riempia i nostri cuori, ci renda comprensivi e benevoli verso tutti coloro che incontreremo sulla nostra via.