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XXVII DOMENICA ORDINARIA C
LA FEDELTÀ A DIO
"Il giusto vivrà per la sua fede" (Ab 2,4)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la liturgia ci invita oggi a farci una domanda fondamentale: Abbiamo veramente la fede? Una fede vitale? È proprio un problema fondamentale.
La vita cristiana non ha altra sorgente che la fede: se viene a mancare la fede è senz'altro la morte.
Notiamo che per noi cristiani la fede è quella che ci unisce a Dio per mezzo di Gesù Cristo e in Gesù Cristo. Non potrebbe essere soltanto una vaga credenza nell'esistenza di un Dio creatore e Signore di tutto.
A ciascuno dunque interrogarsi onestamente e vedere cosa farebbe al posto di Pietro. Se Cristo ci domandasse come all'apostolo: Credi tu in me?, potremmo noi rispondere con la stessa convinzione: «Si, Signore! Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo»?
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Qual è il nostro comportamento di fronte alle prove della vita? Di scoraggiamento, di mormorazione o di umile e filiale confidenza in Dio, nostro Padre?
- Ci lasciamo impressionare o anche turbare dalle contestazioni del nostro tempo? Siamo fedeli alle direttive del papa e dei vescovi?
- Siamo forse tentati di servirci della nostra fedeltà alle pratiche religiose o anche del nostro impegno apostolico, per crederci migliori degli altri?
2. Invocazioni
- Signore, che per mezzo nostro vuoi instaurare il tuo regno di luce e di amore, abbi pietà di noi.
- Cristo, che ci chiami ad essere con te gli artefici del regno di Dio sulla terra, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci aiuti a vincere la nostra pigrizia e i nostri vani timori, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Ab 1,2-3; 2,2-4): La fede nelle prove
Scoraggiato e sconvolto alla vista delle sventure che si sono abbattute sul popolo eletto, il profeta Abacuc interpella il Signore:
L'hai abbandonato? In risposta il Signore lo invita ad avere piena fiducia.
a. Abacuc viveva circa seicento anni prima di Cristo. Era un tempo di grandi sconvolgimenti: Babilonia trionfa e i Caldei occupano e devastano il regno di Giuda.
b. Con una santa audacia il profeta domanda quasi conto a Dio di tutta la violenza di cui il popolo è vittima. E Dio risponde: Pazienza! A suo tempo verrà la salvezza.
c. Nelle prove della vita, quali che siano, noi dobbiamo restare fedelmente uniti al Signore e attendere con serenità il suo intervento.
Salmo responsoriale (Sal 94):
Aprire il cuore alla Parola di Dio
Il salmo è in armonia con la lettura: ci invita a non chiudere il cuore e a comprendere il senso delle prove della vita; Dio le permette per il nostro bene.
Rit.: Fa' che ascoltiamo, Signore, la tua voce.
Seconda lettura (2 Tm 1,6-8.13-14): Consegna di fedeltà
Paolo esorta Timoteo, suo discepolo prediletto, a mantenersi fedele agli obblighi del suo ministero, nonostante le difficoltà e le opposizioni che potrà incontrare.
a. Paolo è in prigione e teme che Timoteo si lasci andare allo scoraggiamento: lo esorta ad essere forte per far fruttificare il tesoro di fede ricevuto con la consacrazione sacerdotale.
b. Gli raccomanda in particolare di essere fedele al Vangelo e di annunciarlo in tutta la sua purezza, senza vergogna e senza paura.
c. Noi viviamo in un tempo in cui tutti i valori tradizionali sono messi in discussione: restiamo saldamente ancorati alla verità rivelata, come ci è trasmessa dalla Chiesa, assistita dallo Spirito Santo.
Vangelo (Lc 17,5-10): Forza della fede e umile servizio
Cristo in questo breve dialogo con gli apostoli, raccomanda loro una fiducia senza limiti e una fedeltà senza misura: l'una e l'altra devono procedere dalla fede nella sua persona e nella sua parola.
a. Prima di tutto una fiducia senza limiti: chi si affida ciecamente a Dio ottiene dei risultati umanamente incredibili: un grammo di fede compie miracoli.
b. Poi una fedeltà senza misura: il discepolo di Cristo deve impegnarsi nel servizio del Maestro, con la convinzione di non poter mai fare abbastanza, perché è un servizio di amore.
c. Quale fortuna per noi essere i collaboratori di Dio, lavorando al suo servizio! Ciononostante dobbiamo essere sempre convinti di essere dei «servi inutili». Non possiamo capovolgere i ruoli: Dio non ci deve nulla; noi a lui dobbiamo tutto.
Suggerimenti per l'omelia
Troppo spesso quelli che sono infedeli ai loro doveri religiosi si rifugiano dietro la scusa: io sono credente ma non praticante. E una scusa meschina! Scavate un po' in profondità e vi accorgerete subito che nella maggior parte dei casi la loro fede si riduce alla vaga idea che «dall'altra parte qualcosa ci potrà anche essere».
Questo non ha niente a che vedere con la fede cristiana.
- Noi praticanti abbiamo la vera fede? Non bisogna eludere il problema. Potremmo farci delle illusioni: pensare per esempio di avere la fede perché siamo fedeli a certe pratiche, come la partecipazione alle funzioni, la frequenza ai sacramenti, alla messa, ecc. La fede cristiana è tutt'altra cosa: è l'incontro personale con Cristo, simile a quello che sta all'origine di un'amicizia profonda, o più ancora dell'amore che unisce un uomo e una donna per formare una famiglia.
- Qual è la vitalità della nostra fede?
- Desideriamo approfondire la nostra conoscenza di Cristo? Penetrare più a fondo nel suo mistero? Stiamo in ascolto della sua Parola, trasmessa dalla Chiesa? Restiamo uniti a lui, in un dialogo interiore, in una preghiera senza parole?
- Ci dà la generosità dell'amore? L'amore non dev'essere vano sentimentalismo o emozione superficiale. Dobbiamo avere un'assoluta adesione a Cristo, pronti a seguirlo ovunque, ansiosi di servirlo nella persona dei fratelli.
Preghiera universale
Fratelli, forse ci avviene, di fronte alle prove della vita, di dubitare di Dio e della sua bontà. Domanderemo di credere in lui, di contare su di lui, qualunque cosa avvenga, senza mai perderci di coraggio. La nostra preghiera sarà quella degli apostoli:
Signore, aumenta in noi la fede!
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La Chiesa ha la missione di trasmettere la Parola di Cristo. Perché la compia fedelmente, nonostante le difficoltà, le opposizioni e le persecuzioni: preghiamo.
2. Ogni cristiano ha la sua parte di responsabilità in questa missione. Perché in spirito di fede e di generosità, ognuno nel suo ambiente, collabori alla costruzione del regno di Dio: preghiamo
3. Per i nostri fratelli perseguitati. Perché si mantengano saldi nella fede, convinti che la prova è temporanea e che la loro perseveranza prepara un rifiorimento di grazia: preghiamo.
4. Per tutti coloro che si scandalizzano di fronte al male, le ingiustizie, le guerre, le sofferenze degli innocenti. Perché rinnovino la loro fede in Dio, che dal male sa trarre il bene: preghiamo.
5. Per la nostra parrocchia: perché nella preghiera più fervente e nella partecipazione all'Eucaristia trovi un accrescimento della sua vitalità spirituale: preghiamo.
Signore, tu ci spingi a lavorare all'edificazione del tuo regno. Ma senza il tuo aiuto noi siamo solo dei cattivi lavoratori. Infondi in noi l'umiltà e la fiducia che ci permettano di collaborare con la tua grazia, senza scoraggiamenti, all'opera del Padre tuo, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Animati dalla fede che trasporta le montagne, diciamo al nostro Padre che è nei cieli il nostro desiderio ardente di lavorare all'estensione del suo regno.
Parole di congedo e di saluto
Il Signore ci chiama ad essere i costruttori del suo regno di amore. Non abbiamo paura. Con Cristo e con tutta la Chiesa siamo i buoni servitori del Vangelo.