Copyright © 2024 laparrocchia.it
SEO e sito realizzato
da ViDYO GmbH
dal 15-04-2001 online
XXVI DOMENICA ORDINARIA C
LA FALSA SICUREZZA DELLE RICCHEZZE
“Tu, uomo di Dio, fuggi queste cose: tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza" (1 Tm 6,11)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, anche oggi la Chiesa, fedele all'insegnamento di Cristo, ci mette in guardia contro il pericolo della ricchezza: è la causa principale dei mali che opprimono l'umanità, come le lotte sociali, le guerre, le ingiustizie, la carestia, le divisioni intestine, le discordie delle famiglie.
E anche noi partecipiamo a quest'opera di distruzione, a misura del nostro attaccamento e della nostra avidità di ricchezze.
Come discepoli di Cristo dobbiamo, più degli altri, renderci conto del pericolo e della catastrofe che ci sovrasta. Prestiamo la nostra attenzione agli ammonimenti del Signore.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Come cristiani, diamo testimonianza di una vita di semplicità, di umiltà, di disinteresse, di servizio e di bontà verso gli altri?
- Ci rendiamo conto che siamo veramente ricchi, se ci confrontiamo con tanti nostri fratelli miserabili? Sentiamo almeno un po’ di compassione e di desiderio di aiutarli?
- Per pigrizia o per egoismo ci teniamo fuori dai movimenti ispirati dalla fede e dalla giustizia, e chiudiamo gli orecchi alle grida di miseria che vengono da tante parti?
2. Invocazioni
- Signore, che volgi il tuo sguardo di misericordia sui piccoli e sui miseri, abbi pietà di noi.
- Cristo, che ci domandi di amare e servire i poveri, vedendo in loro la tua divina persona, abbi pietà di noi.
- Signore, che apri i nostri occhi e il nostro cuore alle miserie dei fratelli, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Am 6,la. 4-7):
La falsa sicurezza dei ricchi gaudenti
Il profeta Amos, con un linguaggio pungente, apostrofa i ricchi gaudenti che se la spassano nel lusso e nei banchetti, e predice loro dei tremendi castighi.
a. In questo modo mette sotto accusa tutti coloro che, approfittando di una certa situazione economica, vivono nell'opulenza, insensibili alle sventure degli altri.
b. Predice loro che saranno certamente castigati: gli eserciti nemici distruggeranno il regno e anch'essi saranno deportati: così finirà l'orgia dei buontemponi.
c. Si direbbe che questa pagina sia stata scritta per i nostri tempi, in cui vediamo dei paesi immensamente ricchi vivere nello sperpero insensato delle risorse mondiali: insulto impudente per i paesi poveri e sottosviluppati.
Salmo responsoriale (Sal 145):
Il Signore ascolta Il grido degli Infelici
Il salmista esalta la giustizia e la bontà del Signore: egli difende il diritto degli oppressi, sazia gli affamati, restituisce la vista ai ciechi; ristabilisce l'ordine in un modo sconvolto. Il Signore èsempre fedele e benefico.
Rit.: Beati i poveri in spirito.
Seconda lettura (1 Tm 6,11-16): Il combattimento della fede
Paolo scongiura il discepolo Timoteo di testimoniare coraggiosamente la fede del suo battesimo, in modo da essere pronto ad accogliere Cristo il giorno del suo ritorno.
a. L'apostolo è invecchiato: ha motivo di temere che dopo di lui tante discussioni inutili getteranno il turbamento nelle comunità dei fedeli.
b. Rivolge perciò una calda raccomandazione al discepolo Timoteo, perché sappia, come conviene a un ministro di Cristo, guidare il combattimento di fede.
c. In quanto battezzato, ogni cristiano è tenuto ad essere testimone di Cristo. La vera testimonianza non può essere che quella stessa della vita, di una vita di fede e di carità.
Vangelo (Lc 16,19-31): La parabola del ricco epulone
La notissima parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro ci dimostra che nell'altro mondo, con il rovesciamento delle situazioni, ci sarà finalmente giustizia.
a. La parabola concretizza l'insegnamento delle beatitudini, proclamate da Cristo in favore dei poveri, e quello delle «maledizioni» proferite contro i ricchi egoisti e crudeli.
b. Per questi ultimi c'è un solo modo di liberarsi dalla condanna:
aprire gli occhi, il cuore e la mano per sollevare dalla miseria tanti sventurati.
c. Ci sono molte miserie e sofferenze anche alla nostra porta: le vediamo? O restiamo chiusi nel nostro egoismo e nel nostro benessere? Chissà se anche tra noi non c'è il ricco epulone della parabola?
Suggerimenti per l'omelia
Presi nell'insano contesto di una società consumistica, per la quale contano solo i valori materiali, rischiamo anche noi cristiani di lasciarci contaminare. Non senza ragione la Chiesa ci invita a riflettere sul pericolo delle ricchezze. Tanto peggio per chi sacrifica al vitello d'oro: andrà in rovina.
La frenetica ricerca della ricchezza:
- Distoglie l'attenzione dall'essenziale, da quei valori spirituali che rendono la nostra vita di quaggiù, benché passeggera ed effimera, degna di essere vissuta. Le nostre attività terrene, realizzate nella fede e nell'amore per Cristo e i fratelli, sono trasfigurate e quasi segnate col sigillo dell'eternità. Senza di ciò esse sono quasi delle foglie morte, portate via dal vento...
- Chiude gli occhi e inaridisce il cuore. Impedisce di vedere la miseria e rende insensibili di fronte ad essa. Il ricco della parabola non s'accorgeva che alla sua porta il povero Lazzaro marciva tra i vermi. Quelli che hanno tutto fanno fatica a rendersi conto delle difficoltà dei loro fratelli e del dramma che spesso vivono.
- È causa delle peggiori ingiustizie. Con essa si spiegano gli scandali delle lotte sociali, delle odiose rivalità che ci sono tra i cittadini di una stessa nazione, delle vergognose oppressioni di cui tanti popoli sono vittima da parte delle nazioni più potenti, avide di accrescere sempre più la loro ricchezza.
Non c'è mai stato idolo più sanguinano di quello del vitello d'oro. Come potrebbe un cristiano, discepolo di Cristo, mettersi ad adorarlo? egli deve camminare sulle orme di colui che per amore si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà.
Preghiera universale
Fratelli, nella parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, Cristo condanna severamente le ingiustizie, di cui tanti infelici sono vittima, mentre altri, colmi di tutto, vivono negli stravizi. Domandiamo di non restare insensibili ed inoperosi di fronte alla miseria e all'ingiustizia.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
I. La Chiesa, fedele in tutti i tempi agli insegnamenti del suo Maestro; ha suscitato meravigliosi movimenti di carità. Perché tutti i cristiani cooperino generosamente alle sue iniziative: preghiamo.
2. Col pretesto di mantenere l'ordine stabilito, potremmo essere tentati di difendere ad oltranza i nostri privilegi. Perché il Signore ci illumini e ci faccia vedere chiaramente qual è il nostro dovere:
preghiamo.
3. Dio ha creato le ricchezze della terra per tutti gli uomini. Perché coloro che le possiedono non se ne considerino i padroni assoluti ma degli amministratori per il bene di tutti: preghiamo.
4. Per le nazioni povere. Perché sotto la spinta del Vangelo arrivino anch'esse ad una giusta partecipazione alla ricchezza e alla cultura: preghiamo.
5. Per noi stessi. Perché in conformità al disegno di Dio cerchiamo di vivere nella semplicità, nel distacco e nell'effettivo amore del prossimo: preghiamo.
Signore, infondi in noi un cuore amante della povertà. Fa' che siamo disponibili gli uni per gli altri per saperci aiutare nelle necessità, e diventare così gli artefici di una società più giusta e più fraterna. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Recitando le parole: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», pensiamo a quella grande massa di fratelli che non ne hanno abbastanza o che ne sono del tutto privi,
Parole di congedo e dl saluto
«Beati quelli che hanno fame della giustizia» - dice il Signore. Se vogliamo essere suoi discepoli, facciamoci costruttori di un mondo più giusto e più fraterno, in cui le ricchezze della terra servano allo sviluppo di tutti.