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XXII DOMENICA ORDINARIA C
LA VIA REGIA DELL'UMILTÀ
«Figlio, nella tua attività sii modesto» (Sir 3,17)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, nulla dispiace più a Dio e più ci allontana da lui della pretesa di essere qualcuno, di prenderci troppo sul serio, di darci grande importanza. Oggi sentiamo Cristo esaltare l'umiltà, in occasione di un banchetto al quale prende parte in casa di un notabile fariseo.
Cristo ci ha dato nella sua persona l'esempio di una umiltà vera e profonda. San Paolo ci dice che si è fatto un uomo per mettersi al servizio degli uomini, che si è letteralmente annientato.
Che cos'è esattamente l'umiltà? Certi sostengono che essa non è che ipocrisia e simulazione. Certo, questa è la falsa umiltà. Ma quella vera è tutta un'altra cosa, e quanto è necessaria per chi vuole seguire Cristo.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Siamo convinti che è assolutamente necessario essere umili, se vogliamo essere cristiani secondo il Vangelo, e che nell'ordine delle virtù cristiane l'umiltà è la prima?
- Ci sforziamo di farla entrare nel tessuto della nostra vita e della nostra attività, nelle nostre relazioni con i familiari, con gli amici, con i superiori e con i sottoposti?
- Non nutriamo forse sentimenti di superiorità nei riguardi degli altri? Ci crediamo i soli in possesso della verità? Ci mostriamo severi e autoritari nel nostro atteggiamento e nelle nostre parole?
2. Invocazioni
- Signore, che esalti gli umili e confondi i superbi, abbi pietà di noi.
- Cristo, che sul tuo esempio, vuoi i tuoi discepoli miti e umili di cuore, abbi pietà di noi.
- Signore, tu solo puoi darci il senso della grandezza di Dio e della nostra piccolezza: abbi pietà di noi.
Prima lettura (Sir 3,19-21.31.33): Esortazione all'umiltà
In queste righe l'autore fa l'elogio della dolcezza e dell'umiltà, virtù fondamentali, preziose tra tutte. E in esse che si rivela la vera grandezza: esse aprono l'uomo alla sapienza.
a. Questo insegnamento, frutto dell'esperienza, preannuncia già ciò che il Signore insegnerà nel discorso delle beatitudini: Beati gli umili, perché possederanno la terra.
b. Mentre nel superbo ogni sua azione, anche se buona, è viziata nel suo principio, l'uomo mite e umile trova grazia davanti a Dio e si fa amare anche dai fratelli.
c. Vogliamo attirare su di noi lo sguardo benevolo di Dio e la simpatia dei fratelli? Vogliamo rendere la nostra vita feconda e utile? Mettiamoci risolutamente alla scuola dell'umiltà: è la scuola del Vangelo.
Salmo responsoriale (Sal 67): Tenerezza di Dio per gli umili
Di quanta sollecitudine non ha Dio circondato il popolo d’Israele, il più piccolo e il più debole di tutti i popoli. Egli si prende sempre cura dei più poveri e dei più indi fesi. La sua gloria si manifesta nel modo con cui assiste gli umili.
Rit.: Sei tu, Signore, il Padre degli umili.
Seconda lettura (Eb 12,18-24): Superiorità della Nuova Alleanza
Per incoraggiare i cristiani perseguitati ed esortarli a conservarsi fedeli, l'autore della Lettera agli Ebrei esalta la superiorità della Nuova Alleanza in Cristo su quella precedente del Vecchio Testamento.
a. L'Antica Alleanza stabilita da Dio con Mosè sul monte Si?1ai, in mezzo a delle manifestazioni impressionanti, non poteva che incutere paura.
b. La Nuova Alleanza, al contrario, instaurata da Cristo, invita alla fiducia e alla gioia: essere cristiani vuol dire vivere in comunione con gli angeli e i santi, nella città di Dio.
c. Dobbiamo comprendere che questa città di Dio è la Chiesa, in seno alla quale, uniti tra di noi e con tutti quelli che ci hanno preceduto, viviamo nell'intimità di Cristo: una vera festa di famiglia.
Vangelo (Lc 14,1.7-14): Scegliere l'ultimo posto
Rovesciando i giudizi del mondo che danno la precedenza alla superbia, alla fortuna, alle grandezze terrene, nostro Signore predica l'umiltà, la modestia, la dimenticanza di sé.
a. L'evangelista Luca riunisce qui, quasi nella cornice di un pranzo presso un notabile fariseo, tutta una serie di insegnamenti di Gesù, che si potrebbero anche chiamare «argomenti conviviali».
b. Alcuni riguardano la scelta dei posti: si deve prendere l'ultimo; gli altri riguardano la scelta degli invitati: si deve dare la preferenza ai derelitti.
c. Questi insegnamenti di Cristo non sono dei semplici consigli di prudenza, ma seri avvertimenti sulle condizioni necessarie per essere ammessi al regno di Dio: appunto perché Dio esalta gli umili, ma umilia i superbi.
Suggerimenti per l'omelia
«Imparate da me che sono mite e umile di cuore». Ciò che Cristo soprattutto desidera è vedere i suoi discepoli avanzare come lui sulla via regia dell'umiltà. Certamente è una via austera; ma abbandonarla per prenderne una più facile, significa perdersi e correre fatalmente alla rovina. Se meditiamo sul senso della vera umiltà e sui suoi grandi vantaggi spirituali, saremo certamente invogliati a conquistarla e a praticarla.
- Nei propri riguardi, l'umiltà è verità. Essa ci permette di vederci quali siamo, senza lasciarci ingannare da false apparenze. Essa ci rivela a noi stessi con le nostre vere abitudini e capacità, per poterle valorizzare; ma ci rivela anche i nostri difetti e le nostre lacune per rimediarvi. Si tratta prima di tutto di «essere» e non di «sembrare».
- Nei riguardi degli altri, l'umiltà è comprensione, accettazione e servizio. Comprensione, facendoci andare ai di là di quello che vediamo, per scoprire nei fratelli tutto ciò che hanno di positivo. Accettazione, aprendoci con semplicità e anche con riconoscenza a tutto ciò che essi sono in grado di offrire e di dare. Servizio, insegnandoci che la vera grandezza consiste nel servire, aiutare e soccorrere: servi, con Cristo servitore.
- Nei riguardi di Dio, l'umiltà è adorazione, ringraziamento, amore e preghiera... Ci mette al nostro posto in una totale dipendenza da
Dio: tutto riceviamo da lui. Essa si trasforma in adorazione fervente, in ringraziamento silenzioso. Essa ci immerge nella preghiera vera, quella che fa vivere in Dio, totalmente abbandonati a lui. Così l'umiltà, che è coscienza della nostra intrinseca povertà, diventa in effetti la nostra più grande ricchezza.
Preghiera universale
Fratelli, tutta la vita di Cristo, la sua condotta privata, le sue parole, i suoi insegnamenti sono un inno all'umiltà. L'abbiamo sentito dire: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore!». Preghiamo perché ci sia accordata la grazia dell'umiltà, senza la quale nessuna vita cristiana è possibile.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Perché la Chiesa, da testimone fedele di Cristo, riconosca la eminente dignità dei poveri, e riservi loro un posto particolare:
preghiamo.
2. Perché il progresso scientifico, invece di inorgoglire l'uomo, gli faccia intravedere attraverso i misteri della natura la sua piccolezza e l'infinita grandezza del creatore: preghiamo.
3. Perché coloro che hanno anche una piccola parte di autorità comprendano che essa deve metterli anzitutto al servizio dei fratelli, specialmente dei più indifesi: preghiamo.
4. Perché anche noi, se abbiamo ricevuto dei talenti, non ci dimentichiamo che la vera grandezza non sta né nella fortuna, né nella cultura, ma nell'umiltà e nel dono di se stessi: preghiamo.
5. Perché la nostra comunità parrocchiale sia più accogliente e fraterna, crescendo nello spirito di umiltà, il solo che apre il cuore a Dio e agli altri: preghiamo.
Signore Gesù, tu ti sei abbassato fino a farti il servo di tutti: «Io non sono venuto - hai detto - per essere servito, ma per servire». Infondi in noi lo spirito della povertà e della carità, che ci renderà piccoli davanti a Dio, semplici e servizievoli verso i fratelli. Tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Uniamoci intimamente a Cristo Gesù, mentre innalziamo la nostra preghiera al Padre suo, ripieni come lui di sentimenti di povertà e di umiltà.
Parole di congedo e di saluto
Cristiani, siamo i messaggeri del Vangelo. Andiamo verso i fratelli ricolmi della dolcezza e dell'umiltà di Gesù.