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XIX DOMENICA ORDINARIA C
L'ATTESA VIGILE E FIDUCIOSA DEL SIGNORE
“Tenetevi pronti, perchè il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate” (Lc 12,40)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la domenica scorsa la Chiesa ci ricordava, con le parole stesse di Cristo, che sarebbe follia da parte nostra attaccarci smodatamente ai beni passeggeri della terra. La lezione era importante.
Oggi la liturgia la riprende, insistendo su di un aspetto particolare: la necessità di essere sempre pronti ad accogliere Cristo, quando verrà. «Tenete le lampade accese - ci dice lui stesso -, siate sempre pronti!»
Che si deve fare per esserlo? Vivere sempre nell'amicizia di Dio:
e ciò che la teologia e il catechismo chiamano: lo stato di grazia. Ogni istante della nostra vita, se è vissuto nell'amore e nella grazia di Dio - non dimentichiamolo -' diviene creatore di eternità.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- L'uomo è un viaggiatore che cammina verso la città celeste. Spesso ce ne dimentichiamo, lasciandoci prendere totalmente dalle cure materiali.
- «Siate pronti!», ci dice il Signore. Teniamo presente questa grave ammonizione, per accoglierlo nel momento in cui busserà alla nostra porta?
- Siamo uomini di fede come Abramo, che vanno avanti come se vedessero l'invisibile, sempre disposti a rispondere generosamente alla chiamata del Signore?
2. Invocazioni
- Signore, che hai promesso, se siam4o fedeli, di introdurci nel tuo regno, abbi pietà di noi.
- Cristo, venuto ad insegnarci la via che conduce al Padre, abbi pietà di noi.
Signore, che metti ogni nostra speranza nelle promesse del Padre, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Sap 18,3.6-9):
Il popolo ricorda la miracolosa liberazione
L'autore del Libro della Sapienza ricorda la notte gloriosa in cui il Signore ha liberato il popolo ebreo dalla schiavitù dell'Egitto, realizzando così le promesse fatte ai patriarchi.
a. Dio infatti aveva predetto ad Abramo che i suoi discendenti sarebbero stati schiavi in Egitto, ma nello stesso tempo aveva promesso che li avrebbe liberati.
b. Così, nel momento del passaggio dell'angelo la notte di pasqua, si tennero pronti a partire al primo segno, mangiando l'agnello pasquale in veste da viaggio, in piedi, col bastone in mano.
c. Dio passa per la nostra strada nel momento del nostro più profondo scoraggiamento. Mai dobbiamo perdere la fiducia in colui che può salvarci, liberarci e guarirci.
Salmo responsoriale (Sal 32): Dio veglia su chi lo teme
Liberato dalla schiavitù dell'Egitto, il popolo di Dio canta la sua gioia e la sua riconoscenza. Dio continua anche in nostro favore la sua opera di verità e di giustizia. Poniamo in lui ogni nostra fiducia: egli è la nostra sicura speranza.
Rit.: Beato il popolo che appartiene al Signore.
Seconda lettura (Eb 11,1-2.8-19):
La fede di Abramo modello della nostra
Nelle prossime quattro settimane leggeremo dei brani della Lettera agli Ebrei. L'autore vi presenta la fede come un impegno di tutto l'essere verso il futuro, per la conquista della città celeste, della quale la Parola di Dio ci rivela la realtà e ci promette il possesso.
a. Abramo e gli antenati del popolo ebreo sono degli esempi vivi di questa fede. Abramo sopra tutti: per questa ragione viene chiamato nel Canone Romano «nostro padre nella fede», il padre dei credenti.
b. Questi uomini di fede sono vissuti quaggiù come viaggiatori e stranieri, abbandonati alla santa volontà di Dio, pronti a levare la tenda per andare dove lui voleva.
c. Qualunque sia la nostra vocazione, essa comporta dei rischi e degli imprevisti. La nostra fede, se è vera, ne uscirà solo rafforzata, la nostra speranza più sicura, fondata com'è sulle promesse di Dio.
Vangelo (Lc 12,32-48): Tenersi pronti per il ritorno del Signore
Il Signore ci mette in guardia dal pericolo di lasciarci prendere totalmente dalle cure materiali e dagli affari di questo mondo, e così dimenticarci di quella che dev 'essere la nostra prima preoccupazione: il nostro eterno destino.
a. Il ritorno del Signore è imprevedibile: si presenterà - egli dice - come un ladro in piena notte. Perciò noi dobbiamo essere sempre pronti ad accoglierlo.
b. Però, anche se dobbiamo essere staccati dai beni terreni> ciò non vuol dire che dobbiamo trascurare i doveri e le responsabilità che abbiamo. Al contrario!
c. In ogni momento il Signore può richiamarci a sé: siamo vigilanti e teniamoci pronti, da una parte non lasciamoci prendere totalmente dalle preoccupazioni materiali, dall'altra mettendo a profitto nel modo migliore i talenti ricevuti.
Suggerimenti per l'omelia
«Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese. Il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate». Parlando così il Signore l'ha fatto solo per il nostro bene. Avremmo torto a non curarci di questo avvertimento.
Come dev'essere questa attesa del Signore, per essere con/orme allo spirito del Vangelo?
- Un'attesa vigile e intelligente. Non cerchiamo di farci illusioni e di rassicurarci con delle espressioni correnti: Io non faccio del male a nessuno... io faccio il mio dovere..., ecc. E forse tutto qui l'ideale evangelico? Con quale spirito, con quale generosità, con quale disinteresse ti comporti nei confronti di Dio e dei fratelli? Com'è la tua fede e la tua carità? La lettera non basta, solo lo spirito vivifica...
- Un'attesa attiva. Non si deve certo incrociare le braccia e starsene passivamente ad aspettare Cristo! Dobbiamo lavorare per spogliarci di tutto ciò che non è essenziale, compiere fedelmente, anche nel segreto, giorno per giorno il nostro dovere. Dobbiamo riconoscere Cristo nell'abito del povero, nella persona dei fratelli, specialmente dei più bisognosi.
- Un'attesa serena e fiduciosa. Se facciamo tutto ciò che dipende da noi per essere pronti all'incontro con Cristo, nulla abbiamo da temere. Non sa forse il Signore di quale creta siamo impastati? Egli scusa le nostre debolezze e le nostre lacune perché è la stessa bontà. La nostra attesa non deve essere caratterizzata dalla diffidenza e dalla paura, ma dalla speranza, dalla fiducia, dalla serenità e dalla pace interiore. Ci viene incontro un amico.
Preghiera universale
Fratelli, Cristo ci ha avvertiti di tenerci pronti a riceverlo in qualunque ora egli si presenti. Prendiamo molto sul serio questo avviso. Lo Spirito Santo ci conceda la grazia di essere dei servi vigilanti e fedeli.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La Chiesa ha la missione di insegnare agli uomini dove si trovano i loro veri interessi. Perché la sua voce risuoni sui tetti e sia sentita e ascoltata da tutti: preghiamo.
2. Il pericolo cui tutti siamo esposti è quello di preoccuparci so lo dei problemi materiali. Perché i nostri occhi non perdano mai di vista «l'invisibile», che solo è essenziale: preghiamo.
3. Perché ognuno di noi compia fedelmente il suo dovere e faccia fronte alle sue responsabilità nel modo migliore in questo mondo, ma sempre nella prospettiva dell'eternità: preghiamo.
4. Per tutti quelli che soffrono, per i malati, gli handicappati, i prigionieri, per i cuori affranti. Perché la speranza del ritorno glorioso del Salvatore li riempia di coraggio e di serenità: preghiamo.
5. Per la nostra comunità parrocchiale. La messa della domenica, memoriale della passione e della risurrezione di Cristo, ci aiuti ad essere fedeli e vigilanti fino al suo ritorno: preghiamo.
Signore Gesù, noi viviamo, nell'attesa della tua venuta. Quando l'attesa si prolunga siamo tentati di addormentarci. Insegnaci a vegliare con tanta speranza e con tanto amore, da essere veramente pronti ad accoglierti, qualunque sia l'ora e il momento del tuo arrivo. Tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
In unione con Cristo, domandiamo al Signore di essere sempre più attenti e aperti alla venuta e all'instaurazione del suo regno. Siamo convinti che questo è il nostro più grande interesse.
Parole di congedo e di saluto
Cristo ci ha avvisati: verrà a cercarci come un ladro. Attendiamo ai nostri interessi materiali in modo di essere sempre pronti a lasciare tutto, alla sua chiamata.