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XIV DOMENICA ORDINARIA C
L'INVIO IN MISSIONE
“La messe è molta ma gli operai sono pochi” (Lc 10,2)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la domenica scorsa la Chiesa ci ricordava che ogni cristiano, per il solo fatto di essere battezzato, ha il dovere di essere un buon operaio del Vangelo.
Il battesimo infatti ci ha introdotti nell'intimità di Dio: noi facciamo parte della sua famiglia al punto da condividere la sua stessa vita e di essere continuamente colmati dei bene/ici del suo cuore di Padre. Siamo dei privilegiati: vorremmo forse tenere gelosamente per noi soli questi meravigliosi tesori?
La missione affidata da Cristo ai suoi discepoli al momento di lasciarli, di essere i portatori della Buona Novella, è affidata anche a noi. La liturgia di oggi ci invita a prenderne coscienza più chiaramente.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Ogni cristiano è un inviato di Cristo per annunciare il Vangelo e instaurare il regno di Dio sulla terra. Ne siamo intimamente convinti?
- In quale modo diamo testimonianza della nostra fede? Con uno spirito di dolcezza e di umiltà, oppure spinti dalla brama di conquista e di dominio?
- Siamo forse tentati di imporre i nostri metodi e i nostri punti di vista senza alcuna discrezione e senza tener conto del lento progredire della grazia?
2. Invocazioni
- Signore, che ci accompagni col tuo amore come una madre segue i suoi figli, abbi pietà di noi.
- Cristo, tu vuoi che poniamo nella tua croce ogni nostra speranza: abbi pietà di noi.
- Signore, che dai ai tuoi apostoli la forza di superare ogni difficoltà, e anche il martirio, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Is 66,10-14): Le consolazioni divine
L esilio di Babilonia è finito. Ma davanti alla loro nazione devastata e alla loro Città Santa distrutta, gli Ebrei ritornati dalla schiavitù si sentono completamente scoraggiati. Il profeta isaia li rincuora: «No, Dio non li ha abbandonati».
a. Il ritorno dall'esilio, annunciato come un trionfo, fu in realtà una grande delusione: la deportazione babilonese ha causato la rovina di tutta la nazione. Come risollevarsi?
b. Ancora una volta il profeta rianima la speranza del popolo in pianto. Dio lo ama sempre di un amore paragonabile a quello di una madre per i suoi bambini.
c. Anche noi nelle prove della vita dobbiamo porre ogni fiducia nell'amore che Dio ci porta, mettendo nelle sue mani ogni timore e ogni preoccupazione.
Salmo responsoriale (Sal 65): Canto di ringraziamento
Pieni di letizia, gli Ebrei innalzano il loro canto di ringraziamento a Dio che li ha liberati dalla schiavitù d'Egitto. Liberati noi pure dalla schiavitù del peccato, rendiamo grazie e gloria a Dio.
Rit. Grandi sono le opere del Signore.
Seconda lettura (Gal 6,14-18):
La croce di Cristo gloria dell'apostolo
Nella conclusione della sua Lettera ai Galati, san Paolo proclama di trarre ogni sua fierezza e ogni suo vanto dalla croce di Cristo: unicamente dalla croce viene tutta la sua gloria.
a. Durante il suo ministero, san Paolo si è sempre scontrato con i cristiani provenienti dal giudaismo che sostenevano che per essere salvati bisognava necessariamente osservare le prescrizioni della legge giudaica.
b. Di fronte ad essi afferma che la sola garanzia della salvezza viene dalla fede in Gesù Cristo: con la croce egli ci ha riconciliati con Dio; è soltanto dalla croce che l'apostolo deriva ogni sua gloria.
Vangelo (Lc 10,1-12.17-20): Gli operai della messe
Al momento di mandare i suoi apostoli in missione, Gesù dà loro i suoi consigli: riguardano lo spirito che deve animarli e i mezzi che devono mettere in opera.
a. Quale spirito? Non uno spirito di dominio e di conquista, ma di dolcezza e di pace: si tratta di trovare la via del cuore per aprirlo al Vangelo.
b. Quali mezzi? La semplicità, la povertà, la benevolenza. Nessun ricorso ad opere impressionanti, alla forza del denaro o delle armi, al prestigio della scienza.
e. Questi consigli nulla hanno perduto della loro attualità: il cristiano di oggi deve tenerli presenti se vuole essere un valido annunciatore del Vangelo.
Suggerimenti per l'omelia
Sull'esempio di Cristo crocifisso, mandato in missione dal Padre, sull'esempio dei discepoli mandati dal divin Maestro, ogni cristiano è mandato in missione dalla Chiesa. Egli deve sentire il dovere di essere luce nella notte, mediatore di pace, fonte di gioia in mezzo ai fratelli. È la missione propria del Cristo, ed è lui che ci spinge a farla nostra, a prenderla a cuore, ad associarsi così alla sua opera di salvezza.
- Essere i messaggeri di Cristo: perché? Perché' il mondo nel quale viviamo attende un messaggio di speranza. E un mondo duro, dove regnano la violenza e la paura, dove l'uomo si sente isolato, dove il denaro è re, anzi vero tiranno, dove il prepotente schiaccia il debole; un mondo che gronda tristezza, senza ideali, senza gioia; un mondo di schiavi e di condannati. Questo mondo ha bisogno di un messaggio di speranza che sia luce nella sua notte, fonte di conforto, portatore di gioia e di amore. Solo il messaggio di Cristo risponde a queste attese angosciose. «Non ce n'è un altro sotto il sole - diceva l'apostolo Pietro - che sia liberazione e salvezza, fuori del suo».
Come essere i messaggeri di Cristo? Naturalmente trasmettendo nella sua genuinità il Vangelo. Non deve essere proclamato sui tetti? Mille possibilità si offrono a colui che ne vuole essere il portatore: farlo conoscere a coloro che l'avversano o lo svisano, partecipare agli sforzi missionari della Chiesa, ecc.
Ma il mezzo più efficace, quello che darà valore a tutti gli altri, sarà sempre la testimonianza di una vita tutta dedizione, improntata alla carità e al dono di sé. É la sola cosa che possa far riflettere la gente: «Da dove gli viene questa forza, questa generosità, questa gioia, questa irradiazione di amore?>).
Preghiera universale
Fratelli, più che mai il mondo ha bisogno del Vangelo, unico vero messaggio di salvezza e di pace, di speranza e di gioia. Il Signore domanda a tutti i suoi discepoli di esserne i portatori. Risponderemo anche noi a questo appello: domandiamone a lui il coraggio.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. É la Chiesa che nella persona degli apostoli ha ricevuto da Cristo, suo fondatore, la missione di annunciare la Buona Novella del Regno. Perché essa adempia con fedeltà questo difficile incarico: preghiamo.
2. Perché i sacerdoti, operai del Vangelo, adempiano il loro dovere con coraggio e perseveranza, nonostante tutte le difficoltà: preghiamo.
3. Per tutti i cristiani: perché sentano il dovere di essere, in ogni ambiente di vita, gli artefici della verità, della giustizia e della concordia; perché non si lascino scoraggiare dalle critiche e dalle opposizioni: preghiamo.
4. Per tutti i messaggeri del Vangelo, pastori e laici: perché sappiano attingere la loro forza dall'unione con Dio, ricordandosi che solo la croce di Cristo feconderà la loro opera: preghiamo.
5. Per la nostra assemblea: perché ognuno di noi si senta coinvolto in questo lavoro della Chiesa, che è lavoro stesso di Cristo, e vi collabori con costanza e amore: preghiamo.
Signore Gesù, tu ci inviti ad entrare nel campo del Padre per raccogliere la mèsse: infondi in noi entusiasmo e generosità. Lo Spirito Santo ci renda veri e fedeli artefici del regno. Tu che vivi col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Cristo ci spinge a lavorare con lui all'instaurazione del regno di Dio sulla terra. Uniti a h~i nella preghiera, domandiamo che il suo amore ravvivi anche il nostro.
Parole di congedo e di saluto
Col cuore pieno di coraggio e di speranza, consideriamoci inviati da Cristo in mezzo ai nostri fratelli, per portare loro la sua pace, la sua luce e la sua gioia.