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PASQUA C
CRISTO E’ VERAMENTE RISORTO
Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno” (At 10,40)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, voi ricordate la profezia di Gesù: «Distruggete questo tempio, e io lo ricostruirò in tre giorni». Egli dunque l'aveva preannunciato. Morto il venerdì', inchiodato su di una croce, dopo meno di tre giorni, all'aurora della domenica Cristo è uscito vivo dalla sua tomba. E’questa risurrezione gloriosa del Signore che noi celebriamo il giorno di Pasqua: «Gesù è vivo! Alleluia!»
Pasqua è la vittoria di Cristo che trionfa della morte e del peccato. Pasqua è la gioia del cielo che irrompe sulla terra. Pasqua è la luce della speranza che squarcia e dissipa le nostre tenebre! Gesù è vivo. Lasciamo esplodere la nostra gioia e brilli in tutti noi la gloria del Risorto!
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Alla fine del lungo cammino quaresimale, la nostra fede è più luminosa e più viva? Sapremo, meglio che nel passato, rendere ragione della fede che è in noi?
- Che cos'è per noi la festa di Pasqua? Il richiamo ad una formalità da compiere: fare pasqua, per essere a posto con la religione, senza che ci sia un vero rinnovamento spirituale?
- Ci sforziamo di vivere da risorti, senza lasciarci prendere da ideali puramente terreni, ma come guardiani di Dio, attenti ai segni del suo ritorno?
2. Invocazioni
- Signore, tu hai voluto che il tuo Figlio provasse l'umiliazione della passione, prima della gloria del trionfo: abbi pietà di noi.
- Cristo, che al mattino di Pasqua sei uscito vivo dal sepolcro, vittorioso sulla morte, abbi pietà di noi.
- Signore, che nella luce della fede ci rendi partecipi della vita stessa di Cristo, abbi pietà di noi.
Prima lettura (At 10,34.37-43): La fede degli apostoli nella risurrezione
San Pietro attesta solennemente, davanti al centurione Cornelio e alla sua famiglia, che Cristo è veramente risorto.
a. Siamo a Cesarea dove l'apostolo Pietro si è recato, perché chiamato da Cornelio, un centurione romano che desidera istruirsi e ricevere il battesimo con tutti i suoi.
b. Dopo aver illustrato i vari momenti della vita di Cristo, Pietro dimostra che il punto culminante è costituito dalla sua morte sulla croce e dalla sua risurrezione.
c. La risurrezione di Cristo: un evento che anche oggi deve essere scritto al centro della nostra storia personale: essa è il punto d'appoggio, la base stessa della nostra fede.
Salmo responsoriale (Sal 17): Pasqua, giorno di letizia
Cristo è risorto!... Non ci può essere giorno di gioia più grande di questo, in cui celebriamo la vittoria sulla morte e sull'inferno. E’ il trionfo del suo amore.
Rit.: Questo è il giorno di Cristo Signore: Alleluia, alleluia!
Seconda lettura (Col 3,1-4): La preoccupazione maggiore
San. Paolo ricorda ai suoi fedeli che come i cristiani, solidali con Cristo, devono cercare soprattutto i beni spirituali.
a. Pur senza evadere dagli impegni temporali o trascurare le esigenze di questo mondo, è solo nella ricerca incessante delle realtà superiori che essi troveranno il vero senso della vita.
b. Liberati con Cristo, dobbiamo condurre una nuova vita, da figli di Dio, secondo la vocazione e la grazia del nostro battesimo.
Oppure: (1 Cor 5,6b-8): Siamo uomini nuovi
Celebrare la Pasqua di Cristo significa, in primo luogo, liberarsi dai fermenti del male che si annidano nel cuore di ciascuno, per diventare «uomini nuovi», ad immagine del Cristo risorto.
a. Con l'agnello pasquale che immolavano per ricordare la liberazione dall'Egitto, gli Ebrei mangiavano pane non lievitato il pane azzimo -, perché consideravano il lievito segno di corruzione.
b. San Paolo ne ricava una lezione: per celebrare la Pasqua di Cristo, i cristiani devono svuotare il loro cuore dal lievito del peccato, vale a dire da tutti quei fermenti di corruzione che si chiamano superbia, cattiveria, impurità.
Vangelo (Gv 20,1-9): Il sepolcro vuoto
Spaventati da Maria Maddalena che ha trovato il sepolcro vuoto, Pietro e Giovanni constatano a loro volta la realtà del fatto:comprendono che Cristo è risorto.
a. Andate di buon mattino al sepolcro per imbalsamare il corpo di Gesù, alcune pie donne trovano il sepolcro vuoto. Sconvolta, Maria Maddalena corre subito ad avvertire Pietro e Giovanni.
b. I due corrono al sepolcro: in effetti il corpo di Gesù non c'è più. Che cosa concludere? Comprendono finalmente le parole di Gesù:
Dopo essere stato crocifisso e sepolto, risusciterò.
c. La nostra vita di cristiani è testimonianza della nostra fede in Cristo risorto? Noi proclamiamo che egli è vivo: e la nostra fede fa anche di noi dei viventi?
Suggerimenti per l'omelia
La Pasqua è soprattutto la festa della fede in Cristo risorto. Non esiste fede cristiana se non è prima di tutto fede in Cristo morto e risorto. Questa fede è bene ferma in noi?
Per credere noi abbiamo bisogno di segni:
- I primi discepoli: nonostante le affermazioni di Cristo, i suoi discepoli non erano mai arrivati a credere che, dopo essere crocifisso e sepolto, l'avrebbero visto ritornare di nuovo vivo. Per Pietro e Giovanni, come per le pie donne, è stato necessario il «sepolcro vuoto». Tommaso poi vorrà vedere con i suoi occhi e toccare con mano le sue piaghe. Anche oggi sono necessari dei segni, perché si rafforzi la fede dei credenti e perché siano attirati e conquistati a Cristo gli uomini ai quali questa fede è proposta.
Quali saranno questi segni?
- Il segno dell'unità: Come si può attribuire un qualche valore a testimonianze contrastanti e perfino contraddittorie? Da ciò la necessità di vedere tutti i cristiani, riuniti attorno ai loro capi, il papa e i vescovi, dare al mondo la testimonianza luminosa di un unica fede senza incrinature e senza riserve.
- Il segno della carità: La religione del Vangelo è la religione dell'amore. Essa si riassume tutta in questo comandamento: «Ama Dio, Padre tuo, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima! E per amore di Dio, ama gli uomini, tuoi fratelli, come te stesso». Se i cristiani si impegneranno a vivere uniti come fratelli, le loro comunità eserciteranno un'attrazione irresistibile: «Guardate come si amano!», diranno anche oggi.
Preghiera universale
Fratelli, oggi siamo qui raccolti per festeggiare e acclamare il Cristo risorto: egli è vivo, alleluia! Purificati per mezzo della sua morte, chiediamo di essere risvegliati per la sua risurrezione, risoluti ad essere dei cristiani vivi, pieni di fede e generosità, per collaborare col Risorto all'edificazione del regno del Padre suo.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Perché la Chiesa, luce di Cristo, porti al mondo attuale che geme nell'angoscia e nella disperazione il solo vero messaggio di speranza, quello del Vangelo: preghiamo.
2. Perché la luce di Cristo, particolarmente splendente in questo giorno della risurrezione, faccia indietreggiare le tenebre dell'errore e dell'odio: preghiamo.
3. Perché i cristiani, sempre più coscienti del valore del loro battesimo, sentano il desiderio di farlo fruttificare in un rinnovato slancio di fede e di carità: preghiamo.
4. Ogni giorno ci troviamo di fronte alla sofferenza, alla malattia e alla morte. Perché la speranza che viene dalla Pasqua ci aiuti a vincerle insieme a Cristo risorto: preghiamo.
5. Per la nostra comunità parrocchiale, minacciata di fossilizzarsi nell'abitudine. Perché si sforzi a fare della Pasqua e del suo rinnovamento spirituale una realtà quotidiana: preghiamo.
Signore, risuscitando il Figlio tuo prediletto hai distrutto la morte e ci chiami alla vita. Questa festa di Pasqua sia per noi l'occasione di rafforzare la nostra fede, di dare alla nostra vita spirituale un nuovo slancio e di rinnovare la nostra fiducia nel Vangelo di Cristo Gesù, tuo figlio, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Animati dallo stesso spirito del Cristo risorto, chiediamo con la preghiera che egli ci ha insegnato, che si stabilisca nel mondo il regno del Padre suo.
Parole di congedo e di saluto
Il Cristo è vivo, è presente nella nostra vita e nella vita del mondo. Siamo i testimoni della sua presenza con l'irradiazione della nostra fede e della nostra speranza.