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XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B
CRISTO RE
“Il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18~36)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli la lunga serie delle domeniche ordinarie si conclude con la festa di Cristo> re dell'universo. Un titolo che può sembrare anacronistica, testimone di un'era ormai scomparsa. Però bisogna capirlo afferarne il preciso significato. Cristo stesso parla del suo regno di fronte a Pilato. Quando lo interroga: «Sei tu re?», Gesù risponde: «Sì, io sono re»; ma per evitare ogni equivoco, aggiunge subito: «Ma il mio regno non è di questo mondo».
E` necessario perciò stabilire in che cosa consiste questa regalita, quali sono i suoi obiettivi e con quali mezzi debba essere instaurata ed esercitata. Questo sara il tema della nostra meditazione di oggi: un tema più importante di quanto non si creda.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Celebriano oggi la festa di Cristo re. Che idea ci facciamo di questa regalità di Cristo? Ci abbiamo riflettuto qualche volta?
- Per mezzo del battesimo siamo stati introdotti nel regno di Cristo: e Cristo regna realmente su di noi? Cristo sta al centro della nostra vita?
- Ci preoccupiamo di essere gli artefici del regno di Cristo, di estenderlo intorno a noi, specialmente con l'esempio di una vita di dedizione e di carità?
2. Invocazioni
- Signore, che hai consacrato il Figlio tuo sacerdote eterno e re dell'universo, abbi pietà di noi.
- Cristo, venuto sulla terra a instaurare un regno di amore, di giustizia e di pace, abbi pietà di noi.
- Signore, che rendi i nostri cuori docili con l'amorosa sottomissione a Cristo re, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Dn 7,13-14): La regalità del Figlio dell'uomo
In una grandiosa visione, il profeta Daniele descrive l'apparizione di un «figlio di uomo», misterioso, al quale Dio darà tutta la potenza e tutta la gloria, per instaurare un regno eterno e universale.
a. L'autore sacro vuole incoraggiare i suoi compatrioti a resistere nella prova: dopo gli imperi devastatori ch'egli descrive sotto i tratti di malefiche bestie feroci, verrà un regno di pace, grazie a un salvatore investito di tutti i poteri divini.
b. Mentre viene processato davanti al sinedrio, Gesù applicherà a se stesso questa profezia: per volontà di Dio, egli è incaricato di stabilire un regno di verità, di giustizia e di pace.
c. Solo alla fine dei tempi però questo regno universale avrà la sua piena realizzazione, nel momento del suo ritorno glorioso. E questa la speranza cristiana, luce e forza nelle lotte della vita presente.
Salmo responsoriale (Sal 92): Canto di lode a Cristo re
Questo salmo esalta la regalità di Dio: essa risplende nell'universo intero, che è opera sua; essa si manifesta nel tempio. È un canto di lode che noi applichiamo a Cristo re: la sua legge è immutabile, la sua santità risplende nella chiesa. A lui gloria e potenza!
Rit.: Venga, Signore, il tuo regno di luce.
Seconda lettura (Ap 1,5-8): Re e sacerdoti con Cristo
Per sostenere il coraggio dei cristiani perseguitati, san Giovanni mostra loro il Cristo, signore sovrano e re universale, che raduna tutti gli uomini per farne il popolo di Dio.
a. Cristo ha affrontato di persona la persecuzione e la morte: egli è riuscito vincitore, e oggi trionfa in cielo, alla destra del Padre.
b. Questo trionfo e questa vittoria diverranno il retaggio di tutti gli uomini: formeranno un regno di sacerdoti, consacrati eternamente alla lode del Padre.
c. Certo, la lotta per questo regno è ben lontana dall'essere conclusa: ma alla fine dei tempi Cristo regnerà nella sua maestà, vittorioso sul male e sull'errore, re universale ed eterno.
Vangelo (Gv 18,33-37): “Io sono re”
Accusato dai giudei di voler diventare loro re, Gesù espone davanti a Pilato, il governatore romano, il suo pensiero: egli è re, certamente! Ma non alla maniera dei re della terra. La sua regalità non consiste nell'estendere la sua autorità su dei territori, ma nel rendere testimonianza alla verità.
a. Per ottenere la sua condanna a morte, i giudei hanno tradotto Cristo davanti al tribunale di Pilato, accusandolo di sollevare il popolo contro l'autorità romana per farsi proclamare re lui stesso.
b. Gesù si difende: benché il suo regno sia in questo mondo, tuttavia non è di questo mondo. Egli è venuto a rivelare agli uomini la verità di Dio, vale a dire il suo piano di amore sopra di essi. Accogliere questa verità e viverla, significa appartenere al suo regno.
c. Per mezzo del battesimo noi siamo stati introdotti nel regno di Cristo. Ma nella vita pratica ci comportiamo poi con coerenza? La verità di Cristo è entrata nella nostra vita? Guida i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre azioni?
Suggerimenti per l'omelia
«Cristo re!». Un'espressione che rischia di offendere le orecchie di qualcuno: quelli che provano, senza troppo sapere perché, una profonda ripugnanza per le monarchie. Siano pure tranquilli. La regalità di Cristo non fa pesare sugli uomini alcuna minaccia. Al contrario, essa è sorgente di pace e di gioia.
- Che cos'è la regalità di Cristo. Intanto è di un ordine tutto diverso da quello delle regalità della terra: «Sì, io sono re - risponde Gesù a Pilato che lo interroga. - Ma il mio regno non è di questo mondo». Non è fatto di territori e di schiavi.
- Qual è il suo scopo? Il suo fine? È ancora Gesù che lo dice a Pilato: « Io sono venuto per rendere testimonianza alla verità». Il mondo è schiavo dell'errore, della menzogna, dell'ipocrisia, dell'odio. Cristo è
stato mandato dal Padre per instaurare il regno della verità, della giustizia e della pace.
- E con quali mezzi? La forza, il prestigio, la scienza, la tenacia, grandi eserciti, forti pressioni politiche? Niente di tutto questo! Ma la pazienza, la dolcezza, la povertà, l'amore, il dono di sé fino al sacrificio. Gesù sarà un re deriso e torturato. Avrà come scettro una canna, per diadema una corona di spine, per trono una croce.
- Ma questa regalità ha assicurato un trionfo universale ed eterno. Iniziata quaggiù nelle lacrime e nel sangue, non sarà instaurata definitivamente che alla fine dei tempi. La chiesa, regno di Dio sulla terra, diventerà il regno eterno dei cieli.
Preghiera universale
Fratelli, celebrando oggi la festa di Cristo re, noi abbiamo compreso che il suo regno di amore è stato instaurato a prezzo dell'apparente sconfitta della croce. Preghiamo affinché, dopo aver intuito in qualche modo questo mistero fondamentale del vangelo, noi cerchiamo di vivere uniti a Cristo ed essere, ciascuno secondo le sue possibilità, gli artefici e i promotori del suo regno.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Affinché la chiesa e i suoi pastori, fedeli allo spirito di Cristo, cerchino di estendere il suo regno con le sue stesse armi: la povertà, l'umiltà, il servizio degli altri: preghiamo.
2. Affinché i capi di stato, investiti di potere e di autorità, si impegnino ad usare questi mezzi, ad esempio di Cristo, unicamente per il servizio e il bene dei loro sudditi: preghiamo.
3. Orgogliosi delle loro conquiste tecniche e scientifiche, gli uomini sono tentati di ritenersi i padroni dell'universo. Affinché abbiano il senso della grandezza di Dio e della loro piccolezza: preghiamo.
4. Quante creature umane sono offese nella loro dignità e nei loro diritti! Affinché i cristiani siano sempre pronti a prendere le loro difese e a reclamare giustizia per tutti: preghiamo.
5. Noi siamo un popolo sacerdotale, riunito ogni domenica intorno all'eucaristia. Affinché sappiamo prenderci con coraggio le nostre responsabilità di artefici del regno di Dio: preghiamo.
Signore, tu vuoi che il tuo Figlio instauri sulla terra un regno di verità e di amore. Concedici di essere i testimoni attivi di questa verità e di questo amore, con le nostre parole e le nostre opere, e di contribuire ad estendere il suo regno con la santità della nostra vita, fino al giorno in cui anche noi regneremo con lui per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Resi partecipi per mezzo del battesimo della regalità e del sacerdozio di Cristo, uniamoci a lui per ristabilire dappertutto sulla terra il regno del suo Padre celeste.
Parole di congedo e di saluto
E` con la luminosità di una vita dedicata a lui, che noi contribuiremo nel modo migliore ad estendere il regno di Cristo sulla terra. Cerchiamo di sentire sempre il dovere di questa testimonianza.