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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B
CRISTO LUCE DI VITA
“Subito l'uomo riacquistò la vista e prese a seguire Gesù” (Mc 10,52)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, san Marco ci racconta nel vangelo di oggi la guarigione del cieco di Gerico. Ma questo miracolo dev'essere per noi più che un racconto: esso ha valore di simbolo. Vediamo in che senso può suscitare in noi delle riflessioni, provocare la nostra preghiera, ispirare e sostenere i nostri sforzi.
Il fatto e che anche noi, purtroppo, siamo dei ciechi fin dalla nascita. Quante verità essenziali ci sfuggono, e senza di esse è impossibile camminare sulla via della vita eterna. Ma Cristo è qui che si offre a guarire i nostri occhi. Basta che noi, come il cieco di Gerico, abbiamo il coraggio di gridare verso di lui: «Figlio di David, abbi pietà».
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Il cristiano è colui che cammina nella luce di Cristo. C'è chi chiude intenzionalmente gli occhi a questa luce, trovandola troppo scomoda.
- E noi cerchiamo lealmente di approfondire la nostra fede; per poter avere una visione autenticamente cristiana degli avvenimenti e conformare i nostri giudizi alle vedute di Dio?
- Ci sforziamo di essere per i fratelli, specialmente per quelli che sono immersi nella notte del dubbio e dell'errore, la guida che li conduce a Cristo, unica vera luce?
2. Invocazioni
- Signore, che per guidarci sulla via che conduce a te, ci hai mandato il tuo Figlio( abbi pietà di noi.
- Cristo, venuto nel mondo per strappare gli uomini dalle tenebre del peccato, abbi pietà di noi.
- Signore, che apri gli occhi che non vedono gli splendori della fede, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Ger 31,7-9): La sollecitudine di Dio per gli esiliati
Una delle ore più oscure della storia di Israele: l'esilio in Mesopotamia. Ma Geremia non dubita della salvezza degli esiliati. Dio ama il suo popolo: lo libererà egli stesso dalla schiavitù e lo ricondurrà nella patria ritrovata.
a. I due regni di Israele e di Giuda sono stati distrutti dagli eserciti assiri, e i loro abitanti deportati in Babilonia.
b. Ma neppure per un istante Geremia dubita del loro ritorno. Partiti nelle lacrime, essi ritorneranno nel giubilo al loro paese, guidati dalla mano paterna di Dio.
c. La lezione è chiara! Se siamo con Dio, anche nella notte più oscura scaturirà la luce, portatrice di gioia e di speranza. E ciò perché da parte di Dio l'ultima parola è sempre di amore. E da parte nostra, qualunque sia il nostro peccato, crediamo sempre all'amore.
Salmo responsoriale (Sal 125): Dopo le lacrime, la gioia
Come il Signore ha ricondotto gli esiliati alla loro patria, egli realizzerà anche per noi uguali meraviglie: ci strapperà dal peccato, dalla sofferenza e dalla morte. Pieni di fiducia, ripetiamo anche noi il canto degli esiliati.
Rit.: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Seconda lettura (Eb 5,1-6): Gesù, sommo sacerdote per eccellenza
Dopo aver definito ciò che è il sacerdote, l'autore dell'epistola dimostra come Cristo lo sia in modo eminente, realizzando alla perfezione tutte le qualità del vero sacerdote.
a. Che cos'era il sommo sacerdote presso gli ebrei? Un uomo, scelto tra gli uomini, come loro rivestito di debolezza, e quindi comprensivo e indulgente; ma nello stesso tempo scelto da Dio, era investito di autorità per offrire il sacrificio di riconciliazione.
b. E’ chiaro che Cristo, Dio e uomo ad un tempo, possiede in modo eminente le qualità richieste per essere l'intermediario perfetto, per intercedere per gli uomini e condurli a Dio: il sacerdote per eccellenza.
c. In questo tempo in cui il problema del sacerdozio è diventato urgente, questo brano della lettera agli ebrei definisce nel modo più chiaro che cos'è il sacerdote e qual è il suo ministero.
Vangelo (Mc 10,46-52): Guarigione del cieco di Gerico
San Marco ci racconta la guarigione di un cieco di nome Bartimeo. La scena si svolge a Gerico, poco tempo prima dell'andata di Gesù a Gerusalemme, dove sarà arrestato e messo a morte.
a. Da questo racconto si sprigiona una suggestione straordinaria. Marco l'ha scritto con una cura particolare. Dai numerosi e piacevoli dettagli si indovina che ne è stato testimone oculare.
b. A Gesù che gli rende la vista, il cieco apre il suo cuore. Più coraggioso del giovane ricco di cui si è parlato poco prima, egli si attaccherà a Cristo e lo seguirà a Gerusalemme sulla via che lo conduce alla morte.
c. Anche noi siamo dei ciechi, di una cecità molto più grave, anche se diversa. Come il cieco di Gerico, dobbiamo avere il coraggio di gridare verso Cristo e di implorare la guarigione. E avere poi la costanza di seguire Cristo nelle vie della vita, anche se dovessero passare per il Calvario.
Suggerimenti per l'omelia
Per camminare con Cristo sulle vie della vita, quelle che conducono al Padre, bisogna vederci chiaro. Ora noi siamo «dei ciechi in cammino» come dice una canzone. E quel che è peggio, noi non ne abbiamo coscienza. E come grideremo insieme al cieco di Gerico: «Figlio di David, abbi pietà di me»?
- Noi siamo ciechi: riconosciamolo! Noi urtiamo da tutte le parti contro un muro di tenebre. La scienza e la ricerca filosofica, anche la più profonda, si fermano di fronte a quel muro, totalmente incapaci di penetrare il mistero: «Chi siamo noi? Di dove veniamo? Qual è il nostro destino? Perché il dolore? Che cosa c'è dopo la morte? E Dio chi è? Che cosa vuole da noi? E noi che cosa possiamo attenderci da lui?». Sono solo alcuni dei tanti problemi insolubili per l'uomo abbandonato a se stesso. «Io sono un cieco in cammino!...». Quanto è vero!
- Ma Cristo è la luce: egli può ridarci la vista. Non è stato mandato dal Padre per dissipare le nostre tenebre, e illuminare la nostra via? Egli stesso lo dice: «Io sono la luce. Chi mi segue non si perde». Solo Cristo offre all'uomo la risposta chiara e sicura a tutte le sue angosce. Che si tratti di Dio odi noi stessi, del senso della vita, del mistero del dolore e della morte, del comportamento da tenere verso gli altri, egli ci dà delle direttive luminose: la chiarezza della fede.
E la guarigione bisogna desiderarla: «Signore, fa' che io veda»; e non essere di quelli che preferiscono le tenebre alla luce, come i superbi e gli indifferenti.
Preghiera universale
Fratelli, come Bartimeo sul bordo della strada su cui passa Cristo, noi siamo ciechi. Abbiamo il coraggio di riconoscerlo. Per fortuna il Signore c'è anche sulle strade della nostra vita. Saremo capaci di gridare verso di lui con tutte le nostre forze: «Figlio di David, abbi pietà»? Domandiamo questa grazia e noi saremo guariti.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. L'umanità intera geme, immersa nelle sue angosce. Affinché la testimonianza della chiesa, portatrice della luce di Cristo, la strappi dalle tenebre e le infonda la verità che salva: preghiamo.
2. Numerosi capi di stato, imbevuti di ideologie atee, tengono i loro popoli nella falsità e nell'errore. Affinché la predicazione del vangelo possa godere dovunque di piena libertà: preghiamo.
3. Molti uomini lottano nella ricerca della verità, mentre altri, veramente da compiangere, se ne disinteressano. Affinché tutti possano arrivare alla luce della fede in Cristo: preghiamo.
4. La cecità è una sventura molto temuta. Abbiamo noi compassione dei fratelli che ne sono colpiti? Affinché siamo sensibili alla loro disgrazia e preoccupati di aiutarli: preghiamo.
5. Per noi stessi: affinché nella nostra comunità parrocchiale cerchiamo di approfondire maggiormente la nostra fede, e di non accontentarci di una religione solo rituale, abitudinaria e senz'anima: preghiamo.
Signore, tu sai che noi siamo «dei ciechi lungo il cammino». Noi abbiamo bisogno di te. Apri i nostri occhi alla tua luce. Aumenta in noi la fede, perché nei nostri giudizi, nel nostro modo di pensare, nella nostra condotta di ogni giorno, ci ispiriamo sempre di più ai tuoi insegnamenti. Solo in questo modo potremo avanzare più sicuri nella strada della vita che conduce al Padre, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Mentre recitiamo il Padre nostro, esprimiamo anche il desiderio di vedere tutti gli uomini, illuminati dalla fede in Gesù Cristo, unirsi ai cristiani per pregare e lodare il Padre.
Parole di congedo e di saluto
Siamo fedeli alla luce che viene dal Signore. In questo modo potremo essere delle guide sicure anche per i nostri fratelli.