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XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B
LIBERARSI PER VIVERE
«Vendi tutto quello che hai; poi vieni e seguimi» (Mc 10,21)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, voi sapete molto bene che quando i genitori insistono con i loro figli nel dare consigli e avvertimenti, essi se l'hanno a male e rispondono: «Ma me l'avete ripetuto cento volte!». Non si rendono conto che quest'insistenza è dovuta proprio all'amore dei genitori, che cercano solo il loro bene.
Cosi' fa anche la chiesa, nostra madre, che oggi, una volta di più, ci raccomanda nella liturgia di vivere da saggi e non da incoscienti. Ne va della riuscita della nostra vita, e non solo di quella presente, ma - e questo è il punto più importante - della nostra vita futura. L'uomo è immortale! E noi siamo saggi? Siamo degli incoscienti? Ringraziamo la chiesa che, a nome di Cristo, ci esorta alla riflessione.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Accettiamo di fermarci per qualche istante ad ascoltare la parola di Dio, a confrontarci con essa, a riflettere sulla nostra situazione spirituale?
- Alla luce di questa parola, ci sforziamo di valutare cristianamente i nostri programmi, i nostri atteggiamenti, i nostri criteri di giudizio e di vita?
- Lo scopo della nostra vita è solo quello di guadagnare, di procurarci un benessere sempre maggiore, oppure di costruire un mondo migliore sulla linea del vangelo?
2. Invocazioni
- Signore, che accordi la tua sapienza a chi la domanda con umiltà,
abbi pietà di noi.
- Cristo, che ti sei incarnato per portare il messaggio del Padre a
tutti gli uomini, abbi pietà di noi.
- Signore, dono meraviglioso dell'amore di Dio e ricchezza dei poveri e degli umili, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Sap 7,7-11): La sapienza vale più delle ricchezze
Il brano della Sapienza che oggi leggiamo, è il canto di ringraziamento di un credente, la cui preghiera è stata esaudita. In fatti Dio gli ha accordato la sapienza che egli ha chiesto, preferendola alla salute, alla ricchezza, alla potenza e alla gloria.
a. Cos'è dunque questa sapienza, più preziosa dell'oro? È la luce che ci insegna a yedere e a valutare le cose come Dio le vede e le apprezza. E l'arte di pensare e di comportarsi secondo le vedute di Dio stesso.
b. Come ottenerla? Con la preghiera umile e costante. È in Dio che si deve cercare, essendo la sapienza un'apertura dell'intelligenza e del cuore al mistero di Dio.
c. Per mezzo di questo ritratto della sapienza, noi vediamo stagliarsi la figura di colui che san Paolo chiama «la nostra sapienza», Cristo stesso. Ascoltarlo, seguirlo, preferirlo a tutto, vuol dire conquistare tutto. C'è sapienza più grande?
Salmo responsoriale (Sal 89): Signore, donaci la sapienza!
La sapienza, come viene definita nella lettura, è più preziosa di qualunque altra cosa. Domandiamo a Dio di concedercela, e noi sperimenteremo la gioia e la pace, anche in mezzo alle prove più dure.
Rit.: Donaci, o Dio, la sapienza del cuore.
Seconda lettura (Eb 4,12-13): La spada della parola
Come una spada affilata - ci dice l'autore della Lettera agli Ebrei la parola di Dio penetra nel profondo dell'anima, affinché si riveli a se stessa senza illusioni né sotterfugi.
a. La parola possiede un'efficacia meravigliosa: mette a nudo il cuore dell'uomo; porta in superficie la vera qualità dei suoi pensieri e le più segrete motivazioni dei suoi atti.
b. Ma se la parola contesta l'uomo e la sua condotta, non lo fa per condannarlo, ma per illuminarlo e invitarlo a cambiare strada. Accogliere questa parola significa dunque aprirsi alla vita; rifiutarla, vuol dire esporsi alla morte.
c. Per noi cristiani, questa parola vivente è Cristo stesso, il Verbo di Dio che si è fatto carne. Come possiamo rifiutarci di ascoltarla? Essa ci conduce al Padre!
Vangelo (Mc 10,17-30): Il pericolo delle ricchezze
Dopo il rifiuto del giovane ricco, di rinunciare ai suoi beni per seguirlo, Cristo denuncia il pericolo delle ricchezze: esse tolgono ogni libertà di rispondere agli inviti del Signore, sia che si possiedano in realtà, sia che se ne nutra il desiderio.
a. È la storia penosa di un giovane, pieno di beni di fortuna, che non ha il coraggio di rinunciarvi per seguire Cristo. Certo, avrebbe voluto essere perfetto, ma a condizione che non gli fosse costato nulla!
b. Gesù approfitta di questa occasione per mettere in guardia i suoi discepoli contro il potere schiavizzante dei beni terreni. essi frenano e fermano ogni slancio più bello, sterilizzano le più nobili aspirazioni.
c. Solo la povertà voluta e vissuta per amore di Cristo, rende liberi. Essa diventa pienezza, e che pienezza! Essa ci dona Dio. «Sacrificare non vuol dire perdere - ci dice un filosofo cristiano -. E possedere molto di più!».
Suggerimenti per l'omelia
Dopo aver visto il rischio, il tremendo rischio della vita presente, dobbiamo assolutamente domandarci che cosa fare per darle la sua vera grandezza, quella che neppure la morte potrà distruggere, ma che rifiorirà nella vita eterna. Cosa vuol dire dunque essere sapienti?
- Per prima cosa, cercare l'essenziale. Cos'è questo essenziale? Dio e la sua amicizia. Noi siamo fatti da lui e per lui. Divenuti suoi figli col battesimo, noi dobbiamo vivere nella sua intimità, uniformare la nostra condotta alle sue direttive paterne, sicuri di trovare in lui la pace, la giustizia, la gioia, nell'attesa di entrare in possesso della felicità che ci ha preparato per l'eternità.
- In secondo luogo, attribuire ai beni terreni solo un valore relativo. Possederli senza che ci lasciamo possedere da essi; essere pronti a sacrificarli pur di non perdere Dio e la sua amicizia. Dio, bene supremo, non sopporta alcun paragone con le altre cose, comunque si chiamino: potenza, onori, ricchezze. E nemmeno si può metterlo in alternativa con quei beni che pure sono molto importanti, come la salute, l'intelligenza, l'amicizia.
- Per noi cristiani, in definitiva, essere sapienti vuol dire mettersi alla scuola di Gesù Cristo. Egli è verità e luce. Egli è vita e amore. Egli è la «sapienza incarnata». Attacchiamoci appassionatamente a lui; restiamo in ascolto della sua parola; modelliamo la nostra condotta sulla sua, e noi vivremo da sapienti. Egli infatti ha detto: «Colui che mi segue non cammina nelle tenebre. Egli avrà la luce della vita».
Preghiera universale
Fratelli, non è solo al giovane ricco che Cristo domanda di abbandonare tutto e di seguirlo. In un certo senso lo domanda anche a ciascuno di noi. Infatti nessuno può essere discepolo di Cristo senza rinunce e senza sacrifici. Esigenze che potrebbero sembrare esagerate. Il Signore ci faccia comprendere che non è vero, e che è vera sapienza accettarle e con formarvi la nostra vita.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. In questo mondo saturo di superbia, la chiesa ha la responsabilità di far ascoltare la parola di Dio. Affinché essa abbia il coraggio di proclamare il vangelo «sui tetti»: preghiamo.
2. Per i sacerdoti, i religiosi e le religiose. Affinché col loro spirito di umiltà e di povertà siano testimoni dell'unica ricchezza, quella di amare Dio e servire a lui solo: preghiamo.
3. Sembra che tutti gli sforzi degli uomini non abbiano altro scopo che quello di accumulare sempre più denaro e beni terreni. Affinché Dio ci apra gli occhi e ci difenda dalle lusinghe di questi falsi valori: preghiamo.
4. Gesù Cristo ha preso la figura del povero. Affinché sappiamo riconoscerlo «sotto la veste del mendicante», in mezzo ai senzatetto, ai disoccupati, agli emigranti, ai lavoratori stranieri: preghiamo.
5. Per la nostra comunità parrocchiale. Affinché ciascuno dei suoi membri prenda a cuore le sue responsabilità religiose, sociali, politiche, e si sforzi così di instaurare una società più giusta, più umana, più fraterna e più evangelica: preghiamo.
Signore, donaci lo spirito della sapienza, perché non corriamo dietro ai beni effimeri, che saziano un istante per poi svanire nel nulla. Fa' che noi cerchiamo i valori superiori, quelli che accrescono la nobiltà e la generosità del cuore, il fervore e la carità dell'anima: quei valori che fanno la grandezza della vita quaggiù e sono caparra della vita eterna. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Lo Spirito della sapienza è venuto in noi. Ci ispiri di domandare a Dio, padre nostro, il nutrimento eterno, e non solo quello materiale, del corpo.
Parole di congedo e di saluto
La parola di Dio che oggi abbiamo ascoltato, ci aiuti a vivere nella povertà e nella rinuncia, sull'esempio di Gesù Cristo, nostro modello.