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XXV DOMENICA ORDINARIA - B
LA VERA GRANDEZZA DEL CRISTIANO E’ SERVIRE
“Se uno vuoi essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti” (MC 9,35)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la vita è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto da Dio. A noi è affidato il compito di valorizzarla perché, dopo il passaggio obbligato della morte, essa sia cambiata in vita eterna. Tutto dipende perciò dall'orientamento che noi le avremo dato quaggiù e dall'uso che ne avremo fatto. Ora il Signore Gesù ci insegna che la vera grandezza di una vita umana non deriva da una riuscita materiale, per quanto possa essere splendida, ma dalla misura in cui essa sarà stata messa a servizio degli altri.
Servire per amore, in spirito di umiltà e di disinteresse: ecco ciò che dà un vero senso alla vita e fa la sua grandezza!
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Come discepoli di Cristo, comprendiamo che non possiamo essere al di sopra di lui, e che dobbiamo, SUl suo esempio, farci servi di tutti i nostri fratelli?
- La nostra pazienza, il nostro spirito di servizio, la nostra dolcezza, il nostro disinteresse, sono per gli altri una testimonianza viva della nostra fede in Cristo?
- In questo mondo egoista, straziato dalla violenza, cerchiamo di essere gli artefici della pace, con la ricerca di una giustizia più grande e di una carità più effettiva?
2. Invocazioni
- Signore, che preferisci dare i tuoi favori ai piccoli e agli umili: abbi pietà di noi.
- Cristo, che ti sei fatto servo di tutti per rivelarci la vera grandezza dell'uomo: abbi pietà di noi.
- Signore, che rinnovi i cuori col tuo spirito di umiltà, di sapienza e di amore: abbi pietà di noi.
Prima lettura (Sap 2,12.17-20): Il giusto perseguitato
Il vero credente, colui che uni forma la vita alla sua fede, è un rimprovero vivente per gli altri. Testimonio scomodo, sarà incompreso, contraddetto, perseguitato. Si cercherà perfino di eliminarlo.
a. Il libro della Sapienza è stato scritto nel primo secolo della nostra era, da un giudeo di Alessandria, dove viveva una colonia ebraica particolarmente florida. E molti erano coloro che si erano lasciati contaminare dalle attrattive di una civiltà dissoluta.
b. I veri credenti, rimasti fedeli, erano per loro degli importuni; erano costretti a subire sia i sarcasmi dei pagani che le persecuzioni dei rinnegati: e questi ultimi non erano certo i meno crudeli.
c. La tradizione cristiana ha sempre voluto riconoscere in questo giusto perseguitato il Cristo stesso. Molti particolari preannunciano anzitempo la sua dolorosa passione.
Salmo responsoriale (Sal 53): Dio sostiene il giusto perseguitato
Dio viene in aiuto a colui che lo invoca con fiducia: è prima di tutto il suo stesso Figlio, abbandonato nelle mani dei suoi nemici; è l'oppresso di ogni condizione che domanda giustizia. Dio non è mai sordo al loro grido di sconforto.
Rit.: Sei tu, Signore, il mio sostegno.
Seconda lettura (Cc 3,16-4,3): Artefici di pace o fautori di guerra
Dopo aver raccomandato ai discepoli di Cristo di regolare la loro condotta secondo la Sapienza che discende da Dio, san Giacomo denuncia senza mezzi termini la cupidigia, insita in fondo al cuore di ogni uomo, generatrice delle peggiori ingiustizie.
a. La sapienza che viene dall'alto, da Dio, è amore puro, senza mescolanza di errore o di egoismo: essa produce benevolenza, imparzialità, concordia, pace.
b. Invece la cupidigia, sotto tutte le forme, invidia, gelosia, brama di dominio e di ricchezza, non è che un torrente inquinato, che porta violenze e conflitti.
c. Vogliamo essere artefici di giustizia e di pace? Prendiamo a modello Dio. Cerchiamo, a contatto con Cristo, di purificare la nostra fede e il nostro cuore. Viviamo lo spirito delle beatitudini.
Vangelo (Mc 9,30-37): La vera grandezza
Gesù ci indica la vera ragione di essere dell'uomo, che è il servizio degli altri, in particolare dei più deboli e dei più sfortunati. L'uomo non potrà realizzare il suo destino se non dedicandosi agli altri, considerati tutti fratelli.
a. Gesù ha appena annunciato la sua morte prossima, e gli apostoli, per quanto ciò possa sembrare inverosimile, si mettono a discutere per sapere chi di loro sarà il più grande nel futuro regno: si vede proprio che non hanno capito nulla.
b. Gesù capovolge da cima a fondo le loro prospettive: il primo nel suo regno - egli insegna - è colui che ha tanta umiltà da farsi servo di tutti, specialmente dei piccoli e degli emarginati.
c. Abbiamo lo spirito di Gesù Cristo? Cerchiamo, a suo esempio, di farci uno «spirito di servizio», mettendoci a disposizione dei nostri fratelli con la bontà, la serenità, il disinteresse e la discrezione?
Suggerimenti per l'omelia
«Servire!...». In questa sola parola si riassume tutta la vita di Cristo. «Sono venuto - ci dirà - non per essere servito, ma per servire». Egli si è fatto uomo per mettersi al servizio dell'uomo, dell'uomo decaduto, infelice, destinato alla rovina eterna. Per lui arriverà fino al culmine massimo del dono, fino alla croce. Nessuno potrà essere suo discepolo, se non si farà «servo».
- La vera grandezza del cristiano è servire. Per la maggior parte delle persone, riuscire nella vita significa accumulare una fortuna, salire sul podio degli onori, raccogliere a piene mani le rose della vita.
Contro questa mentalità «terra terra», Cristo proclama che non esiste grandezza se non viene dal dono di sé, disinteressato e generoso, al servizio degli altri, soprattutto dei più indifesi e dei più miseri.
- Come formarci uno «spirito di servizio»?
Lottando contro l'orgoglio che è in noi: cacciando dal nostro cuore ogni desiderio di metterci in vista, di farci valere agli occhi degli altri.
Frenando ogni egoismo, rigettando ogni smodato desiderio dei beni terreni, accontentandoci di un tenore di vita modesto.
Prendendo come modello Gesù Cristo. «Imparate da me - egli ci dice - che sono mite e umile di cuore». E ancora: «Io non sono venuto per essere servito, ma per servire».
Per amore di Dio e dei fratelli, sforziamoci di essere gli eredi della sua totale disponibilità.
Preghiera universa1e
Fratelli, abbiamo visto che Gesù prende motivo dalla discussione sorta tra gli apostoli, per riformare la loro mentalità, per far loro capire che il primo nel suo regno sarà colui che si metterà al servi-zio degli altri, sul suo esempio. Dura lezione per il nostro orgoglio. Preghiamo, da veri discepoli di Cristo, che ci sia concesso di metterla in pratica.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La chiesa è la continuazione dell'opera di amore di Gesù Cristo. Affinché i suoi pastori, totalmente dimentichi di sé, si facciano i servi di tutti: preghiamo.
2. «Servire!»: ideale proposto da Cristo ai suoi discepoli. Affinché i cristiani, specialmente quelli che sono investiti di autorità, abbiano quel senso di umiltà che assicura il migliore servizio ai fratelli: preghiamo.
3. Per le famiglie cristiane. Affinché si ricordino della parola di Gesù: «Chi accoglie uno di questi piccoli nel mio nome, accoglie me»: preghiamo.
4. Gesù nutriva una grande predilezione per i bambini. Affinché i loro educatori, i genitori, i catechisti, gli insegnanti, adempiano la loro missione con la stessa tenerezza di Cristo: preghiamo.
5. Per la nostra comunità parrocchiale. Affinché, guidati dalla sapienza di Dio, sappiamo dimenticare noi stessi e mettere i nostri talenti al servizio di tutti specialmente dei più deboli e dei più poveri: preghiamo.
Signore, Dio nostro, tu sai quanto ci sia difficile conformarci allo spirito di umiltà, di dolcezza e di disinteresse del tuo Figlio. Spesso cediamo ai suggerimenti dell'egoismo e della superbia. Concedici di imitare i suoi esempi, affinché anche noi, come lui, ci mettiamo al servizio dei fratelli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Vogliamo che il Signore accolga la nostra preghiera? Facciamola salire a lui in uno spirito di grande fiducia, e nello stesso tempo di grande povertà e umiltà.
Parole dl congedo e dl saluto
Noi siamo discepoli di colui che ha detto: «Io sono venuto non per essere servito, ma per servire». Cerchiamo di metterci volentieri al servizio dei nostri fratelli, specialmente dei più indifesi.