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XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B
PORTARE LA CROCE DIETRO A CRISTO
“Chi vuoi venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (MC 8,34)
Parole d'accoglienza e presentazione dei tema
Fratelli, il mistero della sofferenza è il più incomprensibile e il più sconcertante che ci sia. La chiesa, nostra madre, ci invita a meditarlo oggi, nella luce che scende dal Calvario. Non tanto per rianimare il nostro coraggio venuto meno, quanto per indurci a viverlo nello slancio della fede e dell'amore. «Chi ne diffida - ha detto qualcuno -, non è fatto per l'amore»! Giacché Dio è amore, ed è a un'opera di amore che egli ci chiama. Quindi nessuno può essere discepolo di Cristo, se non accetta di portare la croce.
Arriveremo noi a comprendere che il cristiano, col battesimo, nasce crocifisso? Per lui il cammino della fede è prima di tutto il cammino della croce, prima di essere il cammino della gloria. Così è stato per Gesù...
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Forse qualche volta sogniamo un cristianesimo facile, rassicurante, confortevole, e ci illudiamo di vivere la nostra fede col minimo sforzo.
- Talvolta ci scoraggiamo di fronte al problema della sofferenza, senza voler ammettere che nel disegno di Dio è necessaria per far trionfare il bene.
- E quando suona anche per noi l'ora di portare la croce, sappiamo rivolgerci a Dio per attingere a lui la forza di associarci alla passione di Cristo?
2. Invocazioni
- Signore, per la salvezza dell'umanità hai voluto che il Figlio tuo fosse il « servo sofferente»: abbi pietà di noi.
- Cristo, che ti sei fatto obbediente fino alla morte in croce, perché noi fossimo salvati e giustificati, abbi pietà di noi.
- Signore, tu solo puoi farci comprendere e accettare l'austera legge del sacrificio: abbi pietà di noi.
Prima lettura (Is 50,5-9): Fiducia in Dio nelle prove
Leggiamo adesso il « terzo canto del servo sofferente», preso dal libro del profeta Isaia. Per restare ad ogni costo fedele alla sua missione, si è scontrato con tutte le forme dell'odio e della persecuzione. Ma ha superato la sua angoscia con una inalterabile fiducia in Dio.
a. Vero discepolo del Signore, per lui ha sopportato tutto: le più atroci sofferenze e le umiliazioni più crudeli; nulla gli è stato risparmiato.
b. Ciononostante è stato irremovibile. Egli sa a chi si è dedicato, ed è sicuro di non venir abbandonato. Anche se gli faranno un processo, Dio stesso sarà il suo difensore.
c. Cristo è stato questo «servo sofferente» per eccellenza. Durante la sua passione, ha posto tutta la sua fiducia nel Padre. Di qui la sua straordinaria forza d'animo. Quale esempio per noi, suoi discepoli!
Salmo responsoriale (Sal 114): Assoluta fiducia In Dio
Gesù, il servo sofferente per eccellenza, non si è sottratto alla sua passione: preso nelle funi di morte, immerso nell'angoscia dell'agonia, egli si è affidato al Padre suo, che l'ha finalmente esaudito, salvato, risuscitato e glorificato. Che la sua preghiera sia anche la nostra nell'ora della prova.
Rit.: Camminerò alla presenza del Signore.
Seconda lettura (Gc 2,14-18): Le esigenze della fede
San Giacomo ci ricorda che una fede incapace di trasformare il cuore, e che specialmente non si manifesta con atti di amore, sarebbe una fede senza valore, una fede morta.
a. Una prova alla portata di tutti: di fronte a uno che è in difficoltà, qual è il mio comportamento? Mi accontento di buone parole senza far niente di positivo per lui? La mia fede è proprio bell'e morta.
b. Lungi dall'essere in opposizione, la fede e la sua pratica sono complementari: l'una e l'altra nascono dalla parola di Dio, e noi dobbiamo esserne ad un tempo gli ascoltatori e i realizzatori.
c. Per parlare della fede viva e definirla, san Giacomo ha preso un esempio che ha ricavato dalla carità fraterna. Forse questo sta a significare che il valore della nostra fede dipende dalla misura della nostra carità verso i fratelli.
Vangelo (Mc 8,27-35): Chi è Gesù? Il messia sofferente
Una pagina che è ricorrente nel ministero di Cristo e nella formazione dei suoi apostoli: egli vuole rivelare loro la sua vera identità. Egli è il messia, ma un messia sofferente, che realizza la sua missione per mezzo della croce.
a. Il messia... Fino a questo momento l'hanno considerato un profeta, un grande profeta. Ma il problema diventa sempre più urgente:
chi è lui precisamente? Egli ratifica ciò che dice Pietro: «Tu sei Cristo, il Figlio di Dio».
b. Ma con quali mezzi egli porterà la salvezza agli uomini? Per mezzo della sofferenza, e la più orribile di tutte: la sofferenza della croce. A questo punto Pietro e i suoi amici non capiscono più niente:
sono scandalizzati: «Tutto, fuorché la croce!».
c. Oggi questo mistero non ci turba più, a meno che non ci tocchi viverlo personalmente. «Chi vuole essere mio discepolo - ci dice Cristo - deve portare la sua croce e seguirmi». Fortunatamente questo mistero si aureola per noi della luce e della speranza della risurrezione.
Suggerimenti per l'omelia
«Io ritenni di non sapere altro, se non Gesù Cristo, e questi croci-fisso». In questo grido di san Paolo è chiaramente definita la vera identità di Gesù Cristo. Ci sarebbe molto da riflettere sul fatto che dopo il concilio - però contro lo spirito del concilio - si è cercato qua o là di presentare Cristo separato dalla sua compagna, la croce.
- Chi è esattamente il Cristo? Un messia crocifisso. Egli è stato l'uomo dei dolori, il servo sofferente, annunciato e descritto dai profeti. Mandato dal Padre a salvare l'uomo, a strapparlo dalla miseria del peccato ed elevarlo alla dignità di figlio di Dio, egli ha dovuto, pur essendo il vero Figlio di Dio, non soltanto rivestirsi della nostra umanità, ma pagare anche il prezzo più alto: quello del sangue. Insondabile mistero! C'è una sola spiegazione: l'amore di Dio per l'uomo, per la sua creatura privilegiata.
- Cosa devono essere i cristiani, discepoli di Cristo? Dei crocifissi, come lui. Nessun dubbio, nessuna scappatoia è possibile di fronte alla chiarezza delle sue affermazioni: «Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua». È la legge dell'amore, di ogni amore. Difficile da mettere in pratica: il Signore lo sa. È per questo che egli cammina in testa sulla via del Calvario. Avremo paura di seguirlo? Egli ci incoraggia, ci sostiene, ci porta perfino. Il suo aiuto è dispensato in profusione dalla sua chiesa, dalla madre sua la vergine Maria, dai suoi sacramenti.
Preghiera universale
Fratelli, dopo aver rivelato ai suoi apostoli che avrebbe dovuto soffrire ed essere messo a morte, Cristo li prevenne dicendo che anch'essi, e tutti i suoi discepoli dopo di loro, avrebbero dovuto portare la croce dietro di lui. Obbligo terribile! Preghiamo tutti uniti affinché ci sia concesso il coraggio di camminare sui passi di Gesù.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Continuare l'opera di Cristo, vuoi dire andare con lui sino in fondo: fino al Calvario. Affinché la chiesa e i suoi pastori sappiano sopportare di tutto per il vangelo: preghiamo.
2. Sono molti quelli che si ribellano di fronte al mistero della sofferenza. Affinché, illuminati dalla croce di Cristo, comprendano che essa è necessaria per assicurare il trionfo del bene: preghiamo.
3. Per tutti coloro, la cui vita è una croce: i poveri, gli emigrati, gli handicappati, e tanti altri torturati nel corpo e nello spirito. Affinché sappiano mettere la loro fiducia in Dio: preghiamo.
4. La fede che non opera, è una fede morta. Affinché essa susciti in tutti i cristiani uno slancio di reciproco aiuto e di fraternità a beneficio di tutti quelli che soffrono: preghiamo.
5. Noi partecipiamo tutte le domeniche al sacrificio della messa. Affinché sappiamo viverla offrendoci col Cristo immolato, permettendogli così di rivivere in noi il mistero della sua passione: preghiamo.
Signore Gesù, tu ci hai avvisati che per essere tuoi discepoli bisogna prendere la stessa tua via, quella del Calvario, e portare la nostra croce come tu hai portato la tua. Un mistero che noi non possiamo accettare e vivere se non spinti da un grande amore per te e per i nostri fratelli. Donaci l'abbondanza di questo amore, insieme al Padre e allo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Dio, nostro padre, conosce tutti i pesi dell'umana esistenza: conosce le nostre preoccupazioni e le nostre debolezze. Presentiamogli, uniti a Gesù, la nostra preghiera filiale, sicuri di essere ascoltati.
Parole di congedo e di saluto
Siamo dei veri testimoni di Cristo, animati da una grande speranza e da un'instancabile carità. Siamo dei testimoni che nulla abbatte, nulla stanca, nulla scoraggia: nè critiche nè insuccessi.