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XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B
ESSERE APERTI A DIO E AGLI ALTRI
“Ha fatto udire i sordi e parlare i morti” (Mc 7,37)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, il vangelo di oggi racconta la guarigione di un sordomuto. Questo miracolo ha valore di simbolo: sono prima di tutto le nostre infermità spirituali che Cristo è venuto a guarire. Quanti uomini, e perfino quanti cristiani, colpiti da sordità e da mutismo! Chiusi all'ascolto della parola di Dio e incapaci di professarla, di viverla, di trasmetterla, giacché non la conoscono. E noi non facciamoci delle illusioni: tutti più o meno ne siamo colpiti. Dobbiamo implorare la guarigione per uscire dall'isolamento del peccato e aprirci a Dio e ai fratelli, con un vero rapporto di amore.
Abbiamo anche noi il coraggio di gridare: «Signore, fa' che io senta, Signore, fa' che io parli!».
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Forse anche noi siamo sordomuti spirituali. Le nostre orecchie sono aperte alla parola di Dio che ci è trasmessa da Cristo, dalla chiesa, e dai nostri stessi fratelli?
- Le nostre lingue sono sciolte per la preghiera, per la lode divina, per la difesa della verità, per il sostegno dei deboli, per il conforto degli afflitti?
Siamo inclini ad aver più considerazione per i fortunati che non per i piccoli e4>er i poveri, dimenticando che essi sono i preferiti dal Signore?
2. Invocazioni
- Signore, il tuo cuore è sempre attento alle suppliche di noi miseri figli: abbi pietà di noi.
- Cristo, venuto a guarire gli uomini dalle loro infermità e dalle loro miserie, abbi pietà di noi.
- Signore, che apri il nostro spirito e il nostro cuore alla parola di Dio, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Is 33,4-7): Messaggio di speranza
Sono già quarant'anni che il popolo sopporta a Babilonia le sofferenze dell'esilio. Ma la prova sta volgendo al termine. Il profeta si impegna in quest'annuncio gradito, e lo canta con dovizia di immagini di gusto orientale, che però hanno la capacità di risollevare le speranze degli infelici esiliati.
a. In questo annuncio di speranza, il profeta usa un'espressione che potrebbe sorprendere: la vendetta di Dio. Una vendetta però che non consiste nel ricambiare il male col male, ma nel trionfare del male col bene: la vittoria dell'amore.
b. Tra le immagini impiegate, alcune sono di ordine per così dire terapeutico, come la guarigione dei ciechi; altre di ordine bucolico o agricolo: dalla terra riarsa scaturiranno sorgenti d'acqua e sbocceranno i fiori.
c. Messaggio di speranza che, oltre agli esiliati di Babilonia, è rivolto a tutto il genere umano. Sotto la guida di Cristo, il suo cammino lungo e doloroso si concluderà nella patria celeste, dalla quale saranno bandite tutte le malattie e nella quale regneranno per sempre le giustizia e la pace.
Salmo responsoriale (Sal 145): Lode a Dio per i suoi benefici
Un canto di felicità, di fiducia e di certezza: Dio libera da ogni miseria; i suoi benefici non si possono contare. innalziamo a lui il nostro canto di ringraziamento.
Rit.: Da' lode al Signore, anima mia!
Seconda lettura (Gc 2,1-5): Niente favoritismi personali
Col suo buon senso e la sua vena un po' caustica, san Giacomo ricorda, con un esempio preso dal vivo, che ogni favoritismo nei confronti dei ricchi e dei potenti è assolutamente contrario allo spirito del vangelo.
a. L'esempio è quello di un ricco, accolto all'ingresso di una celebrazione liturgica con i più grandi onori, mentre i poveri sono relegati in ultima fila.
b. Parzialità disgustosa e per di più totalmente aberrante. Infatti, nei confronti della fede, la sola vera ricchezza è quella che viene da Dio, che colma i suoi fedeli dei tesori della sua grazia.
c. Lo spirito del mondo forse penetra perfino nelle nostre assemblee liturgiche. Precedenze e preferenze non sono talvolta riservate ai favoriti dalla ricchezza, dalla cultura e dall'intelligenza?
Vangelo (Mc 7,31-37): Guarigione di un sordomuto
Gesù guarisce un sordomuto dalla nascita. Questo miracolo riveste un valore simbolico: il sordomuto del vangelo è il prototipo di tutti i sordomuti spirituali, ai quali Cristo porta la guarigione dalla loro infermità, e dai loro peccati.
a. Invece di guarire il sordomuto con un atto di volontà puro e semplice, Gesù compie prima dei gesti che possono sembrare strani, come bagnarsi le dita con la saliva e toccare la lingua dello sventurato.
b. Questi gesti hanno un solo scopo: far vedere che è per mezzo dell'incarnazione, per mezzo dcl contatto della sua umanità con la nostra, che Cristo ci porta la guarigione e la salvezza.
c. Anche noi siamo sordomuti dalla nascita. La grazia del battesimo ci ha guariti: dalla nostra sordità, perché ha aperto le nostre orecchie alla parola di Dio; dal nostro mutismo, perché ha sciolto la nostra lingua alla lode del Padre e al colloquio fraterno col prossimo.
Suggerimenti per l'omelia
Grande sventura essere sordomuti! Come sono da compiangere quelli che ne sono colpiti! Molto peggiori la sordità e il mutismo spirituali! Voglia Iddio che le nostre assemblee liturgiche non raccolgano un numero troppo grande di sordomuti!
- Noi siamo sordi... Non è forse vero che noi, pieni di sussiego e di superbia, presi dalle cure e dalle preoccupazioni terrene, prestiamo solo un ascolto distratto, e talvolta nessun ascolto, alla parola di Dio? Essa non arriva fino a noi, oppure non fa che sfiorarci.
Non è forse vero che, pieni di egoismo, unicamente preoccupati del nostro benessere personale, siamo sordi alle grida degli infelici e ai lamenti della miseria umana?
- Noi siamo muti... Di fronte a Dio: le nostre labbra restano chiuse, quando dovrebbero aprirsi per cantare le lodi divine, per ringraziare il Signore dei suoi benefici, per proclamare con forza il suo amore, per professare coraggiosamente la nostra fede. Noi stiamo zitti per timidezza e qualche volta perfino per viltà.
Di fronte ai fratelli: presso di loro noi dovremmo essere i portavoce del Signore per illuminarli, per consolarli, per difenderli, per promuovere la pace e la giustizia. Sarà indifferenza, sarà paura delle ironie e delle critiche, intanto noi stiamo in silenzio quando invece bisognerebbe gridare la buona novella sui tetti.
Che il Signore dica su di noi, come fece sul sordomuto del vangelo:
«Effeta! »: àpriti! Allora i nostri orecchi si apriranno e la nostra lingua si scioglierà.
Preghiera universale
Fratelli, quanti sordi spirituali, incapaci di ascoltare Dio. Quanti muti, privi di ogni possibilità di pregarlo e di lodarlo, e in più incapaci di parlare ai loro fratelli per illuminarli e con fortarli. Anche se in grado diverso, tutti siamo colpiti da queste infermità. Che il Signore ci guarisca e ci conceda una vera apertura di cuore.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la chiesa, responsabile dell'azione di Dio. Perché essa usi ogni mezzo per aprire i cuori degli uomini alla sua parola e a sciogliere la loro lingua, affinché lo preghino e lo glorifichino: preghiamo.
2. Affinché nelle nostre assemblee cristiane i poveri siano considerati come i preferiti del regno e siano posti senza indecisioni ai primi posti: preghiamo.
3. Il mondo attuale ha perduto il senso del silenzio, che invece indispensabile per l'ascolto della parola di Dio. Affinché impariamo a ritirarci nel deserto per vivere con Dio e ascoltare la sua parola:
preghiamo.
4. Tutti presi dalle nostre preoccupazioni personali e divenuti egoisti, noi non sentiamo più i richiami dei nostri fratelli e le loro grida di aiuto. Affinché Dio ci dia un cuore che sappia ascoltare:
preghiamo.
5. Affinché nelle nostre assemblee domenicali prestiamo un orecchio più attento alla parola di Dio, ed essa trasformi la nostra vita in lode ardente alla gloria di Dio e in grande disponibilità verso i nostri fratelli: preghiamo.
Signore, quante volte i tuoi profeti hanno spronato il popolo eletto ad ascoltare Dio: «Ascolta, Israele!». Anche noi restiamo sordi ai tuoi inviti, e muti quando bisognerebbe cantare e parlare. Metti il tuo dito sui nostri orecchi ed essi si apriranno. Tocca le nostre labbra, ed esse canteranno la tua gloria e trasmetteranno il tuo messaggio. Tu che regni col Padre e con lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Siamo in grado di riconoscere le meraviglie dell'amore di Dio per noi, che siamo i suoi figli? Cerchiamo di non essere nè sordi nè muti, quando si tratta di ringraziarlo con tutto il nostro cuore.
Parole di congedo e di saluto
Cerchiamo di non vivere come sordomuti, ripiegati su di noi stessi. Siamo invece aperti a Dio con la preghiera, e aperti al prossimo con l'attenzione fraterna di ogni momento.