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XXII DOMENICA ORDINARIA -B
ACCOGLIERE E PRATICARE LA PAROLA DI DIO
"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore e' lontano da me” (Is 29,13)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, oggi la liturgia ci parla di autenticità' nella nostra vita di fede: i nostri atti esteriori, le preghiere, le cerimonie, i sacramenti devono essere solo l'espressione delle nostre disposizioni interiori, dei nostri sentimenti profondi. Senza di ciò essi servirebbero solo ad ingannare, sarebbero solo menzogna ed ipocrisia.
Siamo perciò invitati ad un esame di coscienza serio e leale, a rimettere in questione la nostra vita cristiana: è vissuta nella verità ? È vana la religione che non attinge alle sorgenti della fede e della verità.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Abbiamo quel tanto di umiltà e di sincerità che sono necessarie per riesaminare i nostri atti e le nostre pratiche religiose, che forse ci tranquillizzano un po' troppo la coscienza?
- Siamo forse portati a dimenticare che queste pratiche sono prive di qualsiasi valore, se non sono ispirate da un vero amore di Dio e del prossimo?
- Siamo forse preoccupati più di sembrare che di essere? Più attenti a fornire di noi stessi una bella immagine piuttosto che vivere realmente la nostra fede?
2. Invocazioni
- Signore, tu vuoi che i cristiani, tuoi figli, ti onorino in spirito e
verità: abbi pietà di noi.
- Cristo, che con i tuoi esempi ci insegni ad essere piccoli davanti a
Dio e misericordiosi con i fratelli, abbi pietà di noi.
- Signore, che fai germogliare nei nostri cuori la parola di vita,
seminata da Cristo, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Dt 4,1-2.6-8) I comandamenti di Dio sorgente di sapienza e via della vita
Mosè trasmette al popolo d’Israele la legge del Signore, con la raccomandazione di metterla in pratica. Essa è l'espressione del suo amore. Se il popolo si sforzerà di osservarla, la legge sarà sorgente di sapienza e via che conduce alla felicità.
a. I comandamenti di Dio non sono dei decreti arbitrari del suo «beneplacito», ma l'espressione più vera della sua tenerezza nei riguardi del suo popolo.
b. Quindi è segno di sapienza e anche di riconoscenza accettarli seriamente, osservarli e viverli. E Dio aspetta una risposta personale, una risposta ispirata dall'amore, la sola che dà valore alla pratica della legge.
c. Per questo è grave il peccato di coloro che, allergici ad ogni autorità, ritiutano o quanto meno fingono di non conoscere i comandamenti di Dio, che sono invece la pura espressione del suo amore.
Salmo responsoriale (Sal 14): A quali condizioni saremo accolti dal Signore
Noi certo vogliamo vivere nell'intimità di Dio, entrare nel suo regno. I versetti del salmo responsoriale ce ne fanno conoscere le condizioni: essere fedeli alle leggi di Dio, specialmente a quelle della giustizia, della carità e della verità.
Rit.: I puri di cuore abiteranno nella casa del Signore.
Seconda lettura (Gc 1,17-27) La vera accoglienza della parola di Dio
San Giacomo insiste perché la parola di Dio sia accolta col massimo impegno. Egli precisa che non è sufficiente ascoltarla, ma che bisogna farla fruttificare con la purezza del cuore e la carità verso il prossimo.
a. Sembra che questo san Giacomo, autore dell'epistola, non sia l'apostolo omonimo, ma un parente di Gesù, incaricato di organizzare e di dirigere la comunità cristiana di Gerusalemme.
b. Scrivendo per i giudei convertiti al cristianesimo, egli si sforza di dimostrare loro che l'insegnamento della Bibbia trova il suo compimento e il suo coronamento nel vangelo.
c. Mettere in pratica la parola di Dio, significa armonizzare la nostra libertà con gli insegnamenti di Cristo. Noi non saremmo né docili nè onesti di fronte a questa parola, se non cercassimo di conformarvi la nostra mentalità e la nostra condotta.
Vangelo (Mc 7,1-8.14.15.21-23) La vera religione è quella del cuore
Prendendo occasione da un futile incidente di mani non lavate, Gesù insegna che Dio non può tollerare una pratica solo esteriore della religione, che non esprima un atteggiamento interiore sincero, fatto di adorazione a Dio e di carità fattiva per i fratelli.
a. Gesù denuncia l'ipocrisia di questo doppio gioco del disaccordo tra l'esterno e l'interno: quando le preghiere recitate, i gesti delle mani, gli atteggiamenti del corpo non sono l'espressione dei sentimenti profondi del cuore.
b. E denuncia anche la pretesa, molto frequente, di voler dare tanta importanza alle opinioni e alle tradizioni umane trascurando la volontà di Dio, la quale invece è al di sopra di tutto.
c. Forse che queste deviazioni, condannate da Cristo, oggi sono scomparse? Ahimè! Il fariseismo c'è sempre stato. Domandiamoci sinceramente se la nostra mentalità e la nostra condotta non ne siano contagiate.
Suggerimenti per l'omelia
«Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me». Questo è il rimprovero che Dio rivolge al suo popolo con la voce dei profeti. E non lo meritiamo anche noi? Facciamo un esame di coscienza.
- Accogliamo la parola di Dio come rivolta a noi personalmente da Dio stesso? Egli ci parla come a figli diletti. Molto più e molto meglio che l'affermazione della sua sovrana volontà, i suoi comandamenti sono l'espressione suprema del suo amore.
- Ispirati dall'amore, facciamo della parola di Dio la regola della nostra vita? Venuta da Dio, germogliata dal suo cuore, essa dovrebbe provocare l'unica risposta ch'egli aspetta da noi: la risposta del cuore.
- Quindi stare attenti perché ci sia un'unione peffetta, una corrispondenza assoluta tra il culto e la vita, tra la condotta e la liturgia. Separare questi due elementi sarebbe pura ipocrisia. Ripetendo l'espressione di una delle orazioni della messa, noi dobbiamo sforzarci di « diventare ciò che noi celebriamo».
- Non dare mai un'importanza esagerata alle tradizioni umane, per quanto venerabili, tanto da farne dei feticci, dei tabù. Invece di favorire l'espressione e lo slancio della fede, esse rischiano di falsificarne il senso, facendo prevalere il secondario sull'essenziale.
Siamo dei veri uomini, per i quali l'esigenza di autenticità dà valore, e un valore unico, alla pratica religiosa, attirando così la simpatia e il rispetto di tutti.
Preghiera universale
Fratelli, abbiamo visto il Cristo insorgere contro l'ipocrisia e la religione puramente esteriore dei farisei. Forse anche noi meritiamo lo stesso rimprovero! La nostra pratica religiosa esprime veramente i sentimenti del nostro cuore? Preghiamo perché ci sia in noi la coerenza più perfetta tra gli atti di religione e i sentimenti della fede.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la chiesa e i suoi pastori. Perché ad esempio di Cristo mettano in pratica per primi nella loro vita gli insegnamenti che per il loro ministero devono trasmettere agli altri: preghiamo.
2. Affinché i cristiani, nella ricerca di autenticità, verifichino se le loro pratiche religiose sono l'espressione della loro fede in Dio e del loro amore per il prossimo: preghiamo.
3. Affinché la nostra religiosità si traduca in bontà e misericordia, verso i nostri fratelli, specialmente i più sventurati, e anche se sono colpevoli: preghiamo.
4. Per coloro che, attaccati al passato, rischiano di affondare nelle tradizioni umane ormai cadute. Affinché accettino le direttive del concilio e dei sommi pontefici: preghiamo.
5. «Mettete in pratica la parola. Non accontentatevi di ascoltarla soltanto». Affinché ogni domenica rinnoviamo il proposito di conformare la nostra condotta all'insegnamento che riceviamo, per vivere il vangelo in spirito e verità: preghiamo.
Signore, Dio nostro, la Scrittura ci avverte che tu vedi la mente e il cuore. Vana è la nostra religione se noi ci accontentiamo di ascoltare la tua parola senza metterla in pratica. E inutile è anche che noi ostentiamo l'onestà esteriore, se il nostro cuore è pieno di cattiveria e di orgoglio. Liberaci da ogni conformismo, e che il nostro comportamento si ispiri agli stessi sentimenti del Figlio tuo Gesù Cristo, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Non limitiamoci a recitare il Padre nostro a fior di labbra. Ma questa sublime preghiera sia l'espressione sincera del nostro amore a Dio e del desiderio di essergli fedeli.
Parole di congedo e di saluto
La messa si conclude. Adesso è il momento della verità: la nostra vita di ogni giorno. Sarà impregnata di umiltà, di sincerità, e di una grande bontà verso i nostri fratelli?