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XIX DOMENICA ORDINARIA - B
COME MANGIARE IL PANE DELLA VITA?
«Io sono il pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,51)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, la via che conduce al cielo è lunga e difficile. Cristo ci ha avvisati, ma lo ha fatto per indurci a mangiare il pane che ci offre, un pane che è lui stesso: «Io sono il pane vivo. Se qualcuno mangia di questo pane, vivrà in eterno». Parole coraggiose, quasi incredibili! Ma, a differenza degli uditori di Gesù che ne furono scandalizzati, esse non ci scuotono per niente: la nostra fede non ne è risvegliata, la nostra speranza non ne è rafforzata né la nostra carità infiammata.
Di qui l'inefficacia delle nostre comunioni e l'infruttuosità delle nostre funzioni liturgiche. Forse conviene che noi vi meditiamo sopra seriamente.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Per noi Cristo è veramente il pane della vita, con la sua parola e la sua eucaristia? Ne abbiamo veramente fame e sete?
- Nelle ore difficili della tentazione, dell'insuccesso, della malattia, del dolore, ricorriamo alla forza di Cristo, attinta dalla preghiera e dai sacramenti?
- In modo particolare abbiamo compreso la necessità di rispondere all'invito del Signore: «Prendete e mangiate», e di accostarci spesso all'eucaristia?
2. Invocazioni
- Signore, per sostenerci nel nostro cammino verso di te, tu ci dai nel tuo Figlio incarnato il pane della vita, abbi pietà di noi.
- Cristo, puro frumento di Dio, macinato sulla croce per divenire nostro «viatico», abbi pietà di noi.
- Signore, che metti nel cuore dei fedeli la fame del pane della vita, abbi pietà di noi.
Prima lettura (1 Re 19,4-8) Elia fortificato dal pane e dall'acqua portati da un angelo
Perseguitato dall'odio della regina Jezabel, Elia è fuggito nel deserto. Affamato e disperato egli attende ormai la morte, quando Dio manda il suo angelo a portargli del pane e dell'acqua.
a. Perché si è levato contro il culto degli idoli, introdotti in Israele da Jezabel, la sposa pagana del re Acab, Elia è minacciato di morte. Allora egli fugge verso il massiccio del Sinai.
b. Disfatto dalla fatica, si stende sotto un albero per aspettare la morte. Ecco che un angelo lo sveglia e lo obbliga a mangiare e a bere. Rifocillato da questo nutrimento egli continua il suo cammino.
c. Chi di noi di fronte alle difficoltà della vita non ha sentito qualche volta la tentazione dello scoraggiamento? Ma non possiamo per metterci di soccombere: la sollecitudine di Dio veglia senza posa su di noi per aiutarci a percorrere la via che guida al cielo: la montagna di Dio.
Salmo responsoriale (Sal 33): La sollecitudine di Dio per le sue creature
Il Signore circonda il giusto e il povero della sua più tenera sollecitudine: va in loro aiuto e li libera dalle loro angustie. Beato chi ne fa l'esperienza, perché canterà l'infinita dolcezza della bontà di Dio.
Rit.: Il tuo pane, Signore, sostiene i poveri in cammino.
Seconda lettura (Ef 4,30-5,2): Camminare nella carità
Quale dev'essere il comportamento del cristiano? San Paolo ricorda che il cristiano, figlio di Dio col battesimo, e fratello e discepolo di Cristo, deve sforzarsi di camminare e di vivere nella carità.
a. «Noblesse oblige»: ogni stato comporta degli obblighi. Giacché Dio, per puro amore, ha fatto di noi i suoi figli diletti, va da sé che noi dobbiamo bandire dalla nostra vita tutto ciò che può violare la carità, come la collera, il rancore, l'egoismo.
b. Cristo da parte sua ci ha amati fino a subire la morte per noi. Egli ci ha segnato la via: quella del dono di noi stessi, dell'offerta di sé, fino alla morte se necessario.
c. Cosa sarebbero tutte le nostre professioni di fede: «io credo in Dio», «io sono cristiano», se non incidessero sul nostro modo di vivere, e se specialmente non determinassero queste «esigenze della carità», di fronte ai nostri fratelli?
Vangelo (Gv 6,41-51): Il pane vivo disceso dal cielo
Di fronte ad un uditorio scettico e perfino ostile, Gesù afferma di essere il pane della vita, disceso dal cielo, e che è necessario mangiare questo pane per avere la vita eterna.
a. Gli ebrei rifiutano il mistero dell'incarnazione: essi non possono credere che Gesù venga da Dio: non è forse uno di loro? Non conoscono tutti la sua origine umana? E il figlio del falegname.
b. Gesù risponde che, evidentemente, per credere in questo mistero, è necessaria la fede che Dio solo può dare. Essa permette a quelli che l'hanno ricevuta, di unirsi a lui e di vivere di lui e per lui.
c. Noi che abbiamo ricevuto il dono della fede in Cristo, mostriamoci docili ai suoi insegnamenti, fedeli al suo amore, devoti ferventi della sua eucaristia. Così Cristo sarà per noi veramente il pane vivo, disceso dal cielo, sorgente di vita eterna.
Suggerimenti per l'omelia
Siamo invitati a riflettere sui risultati più che mediocri delle nostre comunioni. Come mai, con tutti i mezzi spirituali che abbiamo a disposizione, non realizziamo maggiori progressi? Forse abbiamo dimenticato che nè la preghiera, nè i sacramenti, questi strumenti meravigliosi di santificazione, agiscono automaticamente. La loro efficacia dipende dalle disposizioni dell'anima, e soprattutto dall'eccellenza di quelle virtù fondamentali che si chiamano fede, speranza e carità.
- Com'è la nostra fede? Quando Cristo afferma che è lui stesso il nostro cibo, il pane di vita eterna, prendiamo alla lettera le sue parole? C'è di peggio che rifiutarle e andarsene, di mormorare a fior di labbra come hanno fatto gli ebrei: ed è di opporre ad esse un atteggiamento di indifferenza e di scetticismo pratico, invece di proclamare coraggiosamente con san Pietro: «Da chi andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna!».
- Com'è la nostra speranza? Se, illuminati dalla fede, noi abbiamo compreso la necessità vitale di comunicarci di Cristo, pane di vita, la nostra fame e la nostra sete di lui dovrebbe essere sempre in aumento. E invece, non è la fame e la sete delle cose terrene che ci attanaglia, al punto da farci perdere ogni desiderio del cibo divino?
- Com'è la nostra carità? Per diventare pane di vita, per quali mulini e per quali macine Cristo ha dovuto essere spezzato e frantumato! Quelli dell'annientamento, della sofferenza, delle umiliazioni, delle torture, della morte sulla croce. Pane impastato di lacrime e di sangue: il pane dell'amore. Di quell'amore che ci fa amare Dio e Cristo suo Figlio con tutto il nostro cuore, e gli uomini nostri fratelli con l'amore col quale Dio stesso li ama.
Preghiera universale
Fratelli abbiamo sentito Cristo offrirsi a noi come il pane della vita, necessario per ottenere la vita eterna. Parole chiare e franche! Preghiamo affinché non restino per noi lettera morta, ma ci impegnino a valorizzare la nostra vita cristiana.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per tutti gli uomini Cristo è il pane vivo, vivificante, indispensabile. Affinché la chiesa 10 spezzi loro abbondante, con i suoi insegnamenti e la sua liturgia: preghiamo.
2. Stimolati da un'abile pubblicità, molti non sognano che successi terreni. Affinché, liberati da queste illusioni, nutrano un maggior desiderio dell'alimento spirituale: preghiamo.
3. Sono sempre più numerosi coloro che perdono il posto di lavoro e restano disoccupati. Affinché vengano trovati dei rimedi a questa piaga sociale e ognuno abbia la possibilità di vivere dignitosa-mente: preghiamo.
4. Quanti, schiacciati dal peso della vita, si abbandonano allo scoraggiamento. Affinché, animati da un maggiore spirito di fede, trovino in Cristo il cibo e il conforto per continuare il loro cammino: preghiamo.
5. «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo», ci dice Gesù Cristo. Affinché guidati e fortificati da lui, pane vivo offerto nelle nostre celebrazioni eucaristiche, progrediamo tutti insieme come fratelli sulla strada che conduce alla vita eterna: preghiamo.
Dio, Padre nostro celeste, tu dai il Figlio tuo come cibo ai tuoi figli qui in terra. Insegnaci a comprendere il valore di questo dono e a rispondere premurosamente all'invito che ci è rivolto di «prendere e di mangiare», affinché, fortificati dal pane di vita, possiamo avanzare senza mai venir meno e arrivare all'eredità che tu hai promesso. Tu che vivi e regni col Figlio e con lo Spirito Santo per i secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Cristo è qui presente sull'altare, pane di vita. Domandiamo a Dio, nostro Padre, di darci una vera fame di questo cibo divino.
Parole dl congedo e dl saluto
Uscendo da questa mensa eucaristica, promettiamo di vivere veramente nella carità, come Cristo. Solo cosi potremo aiutare i fratelli a camminare con noi sulla via che conduce all'eternità.