Copyright © 2024 laparrocchia.it
SEO e sito realizzato
da ViDYO GmbH
dal 15-04-2001 online
XII DOMENICA ORDINARIA - B
CRISTO SORGENTE DI VITA
"Dio non ha creata la morte, e non gode per la rovina dei viventi” (Sap 1,13)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, portiamo in noi, nel più profondo del nostro essere, il desiderio di vivere, di vivere intensamente una vita piena e immortale, da cui sgorghi una inesauribile sorgente di gioia. Ahimè! La malattia, la sofferenza, l'odio, la morte, si aggirano continuamente intorno a noi per infrangere questo sogno. Questi mali ci minacciano come animali da preda, per colpirci, per abbatterci, per precipitarci nella tomba. Di fronte a tutte queste minacce, quale dev'essere il nostro comportamento?
Il cristiano non dubita mai, egli spera contro ogni speranza. Non è forse il discepolo di colui che ha detto: «Io sono la risurrezione e la vita »? Il cristiano crede alla vita, perché crede in Cristo, l'eterno Vivente.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Di fronte alla miseria, alla sofferenza, alla malattia, alla morte, forse siamo tentati di chiamare in causa Dio e di crederlo responsabile di tutto ciò.
- E invece dobbiamo essere convinti che la causa di tutti questi mali è il peccato, che devasta l'opera di Dio, cancella in noi la sua immagine, ci devia dalla verità e ci allontana dalla felicità.
- Cristo è l'unico salvatore mandato dal Padre, per strappare l'umanità dalla miseria. Cerchiamo in lui il coraggio nella prova, la luce nelle tenebre, la speranza e la gioia, qualunque cosa avvenga.
2. Invocazioni
- Signore, tu sei l'autore della vita, tu hai creato l'uomo immortale e a tua immagine, abbi pietà di noi.
- Cristo, venuto a portare agli uomini l'abbondanza della vita, abbi pietà di noi.
- Signore, che col tuo soffio di amore, susciti e sostieni ogni vivente, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Sap 1,13-15; 2,23-24): Dio non ha fatto la morte, ma la vita
In questo brano preso dal libro della Sapienza, l'autore ci assicura che Dio non ha creato l'uomo perché muoia, ma perché viva per sempre: se la morte esiste, la responsabilità non è di Dio.
a. Di quale morte si tratta? Prima di tutto della morte spirituale dovuta al peccato. E stata provocata dal diavolo. Geloso dell'uomo, immagine di Dio, l'ha fatto sprofondare nel peccato.
b. La morte fisica non ne è che la conseguenza logica; neppure essa risponde al piano primitivo di Dio, che tutto ha disposto perché l'uomo, nel paradiso, possieda l'immortalità.
c. Solo la morte spirituale - la perdita della vita divina - costituisce la vera rovina: essa conduce alla morte eterna. Invece la morte del corpo s'inserisce nella prospettiva della risurrezione: essa sbocca nella vita eterna.
Salmo responsoriale (Sal 29): Dio muta il nostro lamento in danza
Un canto di ringraziamento. Gravemente ammalato, sulla soglia della morte, il salmista è stato miracolosamente guarito: egli innalza al Signore il suo canto di ringraziamento. Insieme con lui noi rin graziamo il Signore di averci strappa ti dalla morte del peccato, di averci fatti rivivere col battesimo e di aver cambiato le nostre lacrime in canto di gioia.
Rit.: Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
Seconda lettura (2 Cor 8,7.9.13-15): Generosi ad esempio di Cristo
Un vero discorso sulla carità: Paolo esorta i suoi fedeli di mostrarsi generosi verso i poveri di Gerusalemme, instaurando così, con la partecipazione dei beni, una vera fraternità.
a. Per vari motivi, la chiesa madre di Gerusalemme si trovava in gravi difficoltà materiali. È sempre lui, san Paolo, che per rimediarvi si sente obbligato ad organizzare delle collette, presso le varie comunità ch'egli stesso aveva fondato.
b. Indica come esempio ai corinzi la generosità di Cristo che, da ricco che era, si è fatto povero fino a spogliarsi di tutto, per arricchirci con la sua povertà.
c. L'esortazione di san Paolo ci riguarda tutti. Quale disuguaglianza e quanta ingiustizia tra gli uomini! La miseria più spaventosa vive accanto alla ricchezza più insolente. Dov'è la nostra preoccupazione per la giustizia? Siamo pronti noi a partecipare agli altri i nostri beni spirituali e materiali?
Vangelo (Mc 5,21-45): Risurrezione della figlia di Giaro e guarigione dell'emorroissa
È il racconto di due miracoli, inseriti uno nell'altro: la risurrezione della figlia di un notabile ebreo, Giairo, e la guarigione di una donna affetta da emorragia già da molti anni.
a. Questi miracoli ci rivelano dapprima la bontà di Cristo, mai indifferente allo spettacolo della sofferenza umana. La forza miracolosa che da lui emana non è che l'irradiazione del suo amore.
b. Ci mostrano soprattutto quanto sia necessaria la fede. La potenza di guarigione e di vita che il Signore porta in sé, non può esercitarsi se non in favore di coloro che, nonostante le apparenze e gli insuccessi, si appoggiano totalmente a- lui.
c. Sono anche un invito ad interrogarci sulla qualità della nostra fede. Cristo è sempre presente tra noi, ma la sua parola, i suoi sacramenti, la sua forza vitale che si chiama «grazia», sono efficaci solo in proporzione della nostra fede.
Suggerimenti per l'omelia
Di fronte ai problemi della vita per i quali l'uomo, lasciato ai suoi lumi, non ha mai trovato una soluzione soddisfacente; solo la fede porta una luce che rischiara, una speranza che rassicura, un amore che sostiene e che dà perfino gioia. Questa fede il cristiano l’attinge dalla sua unione con Cristo.
- Anzitutto sa che Dio non è l'autore del male. Dio, dice la Bibbia, è il Dio dei viventi e non dei morti. Dio ama la vita: egli ha creato l'uomo per una vita immortale. È il peccato che sta all'origine di tutte le sventure che si sono abbattute sull'umanità: la sofferenza e la morte sono sue conseguenze.
Il cristiano sa ugualmente che Dio non si lascia vincere dal peccato: con lui l'amore avrà sempre l'ultima parola.
- Come il cristiano debba approfittare dei benefici portati da Cristo. A queste condizioni: riconoscere lealmente e umilmente il suo male e tutta la miseria che sta in lui: «Confesso che ho peccato»; credere fermamente a Cristo, signore della vita e della morte: «Se credi, sarai salvo»; aver sempre piena fiducia in lui: «Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna»; alimentare la sua fede e la sua speranza alle sorgenti stesse della vita: la preghiera e i sacramenti. in breve: per passare dalla morte alla vita con Cristo, è indispensabile «credere nell'amore».
Preghiera universale
Fratelli, le letture di questa tredicesima domenica ci rivelano il vero volto di Dio: quello di un padre che ama i suoi figli, prende parte alle loro prove e li aiuta a superarle. Cerchiamo di scoprire questo volto di Dio per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo, che ha detto: «Chi vede me, vede anche il Padre che mi ha mandato».
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la chiesa, portatrice del messaggio di amore di Dio. Affinché essa sappia rivelarlo agli uomini di oggi con la cura e la tenerezza di una madre: preghiamo.
2. Tutti i cristiani devono sentirsi in dovere di aiutare la chiesa nel diffondere il suo messaggio. Affinché, coscienti di questa responsabilità, essi siano i testimoni della risurrezione di Cristo: preghiamo.
3. Sono molti quelli schiacciati e portati alla disperazione dalle prove della vita. Affinché anch'essi arrivino alla scoperta di Cristo, vittorioso sulla morte, sul peccato e sull'inferno: preghiamo.
4. Per i malati, per coloro che sentono venir meno le loro forze ed avvicinarsi la morte. Affinché il senso della presenza di Cristo, che sta al loro fianco, li aiuti a conservare intatta la loro speranza: preghiamo.
5. Ogni domenica noi ci riuniamo per celebrare l'eucaristia. Affinché le nostre assemblee respirino la pace e la gioia che vengono dalla fede in Cristo risorto: preghiamo.
Signore, tu sei il padrone della vita. Sei tu che hai dato al Figlio tuo la vittoria su tutte le forze del male, risuscitandolo dai morti. E tu ci rendi partecipi del suo trionfo per mezzo della fede nella sua persona. Dacci un volto di risorti affinché possiamo irradiare sui nostri fratelli la vita, la gioia, l'amore che sono in te, Padre, Figlio e Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
All'origine di ogni male, e della morte stessa, c'è il peccato. Pregando il Padre, domandiamogli di sostenerci nelle tentazioni, affinché riusciamo a restargli fedeli.
Parole di congedo e di saluto
In questo mondo disorientato, cerchiamo di essere con la nostra fede luminosa e con la nostra serenità nelle prove della vita, i messaggeri della speranza cristiana.