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XI DOMENICA ORDINARIA – B
LA PAROLA DI DIO GERMOGLIERA NEL MONDO
“Di notte e di giorno, dorma o vegli, il seme germoglia e cresce” (Mc 4,26)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, perché negano? La chiesa sta attraversando un periodo di turbamento. I veri credenti sembrano diminuiti, teorie sovversive sono state messe avventata mente in circolazione, persecuzioni più o meno violente imperversano un po' dappertutto, all'ovest come all'est. Dobbiamo disperarci per questo? Mai più! Nel corso della sua lunga storia, la chiesa ne ha conosciute di crisi e di persecuzioni! Quante volte i suoi nemici l'hanno creduta sepolta per sempre? Anche Cristo è stato sepolto, ma dopo meno di tre giorni è uscito dal sepolcro vivo e glorioso.
Così pure la chiesa. Nel momento in cui si pensa che essa sia finita, risplende più bella che mai. Non ha forse ricevuto dal suo fondatore l'assicurazione che le potenze dell'inferno non avrebbero mai prevalso su di essa? Oggi come ieri noi speriamo anche contro ogni speranza.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Di fronte alla crisi che la chiesa attraversa e le persecuzioni di cui è vittima, siamo forse portati a credere che la sua rovina è imminente e che per lei è finita?
- Le promesse di Cristo devono tener viva in noi una fiducia inalterabile, talmente esse sono chiare e decise. Dobbiamo credere nella perennità della chiesa, a dispetto di tutto.
- Nei solchi aperti dall'aratro della persecuzione, non vediamo forse la terra che si fertilizza per le messi future ancora più abbondanti? Abbiamo una fede «grande come un granello di senapa»?
2. Invocazioni
- Signore, che al campo lavorato con le lacrime dei tuoi figli, hai promesso un abbondante raccolto, abbi pietà di noi.
- Cristo, sempre presente e operante nella chiesa, per sostenerla in tutte le lotte, abbi pietà di noi.
- Signore, fuoco e calore per suscitare ardenti e generosi apostoli del vangelo, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Ez 17~22-24): Il tenero ramoscello diventerà un cedro maestoso
Questa meravigliosa parabola del profeta Ezechiele simbolizza la restaurazione del popolo di Israele dopo l'esilio babilonese: essa viene presentata come una specie di risurrezione. All'inizio è un tenero ramoscello colto da un cedro: ma poi crescerà e diverrà un albero maestoso.
a. Proprio a Babilonia il profeta pronuncia questo oracolo, al tempo della deportazione. Il popolo d'Israele è ridotto a niente: solo alcuni credenti restano fedeli alla vera legge.
b. Ma per il profeta nulla è perduto irrimediabilmente: da una minuscola talea Dio farà sorgere un grande albero che allargherà a dismisura la sua chioma frondosa.
c. Cerchiamo di capire. Questa parabola si riferisce alla chiesa fondata da Cristo: dai suoi umili inizi, con l'azione irresistibile della parola del vangelo, essa si estenderà all'umanità intera.
Salmo responsoriale (Sal 91): Canto di riconoscenza del giusto
Al giusto, fedele al suo Dio, il salmista applica la parabola del cedro che prospera in modo meraviglioso. Il giusto si rende conto dei favori di cui Dio lo ha colmato, della ricchezza della sua grazia, e dalle sue labbra sale un canto di ringraziamento.
Rit.: Fa' crescere in noi, Signore, il seme della tua parola.
Seconda lettura (2 Cor 5,6-10): Fiducia e serenità nella prova
Certo di trovarsi fin d'ora in una relazione di amore con Dio, al quale ha sempre cercato di essere fedele, san Paolo, benché ancora nell'oscurità dell'esilio con la sola luce della fede, manifesta la sua assoluta fiducia in Dio.
a. L'apostolo descrive ai suoi fedeli le difficoltà incontrate nel suo ministero. Esprime la sua convinzione che pur in mezzo a quelle difficoltà la vera vita germoglia e cresce.
b. Certo, se fosse solo per lui, egli desidererebbe ormai di essere introdotto nella luce piena; ma, sottomettendosi a Dio, è sempre sicuro di essere in cammino verso il raggiungimento della vita, e accetta quindi le difficoltà e le prove del presente.
c. Sull'esempio di Paolo, il cristiano deve sforzarsi di piacere al Signore osservando scrupolosamente la sua volontà. Solo così può attendere serenamente il giorno del giudizio, certo di ricevere l'eterna ricompensa.
Vangelo (Mc 4,26-34): La parabola della semente e del grano di senapa
Ai discepoli che potevano essere sconcertati di fronte agli umili inizi del suo ministero, Gesù propone due parabole: quelle del grano di frumento e del grano di senapa, che germogliano e crescono anche quando nessuno se ne prende cura.
a. Gesù ha annunciato di essere venuto a stabilire il regno di Dio sulla terra. Ma finora non si vede niente, se non un trascurabile gruppo di discepoli, senza istruzione né influenza, e già si leva l'opposizione del potere religioso.
b. Allora per confortarli, Gesù racconta queste due parabole. Una volta affidata alla terra la semente, il contadino aspetta. Tutto sembra fermo e inattivo, ma il chicco non si ferma e continua a germogliare e a crescere.
c. Qualche volta capita anche a noi di condividere l'inquietudine dei primi discepoli. Ci sembra che l'opera della chiesa sia inefficace e che il regno di Dio non progredisca per niente. Liberiamoci da ogni paura. Restiamo calmi e fiduciosi. C'è Dio con noi.
Suggerimenti per l'omelia
La parabola della semente che ci mette del tempo per germogliare e per produrre la messe, è un invito alla pazienza nell'opera di Dio, sia che si tratti della chiesa che di noi stessi.
- Pazienza nella diffusione del vangelo. All'inizio c'è un grano minuscolo: un giovane falegname, seguito da alcune povere persone, pretende di stabilire il regno di Dio in tutto il mondo. Tentativo umanamente votato all'insuccesso. Ora, a dispetto dei mezzi irrisori e delle difficoltà senza numero, la chiesa ch'egli ha fondato, cresce e si sviluppa: i suoi rami si stendono lontano. Certo, non ha ancora riunito nel suo seno tutti gli uomini della terra, e di fronte alla grandezza di questo compito, noi saremmo tentati di scoraggiarci. No, ci dice la liturgia. Attraverso percorsi misteriosi la parola di Dio conquista i popoli: anche se è ancora oscura, la sua crescita non è meno reale ed efficace. Abbiate fiducia!
- Pazienza anche nella nostra crescita spirituale. La semente evangelica deve germogliare e crescere anche in ciascuno di noi. E un lavoro impegnativo e di lunga durata. Non è in un batter d'occhio che possono crescere in noi quelle virtù cristiane che ci aiutano a perfezionare in noi l'immagine di Cristo. Spine e rovi della superbia, dell'egoismo e della sensualità devono essere estirpati. Ci saranno dei progressi, seguiti da cedimenti e talvolta anche da gravi cadute. Ma non è il caso di perdersi d'animo. Dio non ci abbandona e premia sempre la buona volontà. San Paolo ci incoraggia: «Là dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia».
Preghiera universale
Fratelli, dispersi nella massa umana, nel pieno delle realtà terrene, saremmo tentati di scoraggiarci, considerando da un lato la meta dei nostri sforzi e dall'altro la meschinità dei nostri mezzi. Che il Signore ci riveli la sua presenza operante al centro dell'universo, e specialmente nella sua chiesa, affinché noi conserviamo nel cuore il coraggio di sperare e una resistenza più forte di ogni insuccesso. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La chiesa è incaricata da Cristo a continuare la sua opera di salvezza. Affinché essa non cessi mai di crescere e di estendere i suoi rami, portatori di linfa vitale, nonostante tutti gli ostacoli: preghiamo.
2. Il campo del Padre, diceva Gesù, è immenso, e la messe abbondante. Affinché nascano numerose vocazioni, piene di generosità e di entusiasmo: preghiamo.
3. Un po' dappertutto dei piccoli gruppi cristiani militanti e impegnati si mettono all'opera. Affinché attraverso le loro piccole forze agisca l'energia dello Spirito Santo per vivificarle: preghiamo:
4. Presto o tardi ognuno di noi sarà sottoposto alla prova. Affinché sappiamo accettarla come una purificazione necessaria e come il mezzo migliore per collaborare all'azione redentrice del Cristo: preghiamo.
5. Affinché la nostra comunità parrocchiale sia pervasa da fermenti vitali portatori di nuova linfa, che la facciano crescere nella fede, nella carità e nella santità: preghiamo.
Signore, la semente che il Figlio tuo ha gettato nella chiesa, tuo campo prediletto, germoglia e cresce senza che noi spesso ce ne accorgiamo. Di qui talvolta la tentazione di lasciarci andare allo scoraggiamento. Insegnaci a non dubitare mai della sua crescita, nonostante le apparenze, e donaci la costanza necessaria per perseverare nei nostri sforzi, e il coraggio di sperare contro ogni speranza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Diciamo al Padre celeste che noi, uniti al suo Figlio, lavoreremo all'estensione del suo regno di giustizia e di pace, senza mai lasciarci abbattere dalle difficoltà e dagli insuccessi.
Parole di congedo e di saluto
Viviamo come fratelli, uniti nell'amore, per lavorare alla raccolta e alla riunione di tutti gli uomini nell'unica chiesa di Gesù Cristo.