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V DOMENICA DI PASQUA - B
I TRALCI INNESTATI SU CRISTO, LA VERA VITE
«Io sono la vite e voi i tralci» (Gv 15,5)
Parole d 'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, per essere veri discepoli di Cristo, è indispensabile vivere uniti a lui, anzi partecipare alla sua stessa vita. Cristo non si accontenta di belle parole e di vuote promesse: egli vuole frutti di santità autentica. Ora, per produrli è necessario essere uniti intimamente a lui, essere innestati su di lui come i tralci sul ceppo della vite. Il paragone è di Cristo stesso: «Io sono la vite, voi siete i tralci. Rimanete in me come io rimango in voi».
Siamo invitati dalla liturgia a meditare sulla parabola della vigna. Accogliamone gli insegnamenti: hanno un'importanza tutta particolare. Senza l'adesione totale a Cristo, tutto si riduce al nulla...
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Ho ben compreso che nessuna riuscita è possibile nella mia vita spirituale e neppure nelle mie attività apostoliche, se io non rimango in Cristo, com'egli rimane in me?
Quale tralcio della vite che è Cristo, mi sforzo di restare intimamente unito a lui con una vita di fede, di preghiera e di amore?
- Ho forse lasciato intiepidire la mia pietà, affievolire il mio fervore, per paura dei sacrifici che sono la condizione necessaria di una vita pienamente realizzata in Dio?
2. Invocazioni
- Signore, che hai cura delle anime nostre come il vignaiolo della sua vigna, abbi pietà di noi.
- Cristo, vite vigorosa di cui noi siamo i tralci, abbi pietà di noi.
- Signore, divino artefice della crescita e della fecondità della vite, abbi pietà di noi.
Prima lettura (At 9,26-3~): 1a missione di Paolo
Dopo la sua conversione sulla via di Damasco, Paolo va a Gerusalemme per presentarsi agli apostoli e far da loro autenticare la sua missione di predicatore del vangelo.
a. La trasformazione così radicale di Paolo non manca di suscitare all'inizio qualche sospetto: è proprio reale e sicura? A Gerusalemme tutti si ricordavano del suo accanimento nel perseguitare i discepoli di Cristo.
b. Una volta presentato da Barnaba e accolto dagli apostoli, Paolo incominciò a predicare la buona novella, prima a Gerusalemme e, subito dopo, in Cilicia, a Tarso, sua città natale.
c. Quale lezione per tutti i cristiani impegnati! Che essi abbiano delle iniziative, va molto bene. Ma l'autenticità della loro testimonianza richiede l'accordo con la chiesa e con i suoi pastori.
Salmo responsoriale (Sal 21): La missione pasquale del popolo di Dio
Questo canto responsoriale, preso dal salmo 21, viene posto dalla liturgia sulle labbra di Cristo risorto: egli rende omaggio al Padre che l'ha risuscitato e che adesso effonde sulla terra le sue benedizioni, frutto del suo sacrificio. Tutta la terra perciò si unisca al suo canto di lode.
Rit.: A te la mia lode, Signore, nell'assemblea dei fratelli.
Seconda lettura (1 Gv 3,18-24): Amare in spirito e verità
Come può il cristiano sapere che egli vive in comunione con Dio? San Giovanni lo dice espressamente: «Solo se egli crede a Cristo con una fede viva, e se questa fede si traduce in un amore sincero ed efficace verso gli altri».
a. Dopo aver insegnato che l'amore di Dio ha fatto di noi i suoi figli, san Giovanni mostra che la fiducia, frutto di questo amore, ci stabilisce nella pace: essa dissipa ogni timore.
b. Ma l'amore che noi dobbiamo avere verso Dio non sarà autentico se non sarà sorgente di amore fraterno, di un amore che porta al servizio dei fratelli, al perdono e alla perfezione della carità.
c. Partendo da questi principi, perché non facciamo un serio esame di coscienza? Sappiamo subito se la nostra vita cristiana è vera o falsa. È ispirata alla fede assoluta in Cristo? Comporta il dono totale di noi stessi?
Vangelo (Gv 15,1-8): La vite e i tralci
Per farci comprendere la natura dell'unione che deve esistere tra lui e i suoi discepoli, Cristo usa il paragone della vite: il cristiano deve essere inserito, innestato nel Cristo, come il tralcio sul tronco della vite.
a. Il tralcio che resta saldamente unito alla vite produce l'uva; così è pure del fedele che aderisce a Cristo con la fede e l'amore:
egli porta frutti di grazia, di santità, di vitalità spirituale e di apostolato.
b. Affinché il tralcio dia uva di qualità, dev'essere potato, ripulito dai germogli parassiti. Per la stessa ragione Dio Padre, da vero vignaiolo, monda l'anima e il cuore del cristiano purificando le sue energie vitali dalle manifestazioni inutili.
c. Non dimentichiamo questa legge: restare legati a Gesù significa accettare la sofferenza. Quindi se il Padre taglia nella nostra carne, nella nostra anima e nel nostro cuore, lo fa perché la linfa sia più ricca. Siamo coraggiosi, pensando alla promessa dei frutti.
Suggerimenti per l'omelia
È una lezione veramente preziosa, quella che possiamo ricavare dalla lettura e dalla meditazione della parabola della vite.
- Il tralcio innestato nel tronco. Tagliato dalla vite si secca, ed è buono solo per essere gettato nel fuoco. Così pure il cristiano: non può vivere la sua fede e produrne i frutti se non restando unito a Cristo.
Essere unito a Cristo: E come? Con la fede, con la speranza e con la carità; con l'ascolto attento della sua parola; col desiderio di conformarsi in tutto alla sua volontà; col ricorso frequente ai sacramenti per attingervi un aumento di vita, di generosità, di ardore necessari per mettersi al servizio degli altri.
Così, vivendo per lui, con lui e in lui, potremo produrre in abbondanza quei frutti evangelici che si chiamano dolcezza, pazienza, dimenticanza di sé, vero amore del prossimo.
- Il tralcio mondato e potato. Per dare delle uve più belle, più gustose, il tralcio è sottoposto alla potatura, che impedisce lo spreco della linfa vitale.
Anche la vita cristiana ha queste esigenze: infatti, senza una certa mortificazione, senza lo spirito di rinuncia, senza la prova, essa non può che indebolirsi e languire. «Ogni tralcio che porta frutto - dice ancora Cristo il Padre mio lo purifica, affinché ne porti ancora di più». Questa promessa di un frutto più ricco deve aiutarci a farci accettare la volontà del Padre, anche quando a lui piacerà tagliare proprio nel vivo della nostra carne e del nostro cuore.
Preghiera universale
Fratelli, il Cristo ci ha detto con insistenza: «Rimanete in me Come io rimango in voi. Colui che rimane in me porta molto frutto». Chiediamo di capire che senza questa intima relazione con Cristo, la nostra vita cristiana non può che languire ed estinguersi, proprio come il tralcio separato dal tronco della vite.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La chiesa è la mistica vigna del Signore, alla quale egli ha consacrato tutte le sue cure. Affinché essa estenda i suoi tralci in tutto il mondo per produrre i frutti del vangelo: preghiamo.
2. Capi di stato sono impegnati a promuovere i valori umani della pace, della libertà e della giustizia sociale. Affinché i cristiani non facciano mancare il loro aiuto generoso a questo scopo: preghiamo.
3. Con la primavera sono ricominciati i lavori della terra. Affinché il Signore benedica, fecondi e santifichi gli sforzi dei coltivatori e dei vignaioli: preghiamo.
4. Quante preoccupazioni inutili e nocive nella nostra vita! Affinché sappiamo accettare le prove e le sofferenze della vita come provvidenziale purificazione dai nostri difetti: preghiamo.
5. Affinché anche dopo le feste pasquali, che sono state per la nostra comunità un ritorno alla vita cristiana, sappiamo restare uniti a Gesù Cristo, per non diventare dei tralci secchi: preghiamo.
Signore Gesù, se tu non resti con noi e in noi, la nostra vita non potrà essere che sterile. Ora tu vuoi ch'essa porti frutto come una vite feconda. Fa' che noi comprendiamo! Ispiraci il desiderio di vivere intimamente uniti a te con una preghiera costante e fervorosa, e con una partecipazione regolare ai tuoi sacramenti di vita. Tu che regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Uniti a Cristo come il tralcio al ceppo della vite, preghiamo il Padre con fiducia, sicuri di essere ascoltati ed esauditi.
Parole di congedo e di saluto
Noi cercheremo di essere dei cristiani aperti agli altri, affinché per mezzo nostro gli altri scoprano il Dio-Amore e si stabilisca cosi' nel mondo il suo regno di giustizia e di pace.