Copyright © 2024 laparrocchia.it
SEO e sito realizzato
da ViDYO GmbH
dal 15-04-2001 online
IV DOMENICA DI PASQUA B
«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Io do la Vita per le mie pecore« (Gv 10,14)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, nel vangelo di oggi Cristo si presenta come il buon pastore. Questa affermazione non è una semplice espressione verbale, e neppure una similitudine, ma definisce esattamente lo stesso essere di Gesù. La sua presenza in mezzo a noi non è quella di un capo geloso della sua autorità, e neppure quella di un agitatore di folle, avido di acclamazione, ma quella di un pastore che vive solo per il suo gregge, unicamente preoccupato di procurargli nutrimento e sicurezza.
Procuriamo di conoscere meglio il Cristo, buon pastore. Senza dubbio aumenterà in noi il desiderio di essere una delle sue pecore docili e riconoscenti.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Abbiamo capito per quali ragioni Cristo si paragona a un pastore che veglia sulle sue pecore? Siamo risoluti ad ascoltarlo e a seguirlo?
- Lavoriamo sotto la sua guida per riunire tutti gli uomini, affinché si faccia «un solo gregge sotto un solo pastore»?
- E noi siamo veramente i testimoni dell'amore del buon pastore per le sue pecore, di Cristo per tutti gli uomini, per mezzo del nostro servizio al prossimo, della nostra solidarietà con tutti e della nostra ricerca di giustizia?
2. Invocazioni
- Signore, che hai dato al tuo Figlio la missione di rivelarci il tuo amore per noi, abbi pietà di noi.
- Cristo, buon pastore, che dai la tua vita per le tue pecorelle, abbi pietà di noi.
- Signore, che rendi le anime nostre docili alla guida del pastore divino, Gesù Cristo, abbi pietà di noi.
Prima lettura (At 4,8-12): Non c'è salvezza fuori di Cristo Gesù
Pietro, davanti al tribunale dei giudei, il sinedrio, proclama ad alta voce che Cristo, nel nome del quale ha appena guarito un infermo, è l'unico salvatore degli uomini.
a. Colpevole di aver guarito un uomo storpio dalla nascita, Pietro è condotto dinanzi al gran consiglio d'Israele. Egli proclama che questo miracolo l'ha compiuto nel nome di Cristo, di quel Cristo che essi hanno fatto morire, ma che Dio ha risuscitato.
b. Pietro approfitta dell'occasione per affermare che non c'è altro salvatore che Cristo. Citando un salmo, egli dichiara che Gesù è quella pietra che loro, costruttori, hanno scartata dalla loro costruzione, e che Dio invece ha posto come « pietra angolare».
c. È una dichiarazione della massima importanza. Sia sul piano personale che su quello della vita di relazione, ogni progetto, ogni sforzo, ogni attività sono destinati al fallimento, se non hanno un rapporto diretto e vivo con Cristo.
Salmo responsoriale (Sal 117): Gesù, la pietra angolare
Questo è il salmo che Pietro ha citato davanti al consiglio dei giudei. Scritto per esprimere la gratitudine del popolo ebraico liberato dai suoi mali, qui è applicato a Cristo vincitore della morte, divenuto pietra angolare di quella nuova costruzione che è la chiesa.
Rit.: La pietra scartata dai costruttori, ora è pietra angolare.
Seconda lettura (1 Gv 3,1-2): Noi siamo figli di Dio
Per mostrarci fino a che punto Dio ci ama, Giovanni, l'apostolo prediletto, ci ricorda il nostro titolo, la nostra qualità, il nostro avvenire di figli di Dio: noi lo siamo veramente fin da quaggiù.
a. E un mistero, ci dice san Giovanni, che, se anche non è capito da coloro che ignorano Dio e il suo amore, non per questo è meno reale. Chi crede in Cristo, Figlio di Dio, diviene a sua volta, in Cristo e per mezzo di Cristo, figlio di Dio, figlio del Padre.
b. Ma è solo più tardi che questa realtà, vissuta ora nella fede, splenderà nel grande giorno: nella luce della gloria noi saremo assimilati a Cristo, partecipando con lui del mistero di Dio.
c. Il mondo, dice san Giovanni, ignora queste meraviglie. E noi cristiani, che ne siamo i beneficiari, ne abbiamo almeno l'idea? Siamo forse di coloro, dei quali lo stesso apostolo dice: «È venuto tra i suoi, e i suoi non l'hanno ricevuto»?
Vangelo (Cv 10,11-18): Il buon pastore dà la vita per le sue pecore
Con la notissima similitudine del buon pastore che dà la vita per le sue pecore, Gesù vuol farci comprendere di quale amore ci ama, e la cura con la quale ci circonda: non arriverà forse fino alla morte per salvarci?
a. Forse per noi, oggi, è difficile percepire tutta la profondità dell'amore, che si nasconde sotto questo paragone col buon pastore.
b. «Buon pastore» significa: presenza in ogni istante, conoscenza profonda di ogni pecora, cura continua di procurare a tutte nutrimento e sicurezza, fino all'oblio di sé, fino ad esporsi ai peggiori pericoli per difenderle.
c. Al di là di questa immagine del pastore, cerchiamo di penetrare il mistero dell'amore di Cristo per le nostre anime. Per quanto il paragone sia eloquente, rimane sempre molto al di sotto della realtà. Serva almeno ad alimentare la nostra riflessione e a ravvivare la nostra riconoscenza.
Suggerimenti per l'omelia
Per rispondere all'invito della liturgia, cerchiamo, per mezzo della parabola del buon pastore, di comprendere l'amore del Signore per noi, che siamo suoi discepoli e pecore del suo ovile.
Il pastore è sempre presente: egli non abbandona mai il suo gregge, né di giorno né di notte. E continuamente in guardia per difenderlo dal pericolo, per infondergli fiducia e sicurezza, per condurlo ai pascoli floridi e alle sorgenti di acqua pura.
È in questo modo che Cristo è presente nella nostra vita: e lo è per mezzo della sua chiesa e dei pastori che ha suscitato. E lo è di persona nell'eucaristia, e lo è per mezzo del suo Spirito. Presenza costante e attiva: presenza di amore.
- Il pastore conosce le sue pecore: ciascuna in particolare, e le chiama per nome. E così pure Cristo. Egli conosce le nostre difficoltà, le nostre preoccupazioni, le nostre pene, le nostre miserie, i nostri peccati: conosce tutto meglio di noi stessi. Comunque noi siamo, egli continua a posare su di noi il suo sguardo di tenerezza. Questa certezza non dovrebbe ispirarci piena fiducia, serenità e anche gioia?
- Il pastore raduna il suo gregge: se una pecora si perde, egli parte per cercarla, finché l'ha trovata e ricondotta all'ovile. Non c'è uomo al mondo, qualunque sia la sua condizione, per quanto miserabile possa essere, che non sia amato da Cristo e che Cristo non voglia far entrare nel suo ovile. E noi condividiamo questa preoccupazione del Signore? Vogliamo aiutarlo a realizzare questa riunificazione, affinché, secondo il suo desiderio, non ci sia che un solo gregge sotto la guida di un solo pastore?
preghiera universale
Fratelli, nel vangelo di oggi noi vediamo Cristo presentarsi a noi come il buon pastore, che conosce le sue pecore, prende cura di esse, e arriva fino a dare la sua vita per salvare la loro. Chiediamo, nella nostra preghiera, di saper riconoscere la sua voce e di mostrarci docili ai suoi richiami.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. «Io sono il buon pastore», ha detto Cristo. Affinché la chiesa, alla quale egli ha affidato il suo gregge, ne prenda cura con uno zelo illuminato e ardente come quello di Cristo: preghiamo.
2. «Il vero pastore dà la vita per le sue pecore». Affinché i pastori, chiamati e scelti da Cristo, si sacrifichino totalmente per la loro missione e, se è necessario, fino al dono della vita: preghiamo.
3. «Io conosco le mie pecore». Pensiamo a tutti quelli che sono oppressi dalla solitudine e che sono più numerosi di quanto non sembri. Affinché siano certi che lo sguardo di Gesù è sempre su di loro per confortarli: preghiamo.
4. «Un solo gregge e un solo pastore». Affinché i giovani, attirati da Cristo, rispondano alla sua chiamata e lavorino insieme con lui per radunare tutti gli uomini nella sua chiesa: preghiamo.
5. Affinché nella nostra comunità parrocchiale sappiamo portare i pesi gli uni degli altri, condividere le nostre gioie e le nostre sofferenze, e sentirci tutti solidali e responsabili: preghiamo.
Signore, tu hai mandato il tuo Figlio sulla terra per riunire tutti gli uomini come il pastore riunisce le pecore, e fare di essi una famiglia: la tua famiglia, la chiesa. Insegnaci a riconoscere la sua voce, a mostrarci docili ai suoi insegnamenti, a seguirlo nel suo cammino che conduce a te, che regni con lui e con lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Gesù, buon pastore, ci riunisce intorno al Padre suo per glorificarlo e sollecitare i suoi benefici e le sue grazie. Uniti a lui, recitiamo il nostro «Pater» con la più grande confidenza.
Parole di congedo e di saluto
Quanti cristiani battezzati vivono come se non lo fossero! Pecore smarrite... Preoccupiamoci anche noi di ricondurle all'ovile sotto la guida del buon pastore.