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II DOMENICA DI PASQUA B
VINCITORI CON CRISTO
«E chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è Figlio di Dio?" (Gv 5,5)
Parole di accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, l'uomo è una creatura sociale, e lo è a tutti i livelli: familiare, professionale e politico. E lo è soprattutto sul piano religioso. Sarebbe stata una cosa strana che il Cristo, avendo ricevuto la missione di condurre gli uomini al Padre, non avesse concepito il piano di riunirli in una società. Egli l'ha fatto: e questa società è la chiesa, che riunisce nel suo seno tutti coloro che credono in lui e partecipano della stessa speranza.
Ci sarà molto utile concentrare la nostra attenzione su questo argomento, per comprendere da una parte quale straordinario beneficio costituisca la chiesa, fondata da Cristo e dall'altra quali siano i doveri che ne provengono.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- A che livello è la nostra fede? È puramente teorica, o è una adesione totale dello spirito e del cuore alla persona stessa del Cristo?
- Ci impegna al suo servizio per lavorare con lui al regno del Padre che è nei cieli, e alla salvezza dell'umanità?
- In particolare, la nostra fede riesce a farci rinunciare allo spirito di possesso, in modo da essere pronti ad andare incontro disinteressatamente ai bisogni materiali e spirituali dei nostri fratelli?
2. Invocazioni
- Signore, nel tuo amore imperscrutabile hai voluto fare di noi i tuoi figli: abbi pietà di noi.
- Cristo, benché tutte le porte sembrino chiuse, tu sei sempre in mezzo a noi: abbi pietà di noi.
- Signore, sempre presente in noi per rendere testimonianza a Cristo risorto: abbi pietà di noi.
Prima lettura (At 4,32-35): La comunità dei primi cristiani
Nel brano degli Atti degli Apostoli che la liturgia ci fa leggere, san Luca ci mostra qual era l'ideale delle prime comunità cristiane: l'unione totale degli spiriti e dei cuori, che arrivava fino a mettere in comune tutti i beni materiali.
a. Di fatto questa comunione dei beni materiali non era obbligatoria: era una pratica assolutamente libera per le anime e i cuori generosi.
b. Ma ciò che san Luca vuol mettere in evidenza, è la solidarietà profonda che esisteva tra i primi cristiani, in assoluta conformità allo spirito del vangelo.
c. Possiamo noi affermare che è anche oggi così nelle nostre comunità parrocchiali, e che i loro membri si sforzano - secondo l'efficace espressione di san Luca - ad avere « un cuor solo e un'anima sola»?
Salmo responsoriale (Sal 17): Canto di ringraziamento
Questo canto di ringraziamento del popolo d’Israele, liberato dalle sue prove, è posto sulle labbra di Cristo. Umiliato, rifiutato, perseguitato, egli è stato poi esaltato nella gloria della risurrezione, per diventare la pietra angolare del nuovo popolo di Dio.
Rit.: Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore.
Seconda lettura (1 Gv 5,1-6): Vincitore del mondo per la fede in Cristo
San Giovanni insegna che la fede in Cristo risorto permette, a colui che crede, di partecipare alla vittoria del divino crocifisso sul male.
a. In poche parole san Giovanni definisce l'essenza della fede cristiana: un incontro personale col Cristo, che non è un atto di pura intelligenza ma accogli mento totale e libero dell'amore.
b. Quindi, per il cristiano del vangelo, i comandamenti di Dio cessano di essere un'imposizione pesante, per diventare una risposta di amore agli inviti dell'amore.
c. Noi cristiani di oggi viviamo precisamente questa fede? Se così è, essa ci mette in una relazione filiale con Dio, nostro Padre, e fraterna con i nostri simili. Essa ci rende con Cristo vincitori del mondo. E la vittoria dell'amore.
Vangelo (Gv 20,19-31): Le apparizioni nel cenacolo
Il vangelo di questa seconda domenica di Pasqua ci racconta le due apparizioni del Signore ai suoi apostoli, radunati nel cenacolo: la prima, la sera di pasqua, in assenza di Tommaso; la seconda, otto giorni dopo, ma questa volta con Tommaso presente.
a. Ormai libero da ogni limitazione terrena, Cristo appare ai suoi apostoli, riuniti nel cenacolo, benché le porte siano chiuse a catenaccio, per portare loro la gioia e la pace, e confermarli nella loro missione.
b. L'incredulità di Tommaso gli fornisce l'occasione di insegnare come dev'essere la fede dei discepoli: fiducia assoluta nella sua parola, senza che ci sia bisogno di segni sensibili.
c. I cristiani che vivono nella chiesa, non hanno da invidiare i testimoni oculari della risurrezione di Cristo: la loro fede può nascere, crescere e svilupparsi senza l'aiuto dei segni e dei miracoli; basta soltanto un po' d'umiltà, e il loro cuore si aprirà alla luce dello Spirito Santo.
Suggerimenti per l'omelia
Tra i numerosi argomenti che le letture di questa seconda domenica di pasqua suggeriscono, preferiamo quello che scaturisce dal brano degli Atti degli Apostoli: la vita di fraternità delle prime comunità cristiane. I discepoli di Cristo formavano un vero popolo, un 'autentica famiglia: la chiesa.
La chiesa è una vera comunità. San Paolo definisce la sua compattezza con un'espressione lapidaria: «Una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre».
- una sola fede: tutti i suoi membri hanno lo stesso credo, che non è altro che la parola di Cristo, anzi la sua stessa persona vivente.
- un solo battesimo: ricevono tutti la stessa vita divina, che viene loro comunicata per mezzo dei sacramenti da lui istituiti.
- un solo Dio e Padre: Cristo ha voluto che il Padre suo sia anche Padre loro, e che così essi costituiscano una famiglia, nella quale tutti si considerino dei veri fratelli.
Quali sono nei riguardi della chiesa le responsabilità di ciascuno?
- avere lo spirito di famiglia: sembra che ai nostri giorni, finalmente, si riscopra questa dimensione comunitaria.
- essere animati - gli uni per gli altri - da un autentico spirito fraterno: fatto di comprensione, di benevolenza, di carità, capace di arrivare fino alla compartecipazione dei beni materiali.
Preghiera universale
Fratelli, benché battezzati proprio all'inizio della nostra vita e inseriti nella fede cristiana, restiamo pur sempre dei cristiani fragili, fragili come «dei bambini appena nati», per usare l'espressione della liturgia. Proprio per questo Cristo ha voluto che noi fossimo uniti in una famiglia, la chiesa, per essere da lei nutriti col pane della sua parola e della sua eucaristia. Domandiamo di saper apprezzare questo dono del suo cuore.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Cristo ha incaricato la sua chiesa di diffondere nel mondo i tesori del cielo: la luce, il perdono, la pace, la vita divina. Affinché essa sia fedele alla sua missione: preghiamo.
2. Affinché i responsabili dell'ordine pubblico, specialmente se sono cristiani, si ispirino nelle loro decisioni allo spirito e all'insegnamento di Cristo, trasmesso dalla sua chiesa: preghiamo.
3. Dopo il concilio - e spesso purtroppo in nome del concilio degli spiriti amanti dell'avventura lo hanno tradito. Affinché tutti, dai teologi ai semplici fedeli, si sottomettano umilmente alle direttive date dal papa e dai vescovi a lui uniti: preghiamo.
4. Cristo ha detto: «Beati coloro che credono senza aver visto!». Affinché tutti coloro che lottano nel dubbio, illuminati dallo Spirito Santo incontrino Cristo e a lui aderiscano: preghiamo.
5. Ogni domenica la nostra comunità parrocchiale si riunisce per celebrare l'eucaristia. Affinché questo incontro spirituale la renda sempre più unita e fraterna nella fede e nella carità: preghiamo.
Signore, tu conosci la debolezza della nostra fede, e potresti rivolgerci lo stesso rimprovero che hai fatto agli apostoli: « O tardi di cuore nel credere!». Eppure tu sei sempre presente in mezzo a noi con la tua chiesa. Donaci il tuo Spirito di luce che desti la nostra fede, e aiutaci a vivere sempre più «con te, per te, e in te», che regni con il Padre nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Formiamo una vera comunità di fede? Abbiamo bandito da noi ogni risentimento e ogni egoismo? Se è così, rivolgiamoci al Padre con tutto lo slancio dell'anima e del cuore.
Parole di congedo e di saluto
Il Cristo è veramente risorto. Forti ed esultanti di questa fede, facciamoci un dovere di darne una fervente testimonianza.