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IV DOMENICA DI QUARESIMA - B
LA SALVEZZA DALLA FEDE IN GESÙ CRISTO
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, nel canto d'ingresso di questa quarta domenica di quaresima la liturgia ci invita alla gioia: «Rallegratevi con Gerusalemme, voi che eravate nella tristezza!». Come può la liturgia parlare così, mentre ci sarebbero tanti motivi di inquietudine, di tristezza e anche di disperazione? La nostra vita non assomiglia forse al grigiore dell'inverno, con la sua monotonia, i suoi eterni crucci, senza contare questa grave incertezza che pesa sul nostro avvenire e su quello di coloro che ci sono cari? Come si può aprire il cuore alla gioia?
San Giovanni ce ne mostra la ragione fondamentale: «Dio ci ama. E ci ama a tal punto che ha manda io il proprio Figlio, affinché il mondo sia da lui salvato». E per partecipare a questa salvezza in Gesù Cristo, bisogna credere in lui. E necessaria la fede. Noi l'abbiamo?
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Il mistero fondamentale del cristianesimo è quello dell'amore di Dio per l'uomo, un amore che è arrivato fino al dono del Figlio suo. Noi l'abbiamo compreso?
- Questa certezza è in noi abbastanza forte da tener ferma la nostra speranza anche in mezzo alle prove, incrollabile la nostra fiducia in questo amore malgrado i nostri peccati?
- Rivolgiamo anche noi al mondo lo stesso sguardo amoroso di Dio, o siamo portati piuttosto a giudicare e a condannare invece che a dimenticare e a scusare?
2. Invocazioni
- Signore, che hai amato il mondo fino a dare il tuo Figlio per salvarlo, abbi pietà di noi.
- Cristo, che sei vissuto tra gli uomini non per condannarli ma per purificarli, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci fai credere nell'amore e rendi la speranza ai cuori sfiduciati, abbi pietà di noi.
Prima lettura (2 Cr 36,14-16.19-23): Dio è sempre fedele
L'autore del Libro delle Cronache interpreta gli avvenimenti della storia d’Israele: tanto nei castighi che nel perdono trova motivi di speranza; Dio è sempre fedele perché egli è l'amore.
a. Se Dio sembra essersi allontanato dal suo popolo, permettendo la distruzione di Gerusalemme e la deportazione di tutti i migliori, ciò è avvenuto perché il popolo per primo si è allontanato da Dio.
b. Ma Dio resta fedele: quando giudica che la purificazione sia sufficiente, egli suscita il re Ciro che mette fine all'impero babilonese e permette agli esiliati di far ritorno ai loro paesi.
c. Quali che siano gli eventi che sconvolgono la nostra esistenza, conserviamo la nostra fiducia in Dio. La sua misericordia è infinita e non si stanca mai: e si manifesta tanto nel castigo e nella prova che nel successo e nella gioia.
Salmo responsoriale (Sal 136): Il canto dell'esilio
Lontani dalla patria, esiliati sulle rive dell'Eufrate, gli israeliti serbavano un ricordo imperituro di Gerusalemme, la loro città santa. Anche noi quaggiù siamo in terra d'esilio. La nostra patria è il cielo. Che questo pensiero ci aiuti ad affrontare con coraggio le prove della vita presente!
Rit.: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Seconda lettura (Ef 2,4-10): Per grazia siamo stati salvati
«Tutto è grazia!». Questa parola riassume la dottrina di san Paolo sul dono assolutamente gratuito che Dio ci fa della salvezza in Cristo Gesù. «È infatti per grazia - scrive agli Efesini - che siete stati salvati mediante la fede».
a. Questo testo di san Paolo sottolinea l'assoluta gratuità della nostra salvezza. E per grazia che noi siamo liberati dal peccato, e strappati dalla morte spirituale ch'esso comporta.
b. Certo, la fede in Cristo è indispensabile; ma ciò non impedisce che la salvezza, concessa da Dio, rimanga un dono gratuito, perché nulla c'è in noi che possa meritarli.
c. Se abbiamo qualche difficoltà a convincerci della gratuità del dono di Dio, sforziamoci di scoprire la nostra meschinità e la nostra miseria: allora comprenderemo che dobbiamo veramente tutto alla bontà e alla misericordia di Dio. Sì, veramente «tutto è grazia»!
Vangelo (Gv 3,14-21): Il colloquio con Nicodemo
Il vangelo ci presenta la seconda parte del colloquio di Gesù con Nicodemo. San Giovanni mette in luce « il mistero della salvezza »nel quale dobbiamo credere: Gesù è il Figlio di Dio, venuto nel mondo, mandato dal Padre suo, per salvare il mondo.
a. Toccato dalla grazia, Nicodemo, che è fariseo, si incontra con Gesù di notte. Gesù gli rivela il dono che Dio, per amore, ha fatto agli uomini, mandando lui, il Figlio suo, a salvarli.
b. Però bisogna aderire a lui per mezzo della fede. Solo uno sguardo di fede rivolto alla croce di Cristo, può ottenere la liberazione dal peccato e dalla morte. Così in passato, nel deserto, era lo sguardo che gli ebrei rivolgevano al serpente di bronzo, innalzato sopra un'asta.
c. Abbiamo veramente la fede? Una fede che ci faccia aderire a Cristo dal profondo dell'anima? Fin d'ora noi viviamo nell'amicizia con Dio, giacché questa fede ci fa entrare nella luce e nella verità del Cristo; meglio ancora, nella sua vita.
Suggerimenti per l'omelia
L'uomo è stato creato per la felicità: egli ne porta in se stesso un desiderio insaziabile: niente di ciò che è in terra può appagarlo. Perciò Dio stesso si offre all'uomo « in Gesù Cristo suo Figlio, per appagare le aspirazioni fondamentali del suo essere».
- La salvezza dalla fede in Gesù Cristo. « Al di fuori di Cristo - afferma san Pietro - non c'è possibilità di salvezza». Come si può dunque entrare in relazione con lui? Per mezzo della fede: essa è il legame che ci unisce a lui. É la fede che, per mezzo del battesimo e dei sacramenti da lui istituiti, ci fa vivere la sua vita, ci fa partecipare alla pienezza di vita che egli ha dal Padre suo.
- Ma questa fede dev'essere accolta. Essa richiede da parte nostra un'adesione personale, libera e totale. Adesione della nostra intelligenza alla sua parola; adesione della nostra volontà e del nostro cuore ai suoi desideri e alle sue direttive. Essa consiste nell'impegno di tutta la nostra vita, uno slancio di amore col quale noi ci consegniamo interamente a Cristo. L'espressione più indovinata è il grido di san Paolo: «La mia vita è Cristo».
- È questa fede che ci fa entrare nel mistero di Dio. Non si tratta dunque per noi di sognare un'«ultima ora», liberata dal peccato mortale, che ci aprirà automaticamente la porta del paradiso. Utopia ridicola e anche dannosa. È proprio da questo momento che la fede deve fare di noi i figli della luce, e i figli del regno di Dio. Essa trasfigura tutto « in profondità»; della nostra vita quotidiana essa fa qualcosa di grande, di bello, «di divino».
Preghiera universale
Fratelli, «Dio ha mandato il Figlio suo nel mondo, perché da lui il mondo sia salvato». Però è indispensabile, per partecipare a questa salvezza ch'egli porta, che noi crediamo in lui e a lui noi aderiamo. La fede è necessaria. Preghiamo insieme perché questa fede sia accordata a noi e a tutti i nostri fratelli.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La chiesa, nata dall'amore di Cristo per gli uomini, è incaricata di trasmettere loro la sua parola di verità. Affinché essa e i suoi pastori sappiano risvegliare la fede nel mondo: preghiamo.
2. Quanti uomini cercano ansiosamente la verità, di cui sentono l'imperioso bisogno. Perché la ritrovino nelle luminose pagine del vangelo: preghiamo.
3. Per i fanciulli del catechismo e per i loro genitori. Affinché, più che ad una lieta festa di famiglia, si preparino ad una autentica professione di fede, che impegni per tutta la vita: preghiamo.
4. In numerosi paesi i cristiani soffrono tormenti e persecuzioni a motivo del loro attaccamento a Cristo. Perché abbiano la forza e la costanza dei martiri: preghiamo.
5. Per noi e per tutti i membri della nostra comunità. Perché ci sia data una fede profonda e convinta, capace di fare di noi dei cristiani aperti, appassionati della verità e ansiosi di trasmetterla, qualunque cosa ci costi: preghiamo.
Signore, donaci la grazia di saper approfittare delle tre ultime settimane della quaresima per ascoltare attentamente i tuoi insegnamenti, per eliminare dai nostri cuori le tenebre del peccato e avvicinarci alla tua luce. Concedici questa fede sicura e generosa, che farà di noi i tuoi discepoli e figli del Padre tuo, che regna con te e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Divenuti figli di Dio col battesimo, ricordiamoci, mentre ci volgiamo a lui, ch'egli è solo amore. Abbandoniamoci con fiducia a lui nelle nostre pene e nelle nostre difficoltà. Egli è sempre fedele.
Parole di congedo e dl saluto
Sull'esempio di Dio, nostro Padre, gettiamo sul mondo uno sguardo di benevolenza e di amore: solo così potremo irradiare su di esso la luce di Cristo Gesù.