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II DOMENICA DI QUARESIMA - B
LA PROVA E LA VITTORIA DELLA FEDE
“Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31)
Parole di accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, oggi vediamo Cristo condurre i suoi apostoli sul Tabor,; dove si trasfigurerà davanti a loro. Con questo breve saggio della sua gloria futura, egli vuole prepararli in anticipo ad affrontare il doloroso spettacolo della sua passione. Arrampichiamoci anche noi su questa montagna, affinché, qualunque cosa avvenga, non esitiamo a metterci totalmente alla sequela di Cristo, nell'avventura del suo amore. E vero, ci sono dei giorni nei quali avremmo mille motivi di essere sconcertati, smarriti, demoralizzati: non capiamo più nulla! Perché tale prova? Perché i cattivi sembrano aver sempre la meglio? Perché questo silenzio di Dio? Questa celebrazione liturgica risvegli la nostra fede e riaccenda la nostra speranza. Dopo la notte, certo verrà l'aurora!
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- La nostra fede è abbastanza viva, la nostra speranza è abbastanza solida, la nostra carità è abbastanza ardente, da farci rispondere generosamente agli inviti di Dio?
- Nelle difficoltà della vita, siamo di coloro che la fede trasfigura, facendoci superare ogni inquietudine e ogni timore?
- Sappiamo chinarci con tenerezza verso i volti sfigurati dalla sofferenza, per dare quel conforto che li illuminerà col sorriso stesso del Cristo?
2. Invocazioni
- Signore, noi siamo, a immagine di Cristo, i tuoi figli prediletti: abbi pietà di noi.
- Cristo, tu sei il servo sofferente umiliato prima di entrare nella gloria del Padre, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci fai intravedere l'amore col quale Dio ci ama, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Gn 22,1-2.9.10-13.15-18): La fede dl Abramo
Per mettere Abramo alla prova, Dio gli domanda il sacrificio del figlio. Senza altre certezze che la fedeltà di Dio alle sue promesse, Abramo si mostra pronto ad obbedire con una purezza d'intenzione che va ben oltre l'eroismo.
a. Dio aveva promesso ad Abramo che avrebbe fatto di lui il padre di un grande popolo. Ed ecco che gli chiede l'immolazione di Isacco, l'unico figlio che egli ha avuto dalla moglie Sara.
b. Senza un attimo di esitazione Abramo obbedisce. Dominando il suo dolore di padre, trova nella fede la forza di dire « sì » alla volontà di Dio. È un'obbedienza eroica che sarà subito ricompensata.
c. La storia di Isacco prefigura il sacrificio di Cristo sul Calvario, con la differenza che non ci sarà alcuna vittima per sostituirsi a lui, come per Isacco. In tal modo la croce sarà la testimonianza suprema dell'amore di Dio per noi: egli ci ha dato tutto, dandoci il Figlio suo.
Salmo responsoriale (Sal 115): Azione di grazie a Dio per la sua fedeltà
Tante sono le miserie dell'uomo! Ma molto più grande è la tenerezza di Dio per lui. Chi di noi è in grado di numerare i pericoli dai quali l'intervento divino ci ha salvati, per introdurci nella gioia della sua presenza)
Rit.: Camminerò davanti al Signore nella terra dei viventi.
Seconda lettura (Rm 9,31-34): Dio per salvarci ha dato il suo Figlio
Dio - dice san Paolo - consegnando il Figlio suo alla morte di croce, ci ha dato un tale pegno di amore, che noi non abbiamo più alcuna ragione di abbandonarci al dubbio o alla paura.
a. Dopo aver ricordato le miserie e i pericoli dell'uomo abbandonato a se stesso, san Paolo dichiara, con accenti profondamente commoventi, che per il cristiano non c'è posto per la disperazione.
b. Dio ci ama infinitamente! La prova: non ha risparmiato il Figlio suo. La passione di Cristo è la testimonianza più forte dell'amore di Dio per l'uomo.
c. Amore del Padre. amore del Figlio: un solo e stesso amore che ci avvolge nel soffio dello Spirito. Il più grande peccato che noi potremmo commettere, sarebbe di dubitare, di mancare di confidenza e di fiducia: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?».
Vangelo (Mc 9,2-10): La trasfigurazione di nostro Signore
Per fortificare i suoi discepoli in anticipo, di fronte a ciò che sarebbe stato ai loro occhi un enorme scandalo - il dramma della sua passione -, Gesù li conduce su di un'alta montagna, dove lascia loro intravedere sul suo volto trasfigurato la vittoria decisiva della sua risurrezione.
a. Da buoni giudei, gli apostoli condividevano le speranze di Israele: anch'essi aspettavano il messia, ma un messia vincitore e glorioso, che avrebbe restaurato in tutto il suo splendore l'antico regno di Davide e di Salomone.
b. Nel disegno di Dio, invece, il suo messia doveva essere « il servo sofferente e umiliato», descritto dai profeti. Per aiutarli a superare la prova, Gesù rivela ai suoi discepoli quale sarebbe stata la sua gloria futura.
c. La nostra povera natura conosce inquietudini e difficoltà nel seguire Cristo sulla via della sofferenza. Ma egli ci riserva, come agli apostoli, dei momenti di illuminazione e di gioia interiore, che ci aiutano ad arrivare alla cima, nella nostra salita al Calvario.
Suggerimenti per l'omelia
Le prove fanno parte del destino della vita umana: nessuno può sfuggirvi. Nell'economia divina della salvezza dell'uomo, le prove hanno il loro compito da esplicare, un compito spesso essenziale.
- Le vie di Dio sono sconcertanti. Spesso ci sembra che esse vadano all'opposto dello scopo voluto. Il racconto del sacrificio di Abramo illustra molto bene i metodi di Dio. Certamente tutto è prova nella vita; ma quando l'orizzonte è chiuso, nessun aiuto è in vista e umanamente tutto sembra perduto, noi non capiamo più niente e ci sentiamo avviliti: «Perché Dio si comporta cosi?».
- Sperare contro ogni speranza. Ecco quale dev'essere l'atteggiamento di noi cristiani: di fede, di fiducia, di abbandono totale nelle mani del Signore. San Paolo ce ne dà la ragione: «Dio ci ama». La prova? Egli ha consegnato il Figlio suo alla morte di croce per la nostra salvezza. Perciò quand'egli permette che noi veniamo associati con la sofferenza alla passione del Cristo, non dobbiamo aver dubbi, perché con la stessa sofferenza egli vuole associarci anche alla sua risurrezione e alla sua gloria.
- In che modo conservare nel cuore questa speranza? Prendendo esempio proprio da Cristo. Tutta la sua vita è stata abbandono filiale nelle mani del Padre suo: «Padre - è stato il suo gemito nell'agonia, sia fatta non la mia volontà, ma la tua». Quest'abbandono amoroso è stato la sorgente della salvezza per tutti gli uomini.
Preghiera universale
Fratelli, san Paolo ci ha appena detto: «Dio non ha risparmiato il proprio Figlio. Poiché l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?». Questo pensiero ci sostenga nelle pene e nelle prove, ci aiuti a non dubitare mai della bontà di Dio per noi.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Sul monte Tabor il Cristo è apparso risplendente di luce. Affinché la chiesa, da lui fondata, rifletta questa stessa luce in un mondo sommerso nelle tenebre e nell'angoscia: preghiamo.
2. Per gli uomini attirati solo dai beni della terra. Affinché le prove di quaggiù gliene facciano constatare la vanità, e facciano loro ricercare maggiormente i beni eterni: preghiamo.
3. Noi viviamo in un mondo dove spesso il benessere materiale sta al fianco della miseria più profonda. Affinché ai cristiani stia a cuore l'instaurazione di una società più umana e più fraterna: preghiamo.
4. Per tutti i lavoratori: dei campi, delle officine, degli uffici. Affinché si sentano nobilitati dal loro lavoro e il loro sudore, versato nel calice divino, contribuisca a trasfigurare il mondo: preghiamo.
5. Per i fedeli cristiani. Affinché la loro presenza - ogni domenica
- all'eucaristia sia come quella degli apostoli sul Tabor: contemplazione del Cristo, di cui poi sapranno irradiare lo splendore durante tutta la settimana: preghiamo.
Signore, sul monte Tabor hai reso testimonianza al Figlio tuo per preparare i suoi apostoli al dramma della passione. Insegnaci a ringraziarti nei giorni di luce e di felicità; riempici di forza, affinché nel tempo della prova e del dubbio ci ricordiamo dell'amore che ci hai dimostrato oltre ogni misura nella vita e nella morte del Figlio tuo, che regna con te e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Dio è per noi il padre più amoroso e compassionevole che possiamo mai desiderare. Domandiamogli di saper sopportare le nostre prove, come il suo Figlio ha portato la croce, per amore alla sua divina volontà.
Parole di congedo e di saluto
La luce che si irradia dal volto di Cristo ci ha illuminati e fortificati nella fede. Che anche il nostro volto, riflettendo la luce del nostro maestro, diffonda la gioia in un mondo pieno di disperazione.