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VI DOMENICA ORDINARIA - B
LA Purificazione DELL'UOMO
“Io lo voglio: sii guarito!” (Mc 1,41)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, Cristo ha dato inizio al suo ministero pubblico in Galilea:
egli annuncia la buona novella del regno, guarisce i malati. Noi oggi lo vediamo curvarsi sopra un lebbroso per guarirlo. C'è pure un'altra lebbra terribile: la lebbra del peccato. Cristo è venuto soprattutto per guarirci da quella, prendendola su di sé, come era stato predetto dai profeti. Una lebbra dalla quale siamo toccati tutti: essa ricopre il nostro viso, ci corrode fino alle più segrete fibre del nostro essere: la lebbra del nostro egoismo, del nostro rifiuto di amare, della durezza del cuore, della superbia. Coscienti della nostra miseria, sapremo gettarci alle ginocchia di Cristo per implorare la guarigione?
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Nel mondo ci sono ancora milioni di lebbrosi. Ne sentiamo misericordia e pietà come Cristo? Diamo prova di generosità quando ci viene chiesto l'aiuto per loro?
- Siamo convinti che il peccato è ancora maggiore e più funesto spiritualmente di qualsiasi lebbra? Che cosa facciamo per evitarne il contagio? E per guarirne se ne siamo stati colpiti?
- Combattiamo anche noi la pacifica battaglia del vangelo, affinché la dignità umana sia un diritto sacro riconosciuto a tutti, ai piccoli, ai poveri, e perfino a quelli che la società vorrebbe rigettare?
2. Invocazioni
- Signore, che non respingi mai le invocazioni degli infelici, abbi pietà di noi.
- Cristo, uomo dei dolori, che hai preso su di te i nostri peccati, abbi pietà di noi.
- Signore, che ispiri ai peccatori la fiducia e il pentimento, pegno del perdono divino, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Lv 13,1-2.43-46): Prescrizioni legali riguardanti i lebbrosi
La lebbra è una malattia che ha sempre suscitato il massimo ribrezzo. Nei riguardi di coloro che ne erano colpiti, la legge ebraica prevedeva tutta una serie di disposizioni, di cui la lettura di oggi ci fa conoscere solo l'essenziale.
a. Presso gli ebrei la lebbra era considerata come la punizione del peccato; perciò solo i sacerdoti erano autorizzati ad applicare ai lebbrosi le prescrizioni della legge.
b. Dopo essere stati dichiarati « impuri», venivano estromessi dalla società: venivano allontanati dalle città e dai villaggi, e perfino obbligati a portare degli indumenti di lutto, come dei cadaveri ambulanti
c. Ma la vera lebbra è quella del peccato. Che deve fare il cristiano che se ne è contaminato? Ricorrere al sacerdote che, per mezzo del sacramento della penitenza, può guarirlo, e una volta guarito, evitare una nuova contaminazione.
Salmo responsoriale (Sal 31): Beato l'uomo cui è rimessa la colpa
Quale uomo non ha sperimentato la sua miseria e la sua debolezza? Nella sua angoscia e nella sua infelicità, egli non ha altra risorsa che aprirsi all'unica certezza che ci sia: quella della bontà di Dio. È ad essa che deve rimettersi interamente.
Rit.: La tua salvezza, Signore, mi colma di gioia.
Seconda lettura (1 Cor 10,31-11,1): Cristo è il nostro modello
San Paolo formula qui quella che deve essere per ogni cristiano la regola del suo comportamento morale: fare tutto per la gloria di Dio, sull'esempio di Gesù Cristo.
a. Da una parte la libertà. Se è ben compresa, questa regola coglie l'essenziale: essa libera da ogni forma di alienazione prodotta dagli usi, dai pregiudizi e dai tabù.
b. Ma d'altra parte la carità. Anche se una cosa è in se stessa indifferente e quindi permessa. io me ne astengo se c'è il rischio di scandalizzare uno dei miei fratelli, non abbastanza preparato.
c. Non succede oggi anche troppo spesso che, col pretesto della libertà di spirito, non si ha alcuno scrupolo di turbare la fede dei semplici? Promuovere la libertà? Certamente! Ma senza mettere in pericolo la carità.
Vangelo (Mc 1,40-45): Guarigione di un lebbroso
Gesù guarisce un lebbroso: ma per timore di essere considerato più un guaritore che un messaggero del regno, gli proibisce di parlarne. Fatica inutile: il miracolato non può contenersi dal gridare la sua riconoscenza e la sua gioia.
a. Gesù non esita a passar sopra ad una proibizione della legge per dare ad un infelice un segno della sua bontà: egli lo tocca con la mano, mentre la legge lo vieta espressamente.
b. Ma rispettoso delle osservanze legali in ciò che hanno di legittimo, Gesù lo manda a far controllare la sua guarigione al sacerdote incaricato, e ad offrire il sacrificio prescritto in segno di ringraziamento.
c. Una lezione da imparare: saper compatire, vale a dire essere capaci di « soffrire insieme». Troppo spesso coloro che soffrono hanno l'impressione di essere considerati delle persone « a parte», più o meno rifiutate dalla società. Per essere vera e credibile, la bontà ha il dovere di cancellare questa impressione in loro, ristabilendoli in tutta la loro dignità.
Suggerimenti per l'omelia
La lebbra, tra tutte le malattie, è quella che fa più ribrezzo e che ispira perfino terrore. Ma c'è di peggio, ed è la lebbra del peccato. Perché? E come guarirla? E come diffonderne il rimedio?
- La lebbra del peccato. La lebbra materiale tocca solo il corpo, il peccato insudicia l'anima, penetra in profondità, ne inaridisce le sorgenti vitali, la separa dalla comunità dei viventi e la relega tra «gli impuri». Questo è il peccato nell'ottica della fede. Lebbra sono le ingiustizie di cui ci rendiamo colpevoli, i rancori tenaci, gli egoismi avvilenti, le compiacenze più o meno manifeste per tutto ciò che gonfia il nostro amor proprio.
- Come guarire? Ricorrendo a Cristo. Non si è fatto forse uno di noi per guarirci e per salvarci? Non è per noi che è divenuto «simile a un lebbroso?», avendo preso su di sé tutti i nostri peccati? A questo prezzo ha impetrato dal Padre perdono e guarigione. E ha messo questa purificazione, questo rimedio meraviglioso alla portata di tutti per mezzo del sacramento: «Va' e mostrati al sacerdote!», egli dice anche a noi.
- E da parte nostra, come divenire gli artefici, gli operatori di questa guarigione? La lebbra è contagiosa, e anche la lebbra del peccato si diffonde col cattivo esempio e con lo scandalo. Ma anche la guarigione si può diffondere. Basta che gli altri, vedendo la gioia che si irradia da un peccatore purificato, incoraggiati dalla sua carità premurosa, sostenuti dalla sua preghiera, capiscano che il Signore li ama.
Preghiera universale
Fratelli, oggi un essere tra i più infelici, un lebbroso si trova guarito. Preghiamo affinché la scienza arrivi a vincere definitivamente questa orribile malattia, ma più ancora preghiamo perché con l'aiuto di Cristo noi arriviamo a trionfare di quella lebbra molto più pericolosa che è il peccato.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. La chiesa, lungo tutta la sua storia, ha sempre lottato contro il peccato. Affinché in questa lotta essa si mostri come il testimonio vivente della bontà di Dio per gli uomini: preghiamo.
2. I responsabili della società si preoccupano sempre più dell'inquinamento dell'aria, della terra e dei mari. Affinché si preoccupino ancor più di lottare contro l'inquinamento morale che insudicia gli occhi, i cuori e le anime: preghiamo.
3. Sono ancora numerose le vittime della lebbra in certi paesi caldi. Affinché siano compresi e aiutati coloro che si sono presi l'impegno di estirpare questo tremendo flagello: preghiamo.
4. Perché dei cuori caritatevoli vadano in aiuto ai «paria», agli esclusi dalla nostra società: gli handicappati, gli emigrati, gli anziani, i senza famiglia, i prigionieri: preghiamo.
5. Affinché nelle nostre comunità parrocchiali e familiari, tutti uniti in uno stesso amore di Dio e del prossimo, siamo sensibili e aperti alle miserie e alle debolezze dei nostri fratelli: preghiamo.
Signore, tu sei la consolazione degli afflitti, la speranza degli infelici. Tu sei la guarigione e la vita. Difendici dal contagio dal peccato e purifica l'atmosfera morale nella quale viviamo. Aiutaci soprattutto a riscoprire quelle istanze evangeliche che possono incrementare la diffusione del regno del Padre tuo, che vive con te e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Le nostre miserie sono grandi. Più grande ancora è la tenerezza di Dio verso di noi. Ricorriamo al suo cuore di Padre affinché egli ci guarisca e ci salvi.
Parole di congedo e di saluto