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II DOMENICA ORDINARIA - B
LA CHIAMATA DEL SIGNORE
“Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” (1 Sam 3,10)
Parole di accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, le tre letture di questa seconda domenica ordinaria hanno in comune il tema della «chiamata». Samuele, i primi discepoli di Gesù, i battezzati, membra di Cristo, sono tutti dei chiamati: Dio li chiama tutti e ciascuno, ad assumersi il rischio della fede e del servizio.
Ognuno di noi è un «chiamato da Dio». Sapremo noi rendere libero il nostro cuore> per rispondere come Samuele: «Parla, Signore, il tuo servo ascolta», oppure per lasciare tutto come i primi discepoli: «Venite e vedrete»? Solo a questo prezzo si è cristiani, discepoli di Cristo.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Il Signore ci parla in cento modi diversi: col vangelo, per bocca della chiesa, per mezzo del nostro prossimo, degli amici, degli avvenimenti: il nostro cuore è aperto alla sua parola?
- Non facciamo spesso i sordi per paura di comprometterci, di dover rinunciare alle nostre comodità, di dover cambiare vita?
- Ci preoccupiamo di facilitare ai nostri fratelli l'incontro con Cristo, di aiutare specialmente i giovani a scoprire la loro vocazione e a seguirla?
2. Invocazioni
Signore, che ci conosci e ci chiami ciascuno per nome, abbi pietà di noi.
- Cristo, modello perfetto di obbedienza, dal quale dobbiamo prendere l'esempio nella nostra vita, abbi pietà di noi.
- Signore, che apri le nostre orecchie alla parola di Dio e i nostri cuori al suo amore, abbi pietà di noi.
Prima lettura (1 Sam 3,~10.l9); L'ascolto di Dio
La chiamata di Samuele: uno dei più delicati racconti della Bibbia. Dio chiama il ragazzo ad essere il suo profeta: senza esitare, Samuele accetta questo incarico terribile: «Parla, Signore, il tuo servo ascolta».
a. Samuele è un giovane adolescente, votato da sua madre al servizio del culto nel santuario di Silo: serve, per così dire, da chierichetto al sommo sacerdote Eh.
b. Ora nel corso della notte, mentre continua il suo servizio presso l'arca dell'alleanza, Dio lo chiama per nome per affidargli una missione importante.
c. Siamo convinti che parla anche a noi, e in molte maniere? L'essenziale è che noi restiamo in atteggiamento di ascolto, pronti a rispondere alla prima chiamata.
Salmo responsoriale (Sal 39):
«Eccomi, Signore, pronto a fare la tua volontà»
Tutta la tradizione cristiana mette questo salmo sulle labbra di Cristo, il quale con la sua umile sottomissione di amore si sostituisce ai sacrifici dell'antica legge. Siamo capaci anche noi di donare, per amore, il nostro cuore e la nostra vita?
Rit.: Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà.
Seconda lettura (1 Cor 6,13-15.17-20): Il rispetto del corpo
San Paolo esorta vivamente i cristiani di Corinto a fuggire l'impurità, per salvaguardare la dignità del corpo, tempio dello Spirito Santo.
a. La prima comunità cristiana di Corinto si trova a fronteggiare la vita rilassata del mondo greco-romano, nel quale i disordini sessuali, molto diffusi, erano considerati cose assolutamente normali.
b. Paolo ne mette in guardia i suoi fedeli: insegna loro che per i cristiani, divenuti col battesimo membra del corpo di Cristo, l'impurità riveste una gravità particolare.
c. Le raccomandazioni dell'apostolo nulla hanno perduto della loro attualità. Al contrario, sembra di esser ritornati oggi ai peggiori eccessi del paganesimo.
Vangelo (Gv 1,35-42): Chiamata dei primi tre discepoli
Il vangelo racconta come Andrea, Simone suo fratello, e Giovanni, tutti e tre umili pescatori del lago di Tiberiade, incontrarono Cristo per la prima volta, e come, invitati a seguirlo, abbandonarono tutto per rispondere alla sua chiamata.
a. Siamo sulle rive del Giordano, dove Giovanni Battista predica e battezza: due dei suoi discepoli, Giovanni e Andrea, cercano di incontrare Cristo, che è stato loro indicato come l'Agnello di Dio.
b. Dopo aver passato una giornata con lui, essi si affrettano a condurgli anche Simone, fratello di Andrea. Già dal primo colloquio Gesù cambierà il suo nome in quello di Pietro, facendo capire quale sarà il suo ruolo.
c. Se noi abbiamo incontrato personalmente Cristo, grazie a una scelta speciale, ci preoccupiamo di non tener nascosta solo per noi questa scoperta? A coloro che cercano Dio, sappiamo noi indicare dove si trova?
Suggerimenti per l'omelia
In questa seconda domenica ordinaria, la chiesa ci sollecita a rendere il nostro cuore libero e disponibile, per essere capaci di ascoltare la chiamata di Cristo e di rispondervi con generosità. Sapremo metterci nelle disposizioni richieste?
- Incontrare Gesù Cristo. Egli è in mezzo a noi, cammina sulle nostre strade insieme a noi. Ma solo gli uomini di buona volontà possono accorgersi della sua presenza. Senza questa disposizione di rettitudine e di lealtà, i segni della sua presenza restano indecifrabili: la parola di un amico, il consiglio di un saggio, una riga della Bibbia, una prova, un insuccesso, un pensiero che viene per caso, possono essere altrettanti segni di Dio, altrettante chiamate di Cristo: potrebbero passare inavvertite.
- Ascoltare Gesù Cristo. E necessaria l'attenzione del cuore per distinguere la voce del Signore, che parla nel segreto, e rispondergli come Samuele: «Parla, Signore, il tuo servo ascolta». Se il cuore è pieno di preoccupazioni materiali, incantato dalle vanità del mondo, sommerso da desideri importuni, non può certo captare la voce del Signore. Solo la povertà del cuore apre l'orecchio dello spirito: «Beati i cuori puri, essi vedranno Dio».
- Seguire Gesù Cristo. Seguire Cristo significa trasformarsi personalmente e intimamente a sua immagine; significa lavorare alla diffusione del suo regno; significa dedicarsi al servizio degli altri senza ripensamenti. Se le nostre disposizioni di anima e di cuore saranno sulla linea delle beatitudini, non avremo alcuna difficoltà a slanciarci al seguito di Cristo nell'avventura del suo amore.
Preghiera universale
Fratelli, ci sono degli incontri nella vita che orientano definitivamente un destino. Il cristiano è colui che ha incontrato Cristo. Pregheremo insieme affinché questo incontro ci impegni tutti al servizio di Cristo nella persona dei fratelli, in uno slancio di sincera carità.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per la chiesa: affinché tutti, pastori e fedeli, adempiano la loro missione in conformità alla vocazione propria, e si affermi così il regno di Dio: preghiamo.
2. In questo tempo si fa anche sentire dolorosamente la mancanza di sacerdoti. Affinché alla chiamata di Cristo fioriscano le vocazioni sacerdotali, numerose e generose: preghiamo.
3. I giovani, più numerosi di quanto non si pensi, cercano di dare un senso alla loro vita. Affinché il Signore illumini il loro cammino e sveli loro l'ideale del vangelo, il più nobile che uno possa avere: preghi amo.
4. Alcuni sono chiamati a offrirsi come vittime, come Cristo crocifisso sul Calvario: sono coloro che soffrono. Affinché anch'essi rispondano coraggiosamente a questa chiamata: preghiamo.
5. Ogni domenica la parola di Dio ci interroga e ci mette in crisi. Affinché essa ci impegni a compiere i nostri doveri quotidiani in spirito di servizio, sull'esempio stesso di Cristo: preghiamo.
Signore, tu ci chiami, ognuno ad una missione personale e ben definita. Comandaci ciò che vuoi, a condizione che tu ci resti vicino. Apri il nostro cuore, fortifica la nostra volontà. Donaci la gioia di compiere il nostro dovere, affinché, uniti a te, noi possiamo edificare il regno di amore del Padre tuo, che regna nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
Ad ognuno di noi il Signore affida una missione. Uniti al Figlio suo Gesù, diciamogli che siamo pronti a rispondere con ogni impegno alla sua chiamata: «Padre, eccomi!».
Parole di congedo e di saluto
Nella certezza che il Signore ci chiama, sicuri di avere una missione da compiere presso i nostri fratelli, cerchiamo di fare della nostra vita una vera testimonianza di fede e di carità.