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XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A
I CRISTIANI E LA POLITICA
«Rendete a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21)
Parole d'accoglienza e presentazione del tema
Fratelli, «date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Questa replica di Cristo all'ipocrita domanda dei farisei che vogliono coglierlo in fallo, ci permette di trattare una questione delicata e di grande attualità: quella dei rapporti tra la chiesa e la politica. In altre parole: qual è il posto del cristiano nello stato? Quali sono i suoi diritti e le sue responsabilità?
Certamente la materia è troppo vasta e le sue implicazioni troppo numerose, perché noi possiamo trattarla in tutte le sue dimensioni.
Ci limiteremo ad enunciare qualche principio che all'occorrenza ci permetta di trovare la soluzione a dei problemi concreti. In ogni caso, attraverso gli eventi politici e le vicende del tempo, noi dobbiamo sempre costruire il Regno di Dio.
Preparazione penitenziale
1. Riflessione
- Siamo convinti che Dio è il padrone della storia, e che sa far concorrere tutti gli avvenimenti, lieti o tristi, al bene dell'umanità?
- Sentiamo in coscienza che, in quanto cittadini, abbiamo le nostre responsabilità, e dobbiamo sforzarci di rendere la società più giusta, più fraterna, più umana?
- In quanto cristiani, cerchiamo con le nostre parole e il nostro comportamento di essere segno della presenza amorosa e operante di Dio nel mondo?
2. Invocazioni
- Signore, padrone sovrano del mondo e re dell'universo, abbi pietà di noi.
- Cristo, mandato da Dio per realizzare nel mondo il suo disegno di amore, abbi pietà di noi.
- Signore, che ci insegni a scoprire i segni della presenza di Dio, abbi pietà di noi.
Prima lettura (Is 45,1.4-6): Ciro, re pagano, strumento della provvidenza divina
Il profeta Isaia vede in Ciro, re dei Persiani, lo strumento della misericordia di Dio nei riguardi del popolo eletto, per liberarlo dalla schiavitù babilonese. Dio realizza i suoi disegni attraverso gli avvenimenti: la storia è al suo servizio.
a. Da molti anni gli Israeliti sono in esilio in Caldea. Ciro, re di Persia, con una fulminea impresa bellica, fa crollare l'impero babilonese nell'anno 539 a.C. Egli permette agli Ebrei di ritornare a Gerusalemme e di restaurare il culto del vero Dio.
b. Senza rendersene conto, Ciro diventa così lo strumento dei disegni di Dio, e il profeta non esita ad attribuirgli i titoli di «eletto di Dio» e «messia di Dio».
c. Dio è il padrone della storia. Agli occhi della fede qualunque avvenimento, anche politico, è portatore di un messaggio nascosto che riguarda il Regno di Dio: a noi lo scoprirlo.
Salmo responsoriale (Sal 95): Lode a Dio, padrone dell'universo
Di fronte a Dio ogni potere umano rivela la sua nullità. Perciò tutti i popoli della terra sono invitati a riconoscere la sua autorità sovrana e ad offrirgli il loro omaggio.
Rit.: A te, Signore, la potenza e la gloria.
Seconda lettura (1 Ts 1,1-5): Ringraziamento di Paolo
Paolo ringrazia prima di tutto Dio per la vitalità della fede dei Tessalonicesi, per la loro speranza e la loro carità. La loro comunità è veramente sotto l'influsso e la mozione dello Spirito Santo.
a. Questa Lettera è sicuramente il primo «scritto» del Nuovo Testamento (circa l'anno 50). San Paolo aveva fondato la chiesa di Tessalonica tra mille difficoltà, ed era anche stato costretto a fuggire senza completare la sua formazione e la sua organizzazione.
b. Avendo ora ricevuto delle ottime informazioni sul cammino della giovane comunità, esprime la sua gioia e innalza al cielo il canto di ringraziamento, visto che essa corrisponde così bene alla divina chiamata.
c. La nostra fede è viva come quella dei Tessalonicesi? C'è un segno infallibile: la pratica della carità. Quando la carità verso Dio e verso il prossimo si raffredda, vuoi dire che la fede è anemica.
Vangelo (Mt 22,15-21): Lo stato e la religione
All'insidiosa domanda rivoltagli dai suoi nemici, farisei e erodiani, riguardante il pagamento delle imposte ai Romani, Gesù risponde che non bisogna confondere i due settori, quello della religione e quello dello stato; ognuno dev'essere padrone nel suo campo.
a. Gli erodiani e i farisei, benché in contrasto nel loro atteggiamento di fronte ai Romani, si accordano per tendere un tranello a Gesù: se risponde «no», si metterà in contrasto con l'autorità romana; se risponde «sì», sarà condannato dai nazionalisti giudei.
b. Con la sua risposta Gesù illumina il problema e confonde nello stesso tempo i suoi avversari. La religione non è al servizio dello stato, e neppure lo stato è al servizio della religione.
c. Il cristiano è anche cittadino di uno stato. Come cristiano deve lavorare al Regno di Dio; come cittadino deve adoperarsi per migliorare la società civile. Però deve dare la priorità al primo impegno, in quanto è condizione per la riuscita del secondo.
Suggerimenti per l'omelia
È una questione delicata, e spinosa, quella dei rapporti tra religione e politica, tra Chiesa e stato. Qualche principio ci permetterà di veder più chiaro in questa materia e di trovare la soluzione migliore ai problemi che possono presentarsi.
- Primo principio: Società civile e società religiosa, stato e Chiesa sono enti indipendenti uno dall'altro. Benché entrambi siano al servizio della vocazione personale e sociale dello stesso individuo, la loro ottica e i loro mezzi sono diversi.
- Secondo principio: In quanto figlio di una patria terrena, il cristiano ha il dovere di viverne la condizione, di osservarne le leggi, di obbedire al potere civile in ciò che è giusto. Deve servirsi di tutti i mezzi legali, voto, sindacati, stampa, per promuovere una società più giusta e più umana.
- Terzo principio: Il cristiano deve affermare la trascendenza e il carattere assoluto dei diritti di Dio, convinto che la loro violazione si fa sempre a danno dell'uomo, soprattutto del più debole. In caso di oppressioni e di persecuzioni, il cristiano deve opporsi alla violazione dei diritti di Dio da parte dei pubblici poteri, sia che limitino o sopprimano la libertà, sia che promulghino leggi contrarie all'ordine naturale o al diritto delle genti.
L'ideale sarebbe una perfetta intesa tra Chiesa e stato: quanto più efficaci sarebbero i loro interventi a favore dell'uomo!
Preghiera universale
Fratelli, Cristo ha fondato il Regno di Dio, un regno che non assomiglia in nulla ai regni della terra e che neppure pretende di fare ad essi concorrenza. Faccia il Signore che tra essi regnino l'intesa e la reciproca comprensione per il maggior bene di tutti.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
1. Perché la Chiesa, pur senza sognare alcuna egemonia temporale, si estenda progressivamente a tutti i popoli per portare loro il messaggio evangelico: preghiamo.
2. Perché gli uomini di stato, rifiutando ogni desiderio di gloria e di interesse personale, abbiano la sola preoccupazione di migliorare le condizioni di vita dei loro sudditi: preghiamo.
3. Perché i cristiani ci tengano ad essere dei buoni cittadini, e contribuiscano, con il loro interessamento alla cosa pubblica, ad instaurare un sistema sociale fondato sulla giustizia e sulla pace: preghiamo.
4. In molti paesi i cristiani sono malvisti e maltrattati per la loro fede. Perché siano rispettate le libertà individuali e salvaguardati i diritti dell'uomo: preghiamo.
5. Perché nella nostra comunità parrocchiale il servizio di Dio abbia l'assoluta priorità, nella convinzione che anche la comunità civile trarrà da ciò il maggiore vantaggio: preghiamo.
Signore, attraverso gli eventi del tempo tu costruisci il tuo Regno e vuoi anche noi associati a questa tua opera. Insegnaci a dare a ciascuno ciò che gli è dovuto: alla società comprensione e coscienza professionale, alla famiglia dedizione e affetto, e soprattutto lode, adorazione e amore a te, Dio e Padre nostro, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Al Padre nostro
«Dove va l'umanità?». Di fronte a ciò che succede nel mondo potremmo anche esser presi dall'inquietudine. Ma Dio è il padrone della storia: rimettiamoci alla sua divina provvidenza.
Parole di congedo e di saluto
Come cristiani, quelli che ci incontrano dovrebbero riconoscere in noi il segno di Cristo. Sforziamoci di essere i missionari del Vangelo.