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Testi dell'editrice Elledici
La storia e la nostra esperienza umana sembrano essere sempre in grado di fornirci esempi di quanto il male, l'ingiustizia e la sofferenza possano essere profondamente radicati nella nostra vita. Gesù non accetta però di ribattere rimanendo allo stesso livello. Al posto di proporre semplici modelli umani di bontà, o paventare minacce di punizioni, ci rivela un'immagine di Dio. Essa ci mostra che in qualunque miseria noi possiamo cadere, c'è sempre un Padre misericordioso che ci attende a braccia aperte e ci ama al di là di qualsiasi nostra colpa. Unica condizione a tutto ciò è che crediamo alla potenza del Suo perdono.
Signore, il nostro peccato più grande rimane quello di non credere che Tu sia più grande del nostro peccato. Abbi pietà di noi.
Cristo, non siamo capaci di amare i nostri fratelli come Tu ci ami. Abbi pietà di noi.
Signore, non abbiamo il coraggio di essere sinceri e non capiamo, così, quanto abbiamo bisogno del Tuo perdono. Abbi pietà di noi.
Prima lettura - Gs 5,9a.10-12: Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua.
La celebrazione della Pasqua ebraica comporta necessariamente il ricordo dell'umiliazione della schiavitù in terra d'Egitto. Tale ricordo però non è un deterrente che Dio usa per rammentare agli israeliti la loro umiliazione, ma è un passaggio essenziale per comprendere la profondità del dono cha il popolo eletto ha ricevuto: una terra in cui vivere di nuovo liberi. Solo se si diventa coscienti della propria miseria si è pronti per entrare nella propria terra promessa.
Dal Salmo 33: Gustate e vedete com'è buono il Signore.
La gioia del salmista ci coinvolge tutti, poiché tutti siamo poveri di fronte a Dio e tutti abbiamo dunque motivo di ascoltare e di rallegrarci per la sua gloria (nella sezione Canti a Messa, il canto di un ritornello responsoriale al Salmo).
Seconda lettura - 2 Cor 5,17-21: Dio ci ha riconciliato a sé mediante Cristo.
La novità delle creature in Cristo di cui parla Paolo è data dalla possibilità che l'amore infinito di Dio per l'uomo apre. Il punto non è più il nostro peccato, redento dalla passione morte e resurrezione di Gesù, ma la nostra disponibilità ad aprirci alla misericordia di Dio.
Canto al Vangelo: Lode e onore a te, Signore Gesù! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e verso di te. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo - Lc 15,1-3.11-32: Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
Questo brano di Vangelo, e la parabola che in esso Gesù racconta, ci invita a riflettere realmente sulla grandezza di Dio e del suo amore per noi. Egli non è generoso e magnanimo secondo i nostri canoni. È semplicemente a un altro livello. Sia il figlio minore al suo ritorno, che il figlio maggiore con il suo malcontento, continuano a ragionare in termini di meriti e di interessi. Il padre invece mette in gioco un nuovo elemento che sconvolge questa e tutte le vicende della storia: un amore infinito.
Il ritorno a Dio da peccatori è e dev'essere sempre un momento di felicità. Il Padre non ci giudica e non ci chiede di ammettere le nostre colpe per farcele pesare. Egli ci ama prima, durante e dopo le nostre infedeltà. Preghiamo insieme e diciamo: Padre, donaci la gioia del Tuo perdono.
1. Perché la nostra obbedienza a Te non sia mai vissuta come una repressione della nostra volontà. Preghiamo.
2. Perché in mezzo alla confusione della nostra vita possiamo sempre prendere coscienza di essere Tuoi figli. Preghiamo.
3. Perché la coscienza di essere amati da Te ci aiuti ad amare incondizionatamente gli altri. Preghiamo.
4. Perché sappiamo sentire come definitiva la Tua vittoria sul peccato. Preghiamo.
O Padre, l'ostacolo al comprendere la grandezza del Tuo amore per l'uomo è non credere che la morte abbia l'ultima parola. Aiutaci a vivere questa verità che supera il nostro intelletto. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Gesù ci ha mostrato un Padre misericordioso, sempre pronto ad accoglierci al di là dei nostri scrupoli. Riconosciamo tutto ciò rivolgendoci a Dio con le parole che Egli stesso ci ha insegnato. Diciamo insieme...